Preoccupazione per il cambiamento climatico. L'organizzazione mondiale della sanità invita ad agire o +250mila morti l'anno tra 2030 e 2050.
“Si prevede che tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico provocherà circa 250mila morti in più all’anno per malnutrizione”, malattie come “malaria e diarrea” e “stress da caldo“. E “si stima che entro il 2030 i costi dei soli danni diretti” del climate change “alla salute siano compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari l’anno”. Nel giorno di debutto della Conferenza 2022 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop27) a Sharm el-Sheikh, in Egitto, in un “cupo promemoria” l’Organizzazione mondiale della sanità lancia un severo monito sulla necessità di agire subito, cogliendo l’occazione del summit come “un’opportunità cruciale per il mondo di riunirsi e impegnarsi nuovamente a mantenere vivo l’obiettivo dell’accordo di Parigi”: contenere il più possibile il riscaldamento globale entro 1,5°C.
“La crisi climatica sta già incidendo sulla salute delle persone e continuerà a farlo a un ritmo accelerato, a meno che non vengano presi provvedimenti urgenti”, avverte l’Oms. Il direttore dell’agenzia ginevrina, Tedros Adhanom Ghebreyesus, spiega che “il cambiamento climatico sta facendo ammalare, o rendendo più vulnerabili ad ammalarsi, milioni di persone in tutto il mondo. Ed eventi meteorologici sempre più distruttivi colpiscono in modo sproporzionato le comunità povere ed emarginate. E’ fondamentale che i leader e i decisori politici si riuniscano per mettere la salute al centro dei loro negoziati”.
“La nostra salute dipende da quella degli ecosistemi che ci circondano – sottolinea l’Oms – e questi ecosistemi oggi sono minacciati dalla deforestazione, dall’agricoltura” intensiva “o da altre modalità di sfruttamento del suolo e dal rapido sviluppo urbano. L’invasione sempre più profonda degli habitat animali sta aumentando la possibilità che virus dannosi per l’uomo compiano un salto di specie” arrivando a noi. Ancora, “l’innalzamento della temperatura globale sta causando eventi meteorologici estremi che portano a intense ondate di caldo e siccità”, oppure “a inondazioni devastanti e a uragani o tempeste tropicali sempre più potenti. La combinazione di questi fattori significa che l’impatto” del climate change “sulla salute umana è in aumento ed è probabile che acceleri” ulteriormente.
Già oggi, evidenzia l’agenzia Onu per la sanità, “31 milioni di persone nel Corno d’Africa stanno soffrendo di fame e 11 milioni di bambini sono malnutriti perché la regione sta facendo i conti con uno dei periodi peggiori di siccità degli ultimi decenni”. Inoltre, “la crisi climatica sta pesando sulla sicurezza alimentare e” questo impatto “non potrà che peggiorare, se i trend attuali persistono”. Anche “le inondazioni in Pakistan sono il risultato del cambiamento climatico e hanno devastato vaste aree del Paese. Gli effetti si faranno sentire negli anni a venire”, ma già “oltre 33 milioni di persone sono state colpite e quasi 1.500 centri sanitari danneggiati”.