Cimiteri di Palermo: la lunga strada per uscire dall’emergenza - QdS

Cimiteri di Palermo: la lunga strada per uscire dall’emergenza

Gaspare Ingargiola

Cimiteri di Palermo: la lunga strada per uscire dall’emergenza

sabato 11 Febbraio 2023

L’assessore Orlando ha relazionato in Consiglio comunale sulle strategie a breve e a lungo termine dell’Amministrazione Lagalla. Un percorso che sarà impegnativo e di certo non breve

PALERMO – Le salme in attesa di sepoltura al Cimitero dei Rotoli sono ancora 1.147 e da agosto 2022 a oggi il numero delle bare a deposito è diminuito di appena un centinaio. L’emergenza sepolture, insomma, è ben lungi da una soluzione definitiva e l’assessore ai Cimiteri Salvatore Orlando si è presentato in Consiglio per una sorta di “question time” rispondendo al fuoco di fila dell’Aula.

“Seppur di poco – ha affermato l’assessore nella sua relazione – abbiamo eroso il numero di salme in deposito. Stiamo seguendo un doppio binario: da un lato affrontare le emergenze; dall’altro avere una prospettiva che, nei prossimi dieci-quindici anni, assicuri la sepoltura dei defunti. Abbiamo iniziato con l’approvazione di un progetto a valere sui fondi messi a disposizione da una Finanziaria, per un totale di 2 milioni, con i quali abbiamo finanziato la riattivazione del forno crematori, il completamento dell’installazione dei loculi ipogei, la realizzazione di un campo di inumazione per 350 mila euro e gli interventi su una serie di sepolture acquisite al patrimonio comunale, oltre ad una serie di piccoli interventi di decoro e manutenzione. Ai Rotoli c’era anche un’area interdetta, in cui quale non si interveniva da almeno quattro anni perché, una volta finiti i lavori per la messa in sicurezza e il consolidamento dei costoni rocciosi, non era stato possibile effettuare il collaudo tecnico. Quest’area è stata totalmente ripulita”.

L’assessore si è dilungato nella spiegazione degli ostacoli tecnici causati dalle coperture in zinco delle bare, che rallentano i processi di mineralizzazione delle salme e, conseguentemente, le inumazioni: “Stiamo anche cercando di seguire una procedura normativa per anticipare a cinque anni la scadenza delle fosse dedicate alle inumazioni. Nel frattempo stiamo finendo di collocare i 180 loculi ipogei. Più di 100 hanno già trovato il seppellimento, il resto lo stiamo destinando alle bare che tireremo fuori dall’area pericolante dei curvoni nella zona del forno crematorio. Anche i 400 loculi fuori terra sono in fase di realizzazione: speriamo di collocarli entro marzo. Per quanto riguarda le tumulazioni, fra marzo ed aprile dovremmo riuscire a seppellire tutti i richiedenti e avere anche qualche posto in più. Per i campi di inumazione, invece, stiamo avendo qualche difficoltà”.

Orlando però ha avvertito l’Aula che il processo di fuoriuscita dall’emergenza non è immediato: “L’eliminazione delle bare a deposito non metterà fine all’emergenza perché abbiamo altre 1.500-1.600 bare seppellite nelle tombe dei privati. La norma prevede che, una volta uscite dalle tombe, queste bare dovrebbero essere inumate”.

Insomma, se per adesso l’emergenza può essere in qualche modo tamponata, serve una strategia di lungo corso: “Occorre prevedere l’ampliamento dei cimiteri esistenti e la costruzione di un nuovo cimitero con i campi di inumazione. Sono state completate le indagini geognostiche a Santa Maria di Gesù. A giorni presenteremo uno studio di fattibilità che prevede 900 loculi fuori terra e 600-700 fosse per inumazione”.

Inoltre, sono in corso i lavori sul forno crematorio esistente. “Abbiamo – ha precisato Orlando – sia il progetto che le somme. E va avanti l’iter per il forno crematorio nuovo. Il Rup ci ha garantito che il progetto esecutivo sarà consegnato a fine febbraio. Il Comune aveva impegnato 2,8 milioni a valere sull’avanzo di amministrazione ma è passato tempo e servirà un milione in più. Pensiamo di attingere ai fondi Fas destinati in precedenza al cimitero di Ciaculli sia per il progetto di Santa Maria di Gesù, che vale tra i 2,5 e i 3 milioni, sia per il forno crematorio. Con la nomina del commissario il Governo ha previsto altri 2 milioni che non abbiamo ancora impegnato”.

Infine Orlando, che ha anche la delega ai Lavori pubblici, ha approfittato del confronto sui cimiteri per aggiornare il Consiglio sull’accordo quadro per la manutenzione stradale e sullo svincolo di Brancaccio. Per quanto riguarda il primo, “l’Urega ha fissato per il 24 marzo la scadenza per le offerte delle imprese e per il 28 marzo l’insediamento della commissione di valutazione. L’accordo quadro ci consentirà di individuare le aziende ma avremo bisogno anche dei progetti attuativi e delle risorse. Nel frattempo stiamo pensando ad una soluzione ponte che ci accompagni fino all’assegnazione del primo lotto. Non lo faremo con le ordinanze sindacali, questa Amministrazione non ne ha fatte perché mi sono opposto. La Giunta ha approvato un atto transattivo per sanare le ordinanze che erano state fatte senza impegno di spesa. Per questo periodo di transizione stiamo pensando di utilizzare la Rap per il pronto intervento e le manutenzioni. Non ci siamo possiamo limitare alle segnalazioni di pericolo”.

L’Urega ha assegnato anche “l’accordo quadro per la manutenzione e messa in sicurezza del Ponte Oreto”, ha annunciato Orlando. A Brancaccio “gli svincoli sono due, uno sul versante Forum oggetto di una convenzione tra il Comune e la Multi Veste. Purtroppo le cose sono cambiate. La Multi Veste ci ha fatto sapere che con i 3,2 milioni che doveva al Comune per gli oneri di urbanizzazione, a causa dell’aumento dei costi e del nuovo prezziario regionale, non avrebbe potuto realizzare l’intera opera e ci ha fatto una nuova proposta. Loro finiranno le opere di urbanizzazione su una delle bretelle. Per l’altra stiamo cercando di recuperare un vecchio finanziamento della Regione. Per l’altro versante sul lato nord è in corso la redazione del progetto: entro febbraio arriverà il progetto di massima, entro maggio quello esecutivo per il rifacimento completo dello svincolo, per un valore di 5 milioni a valere sui fondi del Pnrr”.

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