Coronavirus, Bellanova, maggiori aiuti di Stato in Agricoltura - QdS
7 Aprile 2025

Coronavirus, Bellanova, maggiori aiuti di Stato in Agricoltura

Coronavirus, Bellanova, maggiori aiuti di Stato in Agricoltura

sabato 21 Marzo 2020

La Ministro ha spiegato che riguarderanno agroindustria, agricoltura e pesca. "L'Ue ha accolto le nostre proposte". In Sicilia fermo il settore vitivinicolo e calo del 30% del consumo di latte. I produttori iblei, bloccare le importazioni

Il tetto per gli aiuti di Stato viene innalzato, “eccezionalmente e fino al 31 dicembre di quest’anno, a ottocentomila euro per l’agroindustria, centomila euro per l’agricoltura, centoventimila euro per la pesca e l’acquacoltura”.

È il contenuto della comunicazione della Commissione Europea che risponde così al segnale di allarme lanciato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali alle Istituzioni europee per il grave impatto dell’emergenza Covid-19 sui settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura.

A darne notizia è una nota del Mipaaf in cui la ministro Teresa Bellanova evidenzia l’accoglimento da parte della Commissione Europea “delle nostre proposte”.

La Ministro annuncia l’innalzamento del tetto per gli aiuti

“È una decisione – ha detto Teresa Bellanova – che consentirà maggiore efficacia negli interventi a favore del settore, anche se serve un intervento economico coordinato e urgente dell’Europa per il settore primario di tutti gli Stati membri e italiano in particolare”.

“Il lavoro svolto in questi giorni – ha sottolineato la Ministro – di concerto tra Uffici del Mipaaf con la Commissione per la revisione urgente della normativa sugli aiuti di Stato e delle norme quadro sui fondi europei inizia a dare i primi risultati. E quello dell’innalzamento del tetto per gli aiuti di stato per la filiera alimentare è di certo uno tra i più rilevanti”.

La Ministro, forti criticità all’intera filiera e cali nella domanda

“Sono ben consapevole – ha aggiunto – di come l’emergenza stia determinando forti criticità all’intera filiera e un calo notevole della domanda di alcuni prodotti, come per esempio i freschi, anche in seguito alla chiusura dei luoghi della ristorazione. Mentre continuo a sollecitare la distribuzione a sostenere i nostri prodotti e le nostre aziende, perché sui banchi il fresco continui ad avere la giusta centralità, voglio mandare un messaggio chiaro alle nostre imprese e ai lavoratori del settore: siamo tutti al lavoro per loro”.

Teresa Bellanova, “Il Ministero non chiude, grande impegno”

“Il Ministero – tiene a sottolineare Teresa Bellanova – non chiude. I nostri uffici continuano a lavorare con grande impegno, e questa notizia lo evidenzia. Le istituzioni europee stanno dimostrato la dovuta attenzione alle nostre richieste e la risposta della Commissione è l’inizio di un percorso che dobbiamo fare insieme. Il segnale che giunge è positivo, anche se intendiamo lavorare perché il testo sia migliorato. Continueremo con costante impegno perché le donne e gli uomini del nostro alimentare non si sentano soli”.

In Sicilia calo del 30% del consumo di latte

Le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria del coronavirus hanno fatto crollare in Sicilia il consumo del latte vaccino e dei suoi derivati.

Il comparto ha subito una flessione di almeno il 30%.

Un dato che mette in crisi l’intera filiera con effetti devastanti per i trasformatori e gli allevatori.

A sollecitare interventi al Governo nazionale perché adotti misure immediate a supporto della filiera, è stato il Distretto produttivo siciliano lattiero caseario.

I produttori iblei, “bloccate le importazioni”

“Ancora una volta – ha detto il legale rappresentante del Distretto, Enzo Cavallo – gli allevatori, la cui attività non conosce soste e non può fermarsi nemmeno in presenza del coronavirus, rischiano di pagare a caro prezzo le conseguenze di una emergenza tanto improvvisa quanto imprevedibile”.

“Necessitano – ha aggiunto – provvedimenti per salvaguardare gli interessi degli allevatori, a cominciare dalla possibilità di bloccare le importazioni e prevedere finanziamenti agevolati per le aziende, anche attraverso apposite convenzioni con le banche”.

Coldiretti Sicilia, fermo comparto vitivinicolo

Nel 2019 la Sicilia ha esportato vino per 135 milioni ed ora, a causa del coronavirus, il comparto è fermo.

È l’allarme della Coldiretti regionale che sollecita interventi urgenti per il comparto vitivinicolo che negli ultimi anni, soprattutto nell’Isola, ha raggiunto strepitosi traguardi in tutto il mondo e dove, così come rilevato dall’Ismea, con oltre 97 mila ettari di vigneto e circa 37 mila aziende ha una posizione leader in Italia.

Oltre alla chiusura di bar e ristoranti – sottolinea Coldiretti Sicilia – c’è lo stop delle attività anche all’estero dove il comparto vinicolo realizza la maggior parte del proprio fatturato.

Per Coldiretti è indispensabile una forte campagna di comunicazione per sostenere i consumi alimentari con il vino che rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Sicilia alimentare e no. Stati Uniti e Germania, due dei mercati più importanti per l’export regionale, sono fermi, così come le fiere, momento determinante per il comparto e questa situazione sta mettendo in ginocchio le imprese. Per questo occorre intervenire sul fronte degli adempimenti e delle tempistiche connesse con le misure previste dalla Ocm (Organizzazione comune di mercato) di settore con interventi opportuni a livello Ue per sostenere le richieste di proroga e deroghe necessari, così come indicato dal presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, che ha scritto al Ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, sui possibili interventi da attuare.

Tra questi spiccano – aggiunge Coldiretti Sicilia – lo sblocco immediato di tutti i pagamenti di aiuti nazionali e Ue di settore, la possibilità di impiegare anticipatamente le risorse previste per le annualità successive. E ancora: agevolare gli acquisti dei prodotti Made in Italy e delle relative filiere di distribuzione con particolare attenzione al canale Horeca mediante la possibilità di beneficiare di crediti a tasso zero, e una fiscalità di vantaggio sulla vendita e ancor più sulla somministrazione di vini Made in Italy. Di fronte a questo quadro – conclude Coldiretti Sicilia – l’Italia deve farsi portatrice a livello comunitario di un piano di sostegno straordinario di un comparto strategico.

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