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Diritti previdenziali padri lavoratori 2023, a quanto ammontano e come indicarli

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Diritti previdenziali padri lavoratori 2023, a quanto ammontano e come indicarli

Salvatore Freni  |
lunedì 17 Aprile 2023

L’INPS fornisce le istruzioni per la gestione dei diritti spettanti ai padri lavoratori dipendenti con apposito messaggio.

Con il messaggio n. 1356 dello scorso 12 aprile 2023 l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) fornisce indicazioni su come gestire i congedi, le dimissioni e gli eventuali licenziamenti dei padri lavoratori dipendenti i quali, in caso di decesso, di grave infermità o di abbandono del coniuge, devono prendersi cura del bambino. Essi, per ottenere i trattamenti di cui si dirà appresso, dovranno presentare al datore di lavoro apposita certificazione dello stato del coniuge, nei primi due casi, e dichiarazione sotto la propria responsabilità nel terzo caso.

Tutti i diritti dei padri lavoratori dipendenti

I padri lavoratori dipendenti, compresi coloro che adottano un bambino o gli affidatari di un bambino, hanno i seguenti diritti:

  • al congedo di paternità o alternativo fino al primo anno di vita del bambino;
  • in caso di dimissioni, all’indennità di disoccupazione NASpI (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego), nel caso in cui ricorrono anche le altre condizioni previste della legge e dalla contrattazione collettiva;
  • per i lavoratori con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, alla corresponsione, da arte del lavoro, del .ticket di licenziamento;
  • nel caso di dimissioni non devono dare il preavviso al datore di lavoro;
  • l’eventuale licenziamento intimato dal datore di lavoro nel periodo di astensione è nullo.

A quanto ammonta la NASpI ed il ticket licenziamento spettante

Gli aiuti economici di cui all’intestazione sono dovuti come segue:

  • NASpI – la cui retribuzione di riferimento per il relativo calcolo è pari ad euro 1.352,19 euro per il 2023. L’importo massimo mensile della Naspi per il 2023 è fissato in euro 1.470,99 euro al mese;
  • Ticket licenziamento – il cui importo è fissato in misura pari al 41% del massimale mensile di disoccupazione (il cui importo è comunicato con apposita circolare INPS ogni anno) per ogni 12 mesi di anzianità aziendale del rapporto di lavoro cessato negli ultimi tre anni.

Il contributo, per l’anno 2023, è pari a 603,10 euro (41% di 1.470,99 euro) per ogni anno di lavoro effettuato, fino ad un massimo di 3 anni (l’importo massimo del contributo è pari a 1.809,30 euro – arrotondato alle 2 cifre – per rapporti di lavoro di durata pari o superiore a 36 mesi).

Come i datori di lavoro devono indicare all’INPS le corresponsioni ai padri lavoratori alle loro dipendenze

Durante l’astensione in argomento vanno versati contributi figurativi i quali sono indicati nelle denuncie contributive mensili UniEmens come segue:

Per le cessazioni del rapporto di lavoro

per i rapporti di lavoro cessati dal 12 aprile 2023 (data di pubblicazione del messaggio INPS n. 1356 citato sopra) – utilizzare il codice <TipoCessazione “IS” che ha il più ampio significato di Dimissioni per giusta causa o intervenute durante il periodo tutelato di maternità e del lavoratore padre ai sensi dell’art. 55 del D.lgs. n. 151/2001”;

per i rapporti di lavoro cessati prima del 12 aprile 2023 –  i datori di lavoro devono operare con l’invio di flussi regolarizzativi sull’ultimo mese di attività del lavoratore, da effettuarsi entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello di pubblicazione del messaggio qui citato, (entro il 16 luglio 2023) esponendo il nuovo codice Tipo Cessazione “1S” e il codice “M400”.

Occorre dire che sui versamenti da effettuare entro il 16 luglio 2023 non sono calcolate sanzioni ed interessi per ritardato versamento.

Per la corresponsione del ticket licenziamento

Ai fini del versamento del c.d. ticket di licenziamento, i datori di lavoro devono attenersi alle indicazioni operative fornite con la circolare INPS n. 40/2020.

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