I ristoratori lamentano una situazione insostenibile. Chiedono di poter riaprire in sicurezza e di non dover, poi, richiudere dopo gli approvvigionamenti.
Ristoratori in piazza con i tavoli apparecchiati davanti alla Prefettura di Enna. La manifestazione “Mai più chiusi”, organizzata dai ristoratori ennesi ha visto la partecipazione di oltre 200 persone tra partite iva, proprietari di palestre, di cinema, il mondo dello spettacolo, le lavanderie, i bar, gli alberghi, gli agriturismi, i b&b, le discoteche, gli Ncc, le agenzie di viaggio, le guide turistiche, le pizzerie, i teatri, i fotografi, ma anche persone della società civile, arrivati anche da fuori provincia per chiedere al governo nazionale l’eliminazione del coprifuoco e dei colori che condizionano l’andamento della vita economica.
Una manifestazione pacifica al termine della quale sono stati consegnati al prefetto di Enna, Matilde Pirrera, al sindaco, Maurizio Dipietro e ai deputati nazionali Fabrizio Trentacoste e Andrea Giarrizzo un documento con le richieste, tra le quali campeggia quella della dignità del lavoro. “Siamo in piazza a 60 anni – dice un ristoratore di Enna – e dopo una vita trascorsa in cucina, dove scorre il sangue dei miei genitori, siamo qui a chiedere che ci facciano aprire subito, in sicurezza ma subito.
Aprire e chiudere è deleterio per noi. Affrontiamo spese enormi per approvvigionarci e dopo due settimane ci fanno richiudere. Siano disperati”. Tanti gli interventi da un palco improvvisato e le testimonianze anche degli extra alberghieri che hanno denunciato il fatto che i loro settore non è mai stato chiuso ma, non essendoci turisti, anche loro sono al collasso. “La situazione è insostenibile – dice il proprietario di un ristorante che lavora prevalentemente con il settore wedding -. Tra lo scorso anno e il 2021, 116 imprenditori si sono suicidati in Italia nel silenzio generale. I ristori sono stati insufficienti. Adesso dobbiamo riaprire”.