Crisi rifiuti in Sicilia, chiusura discarica di Lentini e costi in aumento

Stop rifiuti all’estero e caos spazzatura, si cercano soluzioni per la crisi: ecco le ipotesi in campo

Stefano Scibilia

Stop rifiuti all’estero e caos spazzatura, si cercano soluzioni per la crisi: ecco le ipotesi in campo

Simone Olivelli  |
lunedì 24 Giugno 2024

Ancora una volta in Sicilia l'arrivo dell'estate rischia di coincidere con l'inizio di un nuovo caos. Prossime ore decisive.

Nel giro di poche ore per il governo Schifani la prospettiva da cui guardare al fenomeno delle spedizioni all’estero dei rifiuti è cambiata drasticamente. Da problema economico, per l’aumento dei costi a carico dei Comuni su cui ricade l’onere di finanziare il servizio, a possibile crisi sanitaria, per l’impossibilità di continuare a mandare fuori dall’Italia le eco-balle.

Il caso è esploso nel momento in cui Sicula Trasporti ha annunciato la chiusura dei cancelli dell’impianto di trattamento meccanico-biologico di Lentini, in seguito a un provvedimento del tribunale di Catania che ha specificato l’impossibilità per la società, che dal 2020 è in amministrazione giudiziaria, di continuare a gestire i rifiuti in regime di autorizzazione temporanea.

La società, infatti, a oggi possiede il nulla osta per lo smaltimento in discarica e non per il conferimento dei sovvalli – il prodotto in uscita dal Tmb – nei termovalorizzatori. Una possibilità che nell’ultimo anno Sicula aveva avuto grazie a una deroga concessa nell’attesa di ottenere l’approvazione delle nuove autorizzazioni. L’iter, che in un primo tempo si pensava potesse essere breve, si è però rivelato più lungo nel momento in cui si è capito che la richiesta doveva essere oggetto della cosiddetta verifica di assoggettabilità alla valutazione d’impatto ambientale. 

E così, ancora una volta, in Sicilia l’arrivo dell’estate rischia di coincidere con l’inizio di un nuovo caos legato alla spazzatura, l’ennesimo atto di un’opera che vacilla tra tragedia e commedia e in cui tutte le istituzioni coinvolte, al di là dei proclami, danno l’impressione di non avere idea di quale possa essere la ricetta per arrivare a una qualche forma di normalità. Sulla scia di questa consapevolezza, proprio oggi a mettere l’ennesima toppa dovrebbe essere l’assessore regionale ai Rifiuti Roberto Di Mauro. Dopo un primo incontro svoltosi sabato, un’altra riunione è prevista per la mattinata. All’ordine del giorno c’è la ricerca di spazi per tenere in Sicilia i rifiuti. Gli stessi che, negli ultimi anni, per una buona parte, sono partiti in direzione dei termovalorizzatori sparsi in giro per l’Europa per un motivo ben preciso: la mancanza di spazi in Sicilia.

Crisi rifiuti in Sicilia, il ritorno delle vecchie polemiche

Il principale problema, al momento, è la necessità di evitare che i rifiuti rimangano nelle strade. A rivolgersi a Sicula Trasporti è circa un terzo dei 391 comuni dell’isola. Tra questi c’è il Comune di Catania che, negli anni scorsi, in più di una circostanza ha fatto i conti con i cumuli di sacchetti a formare discariche abusive sempre più grandi. Uno scenario che con le alte temperature previste nei prossimi giorni comporterebbe conseguenze particolarmente gravi anche dal punto di vista sanitario.

Per evitare che la situazione precipiti serve trovare disponibilità nelle discariche attualmente aperte in Sicilia. La ricerca non è semplice, per i pochi spazi a disposizione e per la conseguente pretesa da parte di chi li gestisce di gestire le capacità in maniera oculata. Nel recente passato, tra coloro che hanno maggiormente protestato nei confronti degli interventi decisi dalla Regione c’è stata la Srr Caltanissetta Sud, proprietaria della discarica pubblica di Gela

I gestori saranno tra i partecipanti alla riunione di oggi. Stando a quanto risulta al Quotidiano di Sicilia, da Gela non dovrebbe arrivare disponibilità. La tesi è sempre la stessa: bisogna dare precedenza ai Comuni dell’area nissena.

La sensazione è che a conti fatti la richiesta di spazi possa essere formulata nei confronti della Catanzaro Costruzioni, l’impresa proprietaria della discarica privata di Siculiana (Agrigento), che negli anni scorsi si è mostrata parzialmente disposta ad andare incontro alle esigenze generali. Un’altra discarica aperta, attualmente, è quella di Oikos a Motta Sant’Anastasia. Anch’essa privata, la discarica sta funzionando nonostante nel 2023 il Cga abbia ordinato la chiusura in seguito all’annullamento delle autorizzazioni ambientali concesse a fine anni Duemila. La riapertura è stata possibile per decisione dello stesso Consiglio di giustizia amministrativa, in attesa che venga esaminato il ricorso per la revocazione della sentenza. In ogni caso, gli spazi da Oikos dovrebbero essere limitati ed è difficile pensare che l’assessorato possa puntare su di essa più di tanto.

Crisi rifiuti in Sicilia, la ripartenza del Tmb di Trapani

Per un impianto di trattamento meccanico-biologico che rischia di rimanere fermo, un altro è in procinto di riprendere le attività. Si tratta di quello pubblico gestito da Trapani Servizi. Il sito, a inizio anno, aveva dovuto spegnere i macchinari per uno sforamento nei parametri chimici previsti dalla normativa. Una situazione che, a detta dei gestori, era dovuta non alla qualità dei processi di trattamento effettuati nell’impianto trapanese ma alla scadenza del decreto del ministero dell’Ambiente che, nel 2010, aveva concesso delle deroghe al rispetto dei parametri chimici registrati nei rifiuti in uscita dal Tmb. 

Stando a quanto appreso dal Qds, ottenuto conforto dalle nuove analisi effettuate, la ripresa delle attività dell’impianto di Trapani Servizi dovrebbe avvenire a partire dall’1 agosto. La notizia è senz’altro buona per quella parte di comuni che non portano l’indifferenziata a Lentini, ma comunque non rappresenterà una soluzione al problema delle mancate autorizzazioni di Sicula Trasporti. In quest’ultimo caso, infatti, la questione resta quella di sapere cosa fare dei rifiuti già processati dal Tmb. 

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