De Lucia: “Cosa nostra vuole ricostruire la forza degli anni ‘80” - QdS

De Lucia: “Cosa nostra vuole ricostruire la forza degli anni ‘80”

De Lucia: “Cosa nostra vuole ricostruire la forza degli anni ‘80”

martedì 17 Settembre 2024

Lo ha detto a Castellammare del Golfo il procuratore della Repubblica di Palermo, De Lucia, analizzando la fase attuale di organizzazione della mafia, anche sul territorio trapanese

CASTELLAMMARE DEL GOLFO – “Lavoriamo per indebolire tutti i pezzi di una sola struttura che è ‘Cosa nostra’ e che oggi tenta di ricostruire la forza degli anni ’80, senza distinzione tra mafia militare e dei colletti bianchi; che non sono separate poiché la mafia trattava ai piani alti dell’imprenditoria e della politica, con alle spalle la forza militare di quelli che uccidevano”.

Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Palermo Maurizio De Lucia al castello arabo normanno di Castellammare del Golfo nel corso della presentazione del libro “L’armata del diavolo” di Calogero Ferrara, Procuratore delegato europeo, già sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo e Francesco Petruzzella, analista informatico della Procura di Palermo.

Nel corso dell’incontro, moderato con un interessante e fluido colloquio da Franco Nuccio, direttore dell’agenzia giornalista Ansa di Palermo, gli autori e il procuratore de Lucia hanno scandagliato il fenomeno mafioso dal punto di vista della documentazione pubblica interna alla magistratura, spaziando dal periodo dello stragismo alla recente cattura di Matteo Messina Denaro.

Il sindaco di Castellammare del Golfo, Giuseppe Fausto, ha salutato così l’evento: “Fare memoria degli anni dello stragismo significa non dimenticare ma soprattutto vuol dire comprendere cosa è la criminalità organizzata – ha detto il primo cittadino nel corso dell’incontro – sono profondamente grato per la presenza a Castellammare del Golfo degli autori del libro, il dottor Francesco Petruzzella e il Procuratore Calogero Ferrara, e ringrazio per la preziosa partecipazione il Procuratore Maurizio de Lucia e Franco Nuccio direttore dell’agenzia Ansa di Palermo che ha reso l’incontro particolarmente interessante. Ringrazio tutte le autorità che sono state presenti e l’imprenditrice Silvia Bongiorno che ha promosso e reso possibile questo incontro. E ci tengo a ringraziare i dirigenti scolastici, gli insegnanti e soprattutto gli studenti degli istituti comprensivi Piersanti Mattarella, Pascoli e Pitrè che hanno partecipato alla presentazione di un libro che è ‘necessario’ conoscere per una ricostruzione precisa e documentata della crudeltà ed efferatezza della mafia”.

“‘L’armata del diavolo” è un lavoro prezioso che – ha concluso il sindaco Fausto – rende ancor più l’idea dell’antitesi rappresentata dall’impegno di chi, come il nostro concittadino Piersanti Mattarella, ha detto no a costo della vita, come anche altri nostri concittadini vittime di mafia, Paolo Ficalora e Gaspare Palmeri”.

Nella gremita sala dell’antico maniero di Castellammare del Golfo, Franco Nuccio ha invitato Francesco Petruzzella e Calogero Ferrara a parlare di casi specifici, come il più efferato indicato nell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido, ma anche di legislazione, dell’arresto di Matteo Messina Denaro, delle intuizioni di Giovanni Falcone e del suo isolamento.

“L’unica attenuante che ho è che ero giovane – ha detto il procuratore De Lucia – ma non mi sono mai dimenticato l’errore, perché Giovanni Falcone aveva compreso qual era il sistema vero per contrastare la mafia. Tutte le volte che ne parliamo dovremmo chiedere scusa per come è stato trattato dagli altri magistrati. Non ci sono giustificazioni. Alla base c’è l’invidia di tanti piccoli davanti ad un grande”.

E ancora ha commentato De Lucia: “Non è vero che non interessa più parlare di mafia. Bisogna saperlo fare usando gli strumenti della conoscenza, dell’approfondimento e del ragionamento. È essenziale il modo di approcciarsi – ha sottolineato il procuratore De Lucia – per comprendere un fenomeno complesso qual è la mafia, proprio come fa il libro di Ferrara e Petruzzella, che non sono né scrittori né giornalisti e offrono il punto di vista di chi lavora all’interno della macchina della giustizia. Un altro aspetto importante, poiché le grandi case editrici oggi dettano l’agenda, è la scelta della casa editrice Ottavio Navarra di pubblicare con coraggio un libro davvero interessante che non fa solo memoria ma ricostruisce ‘Cosa nostra” degli anni ‘80”.

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