Il rettore Priolo: "Offerta formativa innovativa e iscrizioni cresciute del 20%" - QdS

Il rettore Priolo: “Offerta formativa innovativa e iscrizioni cresciute del 20%”

Marco Carlino

Il rettore Priolo: “Offerta formativa innovativa e iscrizioni cresciute del 20%”

venerdì 01 Dicembre 2023

Forum con Francesco Priolo, magnifico rettore dell’Università degli studi di Catania. Politiche dell’Ateneo in sintonia con le esigenze del territorio

Nato a Catania il 25/11/1961, Francesco Priolo si è laureato in Fisica nel 1985. Dal 2001 è professore ordinario di Fisica della materia all’Università di Catania. Ha svolto attività di ricerca presso i Bell Laboratories di Murray Hill a New York (Usa). Suoi principali settori di ricerca sono: nanotecnologie e materiali per l’elettronica, fotonica e fotovoltaico. È stato membro del Senato accademico, presidente della Commissione ricerca, membro del Presidio di qualità, delegato alle Relazioni internazionali, coordinatore del progetto che ha portato alla fondazione del centro di ricerche Brit, preside della Scuola superiore di Catania (2013/2018) e, dal novembre 2018 all’agosto 2019, direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia. Dal 19 settembre 2019 è rettore dell’Università di Catania (2019/2025).

Intervistato dal vice direttore Raffaella Tregua, il magnifico rettore dell’Università degli studi di Catania, Francesco Priolo, risponde alle domande del QdS.

L’Università di Catania sta riuscendo a incrementare il numero di iscritti?
“Per quest’anno siamo molti soddisfatti, perché abbiamo un bilancio degli iscritti assolutamente in controtendenza con il resto d’Italia. Abbiamo registrato un +20% di immatricolati, un risultato incredibile legato a tanti fattori. Il primo è che abbiamo diminuito al massimo il numero dei Corsi di studio in cui il numero programmato locale viene mantenuto. Siamo partiti con un’offerta formativa molto allettante, perché si è aperto il corso interamente in lingua inglese di Medicine and surgery, per sessanta iscritti. Abbiamo aumentato notevolmente il numero di posizioni in Medicina e chirurgia, sono cinquecento rispetto ai quattrocento di un anno fa. Sono stati incrementati i posti in infermieristica, il numero di posizioni su economia aziendale ed economia, novecento posti totali più cento a Ragusa. Dove c’era richiesta da parte del territorio abbiamo aumentato l’offerta formativa, potenziando anche il numero di aule. E tutto questo è legato anche al fatto di aver portato avanti un grosso progetto, quello dell’orientamento formativo ‘Oui, Ovunque da qui’, attraverso cui incontriamo studentesse e studenti dell’ultimo anno della scuola superiore per cercare di spingerli a iscriversi all’Università, entusiasmarli verso il loro futuro e aiutarli a capire quanto sia importante proseguire un percorso di formazione. Dobbiamo tenere conto che in Italia solo il 25% della popolazione tra i 30 e i 34 anni è laureata contro una media europea del 40%. Non soltanto come Sicilia, ma come Italia siamo indietro. Sono assolutamente necessari la formazione e l’incremento del numero di laureati per essere più competitivi come Paese”.

Che feedback avete avuto da questa iniziativa?
“Il feedback è stato ottimo perché il 20% in più di nuovi iscritti deriva anche da questo progetto. Quello che ora stiamo facendo è il matching tra i nuovi immatricolati e coloro che abbiamo incontrato. Questo progetto, inoltre, inizialmente partito per raggiungere cinquemila studenti e 35 scuole, è arrivato in corso d’opera a novemila studenti e 55 scuole. Per il Ministero, come target, è il migliore d’Italia. Tutto questo grazie alla capacità dei nostri docenti e del nostro personale tecnico-amministrativo di dare una risposta davanti all’entusiasmo tramesso dal territorio”.

Tra questo 20% c’è anche una fetta di studenti che viene dal Mediterraneo e non solo? Ci sono nuovi orizzonti formativi e culturali sull’asse Catania-Paesi stranieri?
“Assolutamente sì. Medicine and surgery è stata designata per una medicina avanzata che prenda in carico le esigenze del Mediterraneo. Abbiamo una grossa collaborazione con la Cina, Catania e Fujian, uno scambio in continua crescita. In Scienze motorie abbiamo una grossa compagine di studenti cinesi, circa sessanta. Ci sono, inoltre, tanti altri studenti, tra cui ucraini, pakistani, iraniani e rifugiati che andiamo a supportare in particolare dall’Africa, protetti dal nostro Governo e che studiano con il supporto dell’Università. Complessivamente quest’anno abbiamo 545 studenti provenienti da settanta Paesi di tutto il mondo”.

E sulla gestione amministrativa?
“La nostra Università si è rafforzata sul piano finanziario. L’ultimo bilancio si attesta intorno ai trecento milioni di euro e poco più della metà è il cosiddetto Ffo, Fondo di finanziamento ordinario che arriva dallo Stato. L’altra metà viene dall’Europa, dalle industrie, dai progetti ma soprattutto i fondi ‘conquistati’ in maniera competitiva tra cui tutti i progetti del Pnrr. L’UniCt aveva progetti competitivi per quattro milioni l’anno. In questi quattro anni questi quattro milioni sono diventati prima sei, poi otto e poi 18, senza fondi del Pnrr. Nel 2023 chiuderemo, invece, con circa quaranta milioni. Un dato significativo”.

Francesco Priolo

Rinnovamento sul fronte infrastrutturale anche grazie alla sinergia con il Comune

Al netto dei risultati ottenuti, su quali altri progetti e obiettivi state lavorando?
“Tanto abbiamo fatto e tanto abbiamo ancora da fare, come normale che sia. Abbiamo fatto partire un grosso progetto di edilizia universitaria che vedrà la ristrutturazione dell’ospedale Vittorio Emanuele, i cui lavori inizieranno nel corso del 2024, e la creazione di un Campus universitario all’Ascoli Tomaselli. Altri due progetti riguardano la ristrutturazione di via Androne, di parte dell’ex facoltà di Zoologia e la riqualificazione, a Siracusa, dell’ex Caserma Abela. Mi piacerebbe portarli a termine nel più breve tempo possibile”.

Per quanto riguarda invece l’offerta formativa?
“L’obiettivo è continuare quell’opera di ‘ristrutturazione’ in modo da renderla sempre più importante e attrattiva. Una cosa che vorrei fare è riaprire a Catania un nuovo corso di Economia gestionale. È un mio preciso impegno questo. Vorrei inoltre aumentare in maniera sensibile il numero di posti in Psicologia, perché c’è una grande richiesta di professionisti in questo settore. E vorrei anche aprire un corso in Formazione primaria per gli operatori dell’infanzia, c’è tanta richiesta anche qui. Infine, sviluppare ancora di più quelle che sono l’offerta magistrale e i corsi in lingua inglese. Eravamo partiti da sei, ora ne abbiamo già nove. Vorrei almeno arrivare a doppia cifra”.

State lavorando anche a progetti in sinergia con il Comune?
“Catania è una città universitaria: più del 10% della popolazione sono studenti dell’Ateneo. Un’edilizia universitaria modifica la struttura dei quartieri, la città e questa influisce sull’Università. Il legame è stretto e fondamentale. UniCt ha aiutato in maniera significativa tanto con l’Accademia di Belle arti, quanto con il Conservatorio, e tanto ancora l’Ersu per quello che concerne la progettualità e l’edilizia. Siamo sempre in stretto contatto con il sindaco Trantino e il vice sindaco La Greca. Sono occasioni di confronto e dialogo per sviluppare idee e progetti che arricchiscano sia l’Università che la città”.

Una mobilità più sostenibile a beneficio della Comunità

L’Università di Catania è sempre stata attenta in materia di mobilità integrata, flessibile e sostenibile per la comunità universitaria. Quali sono le nuove sfide in questo senso?
“Sulla sostenibilità siamo sempre sul pezzo. Abbiamo di recente inaugurato il secondo tetto verde alla facoltà di Agraria. Dal 2019 l’Ateneo catanese ha attivato la raccolta differenziata in tutte le strutture e viaggia a oltre il 70% come media. Sulla mobilità studentesca abbiamo fatto questo accordo con Amts e Fce e con il metroshuttle ci sono centinaia studenti che ogni giorno, navetta dopo navetta, dalla stazione Milo si dirigono verso la Cittadella universitaria e il Policlinico. Tutte macchine in meno e smog in meno”.

Quali altri progetti avete in cantiere?
“Sto spingendo, attraverso il mio delegato alla Mobilità, Giuseppe Inturri, per la realizzazione del progetto di una rotaia che va dalla stazione Milo e percorra tutta via Santa Sofia. Un progetto che va approfondito con il Comune e di cui stiamo discutendo, perché quel segmento rappresenta un asse fondamentale. Lì abbiamo la Cittadella Universitaria, il Policlinico, che tengo sempre a ricordare rappresenta il più grande ospedale siciliano. Questo per me è un sogno che vorrei vedere realizzato. Con un collegamento su rotaie avremmo una soluzione definitiva a quello che oggi si fa con il metroshuttle. Voglio sottolineare, infine, che abbiamo messo a disposizione il parcheggio Santa Sofia di via Zenone, che conta 1.700 posti auto ed è aperto anche all’utenza esterna, quindi un vantaggio non soltanto per gli studenti ma per tutto il territorio”.

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