Falsi i dati del turismo con il “nero” dilagante - QdS

Falsi i dati del turismo con il “nero” dilagante

Carlo Alberto Tregua

Falsi i dati del turismo con il “nero” dilagante

venerdì 05 Luglio 2024

Aumentare controlli sistematici

Sono stati resi noti i dati relativi alle presenze (pernottamenti) in Italia nel 2023. Sono dati rilevati con diversi modi e da diversi enti, fra cui l’Istat, l’Enit e via enumerando.
Nel nostro Paese sono stati certificati 451 milioni di pernottamenti nelle venti regioni e nelle due province a statuto speciale, il che dimostra che gli stranieri hanno ripreso a desiderare di visitare l’Italia, sia al mare che in montagna, nelle città d’arte o in altri luoghi suggestivi.

Ricordiamo che l’Italia è il Paese che ha il maggior numero di siti materiali che fanno parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco, nonché altri 12 immateriali. Quindi non vi è alcun paragone con nessun’altra zona del mondo per attrattiva di ogni genere, montana, marina, cittadina.
In questo quadro risaltano con prepotenza le presenze (o pernottamenti) del Veneto con ben 72 milioni circa di turisti; nel lato opposto della classifica si trova la nostra Regione con meno di 17 milioni.

Dal raffronto fra le due cifre si evidenzia con grande chiarezza come il numero di presenze di visitatori locali, nazionali e stranieri sia del tutto insufficiente se ragguagliato con i numeri delle altre regioni e città.

Cosa giustifica tale insufficienza? In primo luogo il fatto che il turismo nella nostra Regione non è organizzato, in quanto ogni Comune, ogni Ente e la stessa Regione sono scollegati: non sfruttano le sinergie e di conseguenza non riescono a far girare i turisti per tutti i siti importanti della Sicilia.
Il secondo elemento oggettivo è la mancanza di infrastrutture ferroviarie, per cui i turisti che vengono sono costretti a viaggiare in autobus oppure con mezzi privati. Ma qui casca l’asino, perché le strade statali, provinciali e le poche autostrade non consentono spostamenti rapidi e veloci, come accade da Roma in su, con la conseguenza che sono resi difficoltosi i trasferimenti, che oltretutto diventano onerosi per costi e tempi. Non parliamo dei treni, che ancora viaggiano con orari da anteguerra.
Terzo, la mancata organizzazione di cui al punto uno impedisce quei vantaggi multipli che deriverebbero ai nostri ospiti-visitatori qualora fossero assistiti come accade nelle regioni avanzate di tutta Europa.

Ma i dati delle presenze (pernottamenti) sono veri? A noi non sembra e vi spieghiamo perché.
Se giriamo per città come Catania, Palermo, Ragusa o Messina gli immobili dei centri, ma anche attigui ai centri, sono sempre di più adibiti ad affitti brevi, cioè i cosiddetti Bed and Breakfast (B&B) e i Room and Breakfast (R&B).
Una norma dell’attuale ministro Santanchè ha stabilito che i pernottamenti non debbano essere inferiori a due, peraltro confermando un’abitudine ormai consolidata.

Chi esercita questa attività dovrebbe regolarmente annunciare le presenze alla locale Questura, versare la Tassa di soggiorno e inviare le segnalazioni alla Provincia o all’Ente del turismo. Ma queste prescrizioni non vengono osservate in moltissimi casi, per cui è deducibile un “nero” notevole, vale a dire un’evasione. Si tratta di un’evasione fiscale perché i ricavi non vengono dichiarati, il che comporta una mancata contabilizzazione delle presenze che certamente incrementerebbe quel dato ufficiale.

Perché accade quanto descriviamo? Anche in questo caso – come in quello dei contributi previdenziali, della sicurezza sul lavoro, della regolarità dei contratti dei dipendenti – dobbiamo denunziare una mancanza di controlli, non sporadici o a campione ma sistematici, perché i controlli sporadici non approdano a niente.

Infatti l’evasore fa un ragionamento elementare: ho una probabilità, poniamo, su un milione, di essere controllato e quindi di essere scoperto; quando ciò accadrà pagherò la multa il cui importo è molto più basso di quanto ho risparmiato non pagando Irpef, Irpeg e Tassa di soggiorno. Dunque, un semplice calcolo di convenienza.

Bisognerebbe ribaltare tale convenienza per non mantenerla e questo potrebbe accadere, come prima indicato, con i controlli sistematici casa per casa, immobile per immobile, in modo da recuperare imposte e soprattutto scoprire il numero effettivo di pernottamenti che vi sono nella nostra regione.
Non possiamo sottacere che il fenomeno indicato è comune in tantissime regioni del Paese. Mal comune mezzo gaudio?

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