Maurizio Caserta “sotto esame” delle associazioni catanesi - QdS

Maurizio Caserta “sotto esame” delle associazioni catanesi

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Maurizio Caserta “sotto esame” delle associazioni catanesi

Chiara Borzì  |
venerdì 05 Maggio 2023

Il docente UniCT, candidato a sindaco del Pd, ha risposto alle domande del network Fermento.

CATANIA – Dodici domande da dodici associazioni catanesi riunite nel network Fermento Urbano, rivolte al candidato sindaco del Partito Democratico Maurizio Caserta, hanno concretizzato l’idea dem per Catania nella corsa alle comunali 2023.

Caserta ha risposto a tutte le domande dei portavoce nel dibattito moderato dal redattore del “Quotidiano di Sicilia”, Antonio Leo, organizzato in “Isola Catania” dal network “Fermento Urbano”.

Maurizio Caserta, le domande al candidato sindaco

Istruzione, giovani e cultura sono stati gli argomenti iniziali. Il capoluogo etneo non riesce a trattenere i propri talenti in città.

“È un problema legato alla remunerazione – ha analizzato il professore catanese -. Nessuno vuole essere pagato meno di quello che vale. Alla voce remunerazione va considerato anche l’ambiente di lavoro, la regolarità dei rapporti. La risposta sta nel mercato che non funziona, che a Catania non paga abbastanza in termini economici e umani”.

La dispersione scolastica è poi un problema drammatico. La scuola è vista come una forma di “passività”, specialmente in periferia.

“Dobbiamo far capire ai ragazzi che la scuola è l’unica strada che porta a raggiungere risultati concreti nella nostra realtà. Il tasso di abbandono scolastico a Catania è drammatico ed è un problema da cui dobbiamo uscire prima possibile – ha spiegato Caserta -, facendo anche rispettare le regole che la contrastano. Il ‘non disturbare’ credo sia un principio aberrante, soprattutto se arriva da chi governa. Il Comune ha assistenti sociali che possono intervenire il sindaco può essere il primo, con i propri risultati, a dare l’esempio dell’importanza degli obiettivi raggiunti grazie allo studio. Specialmente in periferia la scuola viene vista come un’attività “passiva”, da scontare senza risultati reali”.

Catania deve puntare sugli ospedali di comunità per far funzionare meglio i servizi sanitari generali

“La sanità universale è da difendere a tutti i costi – ha evidenziato il candidato Dem -. Possiamo citate il PNRR che ha un’intera missione dedicata alla formazione di strutture intermedie, come l’ospedale di comunità. È indispensabile che Catania abbia tutti gli ospedali in centro? Credo di no. Le ambulanze hanno difficoltà a passare da via Plebiscito per arrivare al Vittorio Emanuele. C’è una lista di interventi già finanziati al Comune di Catania, abbiamo i documenti, ma non mi pare ci siano progetti particolarmente significativi”.

Sulla cultura è sincera l’idea del candidato sindaco Maurizio Caserta.

“Casa, cibo e salute sono i tre elementi indispensabili all’interno di una comunità. Se le risorse sono limitate, la dove i tempi permettono, si farà una politica culturale basata sull’equilibrio tra l’attività amministrativa e le associazioni. Le associazioni possono far valere il proprio ruolo in città andando in competizione col Comune o collaborando con il pubblico”.

Solo il rispetto delle regole, poi, può incentivare l’imprenditoria a Catania e l’impronta ecologica sarà misurata.

“L’impegno a Catania oggi passa da ogni forma di impresa, anche no profit. Alla domanda se c’è posto per altro rispondo di sì. Non è banale mettere inserire la legalità tra le garanzie da dare a un imprenditore catanese. La legge garantisce stabilità alla programmazione, e sui vincoli permette di attrezzarsi. Catania è un ambiente disordinato e solo una città ordinata mette in condizioni l’imprenditore di capire cosa fare e come. Poi – ha aggiunto Caserta – un’azienda dalla forte impronta ambientale deve sapere di dover pagare o intervenire per risanare l’impatto lasciato sul territorio. Nel nostro programma è inserito lo zero sfruttamento di suolo, è una scelta ulteriore che si allaccia all’esigenza di riqualificare alcune zone, come Acquicella Porto, che ha valenza da diversi punti di vista. Su Librino – ha concluso il candidato del Partito Democratico a Catania – non porterei uffici giudiziari, ma ristoranti stellati per creare nuovi presidii. Più che la cittadella giudiziaria, porterei un distaccamento universitario”.

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