Domestici, lavoratori regolari in aumento grazie ai cambiamenti imposti dal Covid - QdS

Domestici, lavoratori regolari in aumento grazie ai cambiamenti imposti dal Covid

Domestici, lavoratori regolari in aumento grazie ai cambiamenti imposti dal Covid

martedì 26 Aprile 2022

Terzo rapporto annuale Domina: nel 2020 in Sicilia sono 46mila (+9,1% rispetto all’anno precedente). Impulso dal lockdown: famiglie “costrette” a ripensare i propri modelli organizzativi

PALERMO – In un 2020 segnato, in Italia e non solo, dagli effetti della pandemia di Covid-19. Il lavoro domestico, in particolare, ha avuto forti ripercussioni dall’emergenza sanitaria: il lockdown e le restrizioni alla mobilità e alle attività sociali hanno, infatti, costretto le famiglie a ripensare i propri modelli organizzativi e le proprie spese. Ciò nonostante, in Sicilia a fine 2020 i lavoratori domestici regolari sono circa 46 mila, in aumento rispetto all’anno precedente (+9,1%). Questo è quanto emerge dai dati contenuti nel terzo rapporto annuale Domina sul lavoro domestico, presentato in Senato lo scorso 8 aprile.

Regolari in aumento in tutte le Regioni

In totale sono 992 mila in Italia. E se si contano gli oltre un milione ancora senza contratto, si arriva a 2,3 milioni di famiglie datori di lavoro. Il 94,9% dei datori di lavoro domestico è di nazionalità italiana.
Gli stranieri comunitari rappresentano il 2,4%, mentre gli extra Ue il 2,6%.

Le donne rappresentano il 57,1%, (il 60,3% in Sicilia) dei datori di lavoro, anche se nell’ultimo anno gli uomini – si evince dal rapporto – hanno registrato un aumento lievemente maggiore (+9,4%, contro +7,8% delle donne).

Datori di lavoro per fascia d’età

Interessante anche l’analisi dei datori di lavoro per fascia d’età: le due classi più rappresentate sono quella sotto i 60 anni (31,5%) e quella sopra gli 80 (35,9%). In questo caso, si può ipotizzare che la prima fascia sia caratterizzata prevalentemente da rapporti di colf o baby sitter, mentre la più anziana da rapporti di badante (anche se, va ricordato, non sempre il datore di lavoro coincide con il beneficiario della prestazione).

Tra i 920 mila datori di lavoro regolari, inoltre, figurano 98.310 grandi invalidi (9,9% del totale) e 3.501 sacerdoti (0,4%). I grandi invalidi sono aumentati nell’ultimo anno (+6,1%), mentre i sacerdoti sono diminuiti (-2,6%).

Inoltre, in aggiunta alle persone fisiche, vi sono 1.788 persone giuridiche che figurano come datori di lavoro domestico, in lieve calo nel 2020 (-3,1%). Di questi, il 35,2% si trova al Nord, il 38,7% nel Centro e il 26,2% al Sud e Isole. Dai dati Inps è, inoltre, possibile evincere i casi in cui esiste un legame di parentela tra lavoratore e datore di lavoro domestico. Sono infatti 633 i casi in cui datore e lavoratore sono coniugati (nell’80,4% dei casi il lavoratore è donna).

Molto più frequente il legame di parentela (fino al terzo caso)

Si tratta di oltre 19 mila rapporti di lavoro, anche in questo caso con una prevalenza di donne tra i lavoratori (76,2%). Nel 2020 i rapporti di lavoro con lavoratore coniuge sono aumentati del 5,7%, mentre quelli con lavoratore parente o affine sono aumentati del 4,5%.

Convivenza tra lavoratori e datori di lavoro

Ancora più frequente, inoltre, la situazione di convivenza tra lavoratori e datori di lavoro domestico. Si tratta, infatti, di quasi 220 mila rapporti di lavoro, pari a circa un quinto del totale.
Al Sud si registra anche la più bassa incidenza femminile (sotto il 90% nel Lazio, in Campania, Sicilia e Calabria), mentre si supera il 95% di donne in Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.

Infine, oltre alle persone fisiche coinvolte nel Ccnl, vi sono 1.788 persone giuridiche che figurano come datori di lavoro domestico, in lieve calo nel 2020 (-3,1%). Si tratta essenzialmente di confraternite religiose che assumono direttamente il lavoratore domestico attraverso il Ccnl.

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