“Il coraggio della pace” G7, il monito del Papa - QdS

“Il coraggio della pace” G7, il monito del Papa

Carlo Alberto Tregua

“Il coraggio della pace” G7, il monito del Papa

martedì 18 Giugno 2024

I Grandi orientati alla guerra

Joe Biden, presidente degli Stati Uniti d’America, ha fatto in modo di provocare l’invasione russa dell’Ucraina, così da creare un focolaio enorme dentro l’Europa, con l’obbiettivo di distruggere o quantomeno indebolire Vladimir Putin, un autocrate e perfino dittatore.
Però Biden è molto più cauto quando la questione riguarda Taiwan, perché sa che con Xi Jinping, presidente della Cina (o se volete anch’egli dittatore), non si scherza.
Biden era sicuro che tutti i 32 Paesi dell’Occidente aderenti alla Nato l’avrebbero seguito in questo progetto: non si ingannava. Chi più chi meno, ha inviato armi e risorse finanziarie all’Ucraina, senza peraltro contribuire al raggiungimento della pace.
Al contrario, Papa Francesco fin dal primo giorno (24 febbraio 2022) ha cercato di invocare: “Il coraggio della pace”.

Risultato di questa iniziativa è che l’Ucraina è semi-distrutta, forse ci vorranno centinaia e centinaia di miliardi per ricostruirne una parte e intanto oltre venti milioni di quei/quelle poveri/e cittadini/e non vivono più, sono senza lavoro, senza casa, senza servizi e senza “Normalità”.

Il G7 pugliese doveva servire a mettere a fuoco un processo inverso a quello che vi è stato fino a ora e cioè concludere questa insana guerra, la cui responsabilità è nell’invasione di Putin, ma anche di chi ha fatto di tutto perché la esercitasse.

Non sappiamo se fra i cosiddetti Sette Grandi vi sia qualcuno che voglia veramente raggiungere la pace, ma sappiamo che quando Papa Francesco è giunto in quel consesso, ha fatto sentire in modo forte e chiaro la propria voce, che non potrà passare inascoltata data la sua autorevolezza.
Probabilmente nelle prossime settimane non cambierà nulla, però sembra che i colloqui fra ucraini e russi stiano cominciando a intensificarsi, anche in Svizzera.

Vogliamo precisare che l’invito fatto al Papa potrebbe sembrare come un atto di cortesia al Capo della Chiesa cattolica, ma la sostanza è che tale invito è stato rivolto a un capo di Stato qual è il Pontefice, come monarca assoluto del Vaticano. Egli infatti governa tutti e tre i poteri di quel minuscolo Stato.
Biden è arrivato con una proposta che sembra una favola: prestare cinquanta miliardi all’Ucraina garantiti dagli extra utili dei circa trecento miliardi di beni russi sequestrati in occidente.
Sembra che il consesso del G7 abbia approvato questa proposta, ma a distanza di poco tempo non si capisce come essa possa funzionare e vi spieghiamo le ragioni.

I beni sequestrati ai magnati e allo Stato russo in Occidente sono attualmente in una sorta di amministrazione straordinaria: non è detto che producano utili o extra utili e non è detto che siano gestiti bene. Quindi non si capisce come possa garantirsi il finanziamento all’Ucraina con ipotetici utili o extra utili, anche se i beni stessi potrebbero essere una garanzia.

Ma il punto non è questo. Qual è? È che in un’ipotesi di trattativa per la pace, questi beni saranno anch’essi materia di trattativa affinché ritornino ai loro proprietari. Non crediamo infatti che Putin firmerebbe una pace lasciando all’Occidente oltre trecento miliardi di beni dello Stato e dei privati russi.

Da quanto precede si può dedurre che lo stesso presidente americano non abbia alcuna intenzione di muoversi per chiudere la guerra, perché tanto al suo Paese essa non nuoce affatto e non nuoce neanche ad altri tre componenti del G7: Giappone, Gran Bretagna e Canada. Invece nuoce moltissimo a Germania, Francia e Italia.

Il presidente francese Macron è uscito di senno dopo la batosta elettorale delle Europee e con questa mossa disperata delle nuove elezioni del 30 giugno e del 7 luglio spera di ritardare la sua sconfitta. D’altra parte, il cancelliere social-democratico tedesco Olaf Scholz, anch’egli sonoramente battuto nelle scorse elezioni europee, ha la coda fra le gambe e non sa cosa fare.
Giorgia Meloni, invece, ha vinto le elezioni e non è guerrafondaia, seppure segua l’indirizzo statunitense.

Ecco il quadro della situazione, ora bisogna aspettare e vedere cosa accadrà. Ve lo racconteremo nelle prossime puntate.

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