Posidonia oceanica e fondali marini degradati, missione in Tunisia

Fondali marini degradati, Arpa Sicilia individua area che verrà “rigenerata”

Michele Giuliano

Fondali marini degradati, Arpa Sicilia individua area che verrà “rigenerata”

mercoledì 28 Giugno 2023

Passi avanti per il progetto “Miarem” che rientra nell’ambito della cooperazione internazionale tra Italia e Tunisia.

PALERMO – Un ulteriore passo è stato fatto nel progetto Miarem, un programma di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Tunisia per ricolonizzare i fondali degradati. Con l’ultima missione in Tunisia è stato individuato il sito in cui effettuare le attività di ripristino con Posidonia oceanica. Le attività per l’individuazione di una serie di potenziali aree di impianto del progetto Miarem-Méthodologies Innovantes et Actions de Renforcement pour protéger l’Environnement Méditerranéen-erano state avviate nella primavera del 2022 con l’analisi di una cospicua porzione di costa tunisina, da Bizerte a Monastir, mediante degli studi preliminari effettuati dai partner tunisini sulla base della ricerca bibliografica e l’analisi di immagini satellitari. Alcune delle aree individuate erano già indagate dall’estate all’autunno del 2022.

La zona scelta in via definitiva si trova ad una profondità di circa 8/9 metri ed è caratterizzata da un’ampia zona di sabbia. Le indagini hanno consentito inoltre di stimare la sua estensione superficiale, di circa 6.000 metri quadrati, utili ad ospitare le attività di riforestazione e la posa dei massi a protezione della nuova prateria, la cui estensione prevista sarà di circa 1000 metri quadrati. Sempre nello stesso sito il partenariato di progetto installerà l’impianto sperimentale, che prevederà l’uso di supporti realizzati in materiale vegetale locale, la stipa tenacissima, utilizzata in quest’area della Tunisia per la realizzazione di diversi manufatti artigianali, per valutare la utilizzabilità di supporti ecosostenibili per tale tipologia di intervento.

Con la conclusione di questa fase si entra quindi nel cuore del progetto, che è previsto sia portato a compimento entro le prime settimane dell’estate 2023, con la materiale realizzazione del trapianto delle talee di Posidonia oceanica che verranno prelevate da una prateria donatrice e collocate in quella da ricostruire. I supporti con le talee verranno fissati sul fondale marino secondo uno schema definito preliminarmente che favorisca al massimo i processi di ricolonizzazione dei fondali degradati.

Posidonia oceanica, collaborazione Sicilia-Tunisia

La collaborazione Sicilia-Tunisia nasce dalla necessità di proteggere e condividere una parte del Mediterraneo, che diventa luogo di sfruttamento economico, e che quindi va difeso e rispettato per salvaguardarne l’ecosistema. La conservazione e il ripristino dei principali habitat dell’ambiente marino, come quello rappresentato dalla Posidonia oceanica, è la base comune per il mantenimento e lo sviluppo della prosperità dei territori.

Nello specifico, il progetto si propone di realizzare e trasferire in maniera reciproca il know-how tecnologico finalizzato al ripristino ambientale di parti degradate dei fondali marini, anche con l’uso di supporti innovativi e la ricostruzione del paesaggio sommerso mediante la posa in opera di strutture realizzate con inerti riciclati, aventi la duplice funzione di protezione degli impianti realizzati e di attrazione verso specie ittiche di pregio. La scelta nasce dalla necessità di contrapporsi alla regressione delle praterie di Posidonia, che determina evidenti squilibri nelle dinamiche costiere con una progressiva diminuzione degli stock ittici di specie essenziali per la pesca artigianale. Una cura che nasce dalla necessità di trovare un nuovo corso, che risolva l’emergenza e diventi anche un modello di conservazione delle risorse naturali, per garantire l’inversione dei processi di impoverimento, che attualmente hanno un forte impatto sulle coste, specie su quelle tunisine.

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