Coronavirus, coro di no dal territorio al Covid hospital ad Acireale - QdS

Coronavirus, coro di no dal territorio al Covid hospital ad Acireale

Coronavirus, coro di no dal territorio al Covid hospital ad Acireale

martedì 27 Ottobre 2020

L'appello del presidente della Regione Musumeci e la risposta del sindaco acese Alì che parla di "pessima idea" e chiama a raccolta i primi cittadini dei Comuni limitrofi, come Aci Sant'Antonio. "Situazioni calate dall'alto senza direttive precise"

ACIREALE – Dopo le polemiche – tuttora in corso – scoppiate a Grammichele per la trasformazione dell’Rsa in hotel Covid, è toccato alle comunità dell’acese venire a conoscenza, a giochi fatti, della trasformazione dell’Ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale in ospedale Covid.

Tale decisione, denuncia il sindaco di Acireale Stefano Alì, è stata presa in una riunione convocata dall’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, lo scorso sabato sera, “senza tenere conto delle esigenze dei cittadini e senza consultare i comuni serviti dall’ospedale di Acireale”.

Come accaduto, in pratica, qualche settimana prima a Grammichele.

L’intervento di Musumeci

Sull’argomento è subito intervenuto il presidente della Regione Nello Musumeci.

“Ogni ospedale – ha detto – deve cedere qualcosa per dare precedenza assoluta ai malati di covid. Egoismi e guerre di campanile non sarebbero accettabili, specie in tempi di guerra come quelli che viviamo. E l’ospedale di Acireale è fra questi: perché ha la capienza, ha la terapia intensiva, ha il personale sanitario necessario ed è a sette minuti dal più vicino ospedale di Catania”.
“Ritengo però necessario che, assieme alla sua temporanea conversione – aggiunge Musumeci – l’ospedale acese mantenga attivo il suo Pronto soccorso: l’emergenza deve essere assicurata giorno e notte, in assoluta sicurezza anti Covid. Lo stesso vale per tutti i servizi ambulatoriali, che dovranno continuare a essere forniti ai cittadini di Acireale, seppure in un altro sito della città. E’ una misura sofferta ma necessaria, condivisa con l’assessore regionale per la Salute. E sono certo che la generosa Comunità acese saprà, anche stavolta, esprimere solidarietà concreta verso i più sfortunati che verranno colpiti dal Covid. Solo se restiamo uniti e prudenti riusciremo a vincere questa dura battaglia, a conclusione della quale l’ospedale di Acireale potrà riprendere la sua normale attività, peraltro più dotato e attrezzato di prima”.
Per il Sindaco acese una pessima scelta

Ma per il primo cittadino convertire il nosocomio in Covid hospital è una “pessima scelta” perché “si mette a rischio la salute della gente. Sospendere il pronto soccorso può causare effetti drammatici”. “Viene risolta – prosegue il sindaco di Acireale – in maniera così drammatica l’assenza di un ospedale Covid regionale, una carenza che avevamo già segnalato all’assessore il 5 maggio con la richiesta di tutti i sindaci della provincia di individuare una nuova struttura alternativa. In Lombardia hanno realizzato un ospedale in fiera, in Sicilia si sceglie di trasformare un ospedale che serve un importante territorio”.

“Ho chiesto – conclude Alì – al presidente del Consiglio di convocare con assoluta urgenza un Consiglio comunale sull’argomento e chiedo a tutti i sindaci del comprensorio di attivarsi per bloccare questa scelta assurda”.

Anche altri sindaci del territorio sul piede di guerra

All’appello ha subito risposto il sindaco di Aci Sant’Antonio, Santo Caruso: “Quello che sta accadendo in merito al nosocomio acese – sostiene Caruso – è gravissimo: va trovata una soluzione di concerto con i sindaci del territorio. E va trovata in fretta. L’assessore Razza accolga le nostre istanze, per il bene di tutti i Comuni della zona. È incredibile dover assistere da spettatori ad una gestione dell’emergenza che osservata così appare approssimativa: i sindaci sono sempre più soli in questa fase così delicata, costretti a gestire situazioni calate dall’alto per le quali spesso non vengono fornite direttive precise, diventando una sorta di avamposto, di filtro per i malumori della gente”.

Contraria José Marano (M5s)

Sulla questione si è espressa duramente anche la deputata regionale del Movimento Cinque Stelle Jose Marano: “Ho appreso dal sindaco di Acireale della inaccettabile decisione dell’assessore Razza, di convertire per intero l’ospedale di Acireale in un Covid Hospital. Una decisione presa a quanto pare senza alcun confronto con le istituzioni locali e con i cittadini”.

“Questa – aggiunge la pentastellata – è la cartina di tornasole di una mancanza di programmazione dimostrata anche dal fatto che dal governo regionale non abbiamo notizie sul piano di ospedalizzazione per la provincia di Catania. Eppure lo chiedo da mesi e mesi. Il primo atto parlamentare l’ho depositato a febbraio di quest’anno, cioè nove mesi fa. Chiedevo proprio ciò all’assessore Razza, di preparare le strutture per la seconda ondata e di utilizzare strutture sanitarie dismesse per approntare Covid Hospital (per esempio l’Ascoli Tomaselli e il Vittorio Emanuele). Invece l’assessore Razza cosa fa? Anziché ascoltare i deputati e i territori, agisce senza nessuna condivisione”.

“Sono – conclude Marano – senza se e senza ma al fianco del sindaco di Acireale, che ha chiesto la convocazione di un Consiglio comunale sul tema al quale parteciperò da cittadina e da rappresentante delle istituzioni. Parlerò con i miei colleghi affinché questo caso venga portato e discusso in aula in Assemblea regionale siciliana e inoltre l’Assessore dovrà spiegare ai sindaci del comprensorio di questa vicenda, perché chiederò un’audizione in commissione sanità”.

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