Avviati gli interventi per l’efficientamento energetico, la riqualificazione dei prospetti esterni, l’apposizione del cappotto termico e la climatizzazione della struttura
GELA (CL) – Il ciclone giudiziario che si è abbattuto sull’Ipab Antonietta Aldisio non sembra avere intaccato l’attività e il suo futuro. Sono stati avviati, infatti, i lavori per 1 milione di euro sulla struttura.
Il nuovo lotto di interventi riguarda l’efficientamento energetico, la riqualificazione dei prospetti esterni, l’apposizione del cappotto termico e nuovi impianti di climatizzazione. I lavori avviati all’Ipab Antonietta Aldisio di via Europa sono stati resi possibili grazie a un finanziamento che nonostante sia stato in bilico per mesi, non è andato perso.
Il commissario inviato dalla Regione nella struttura Carmelo Casano, il sindaco Lucio Greco e l’assessore ai Servizi sociali Ugo Costa hanno fatto un sopralluogo presso il cantiere aperto da pochi giorni. Il finanziamento è stato a rischio, ma la sinergia tra Comune, Ipab e Regione ha permesso di riavviare i contatti istituzionali per chiudere prima possibile l’iter. Alla fine, la struttura sarà ampliata da 36 a 100 posti.
“Questa – ha detto il sindaco Greco – è la missione di una struttura pubblica destinata agli anziani che hanno maggiore bisogno, con una gestione che guarda agli interessi della collettività. Quella privata invece mira solo a riscontri economici. Questi sono fatti e non semplici parole”.
“Si tratta – ha aggiunto il commissario regionale Casano – di lavori fondamentali per la gestione, che rilanciano la struttura e permettono servizi di qualità e nuovi. Ci aiutano anche gli interventi pregressi, che hanno reso l’edificio più funzionale e moderno”. I lavori dovrebbero durare circa sei mesi, rientrando nella scadenza di fine anno fissata dalla Regione.
La gestione dell’Ipab Antonietta Aldisio è stata al centro di un’inchiesta giudiziaria denominata Avaritia nel 2020, condotta dai Carabinieri di Gela, che ha portato, su ordine del gip del Tribunale Roberto Riggio, agli arresti domiciliari di don Giovanni Tandurella, già presidente della struttura pubblica e parroco della cattedrale di Piazza Armerina. Interdetti per un anno dai ruoli societari Renato Mauro e i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Sandra Bennici (all’indomani dimissionaria per motivi di opportunità) e Salvatore Scerra che mantiene l’incarico. Mauro da anni si occupa del ramo delle Rsa private.
L’indagine è nata dalle denunce dei familiari di 13 anziani ospiti della struttura. In quel frangente fu disposto il sequestro di immobili e somme in denaro al sacerdote gelese. Secondo l’accusa il prelato avrebbe affidato la struttura pubblica alla società privata La Fenice, di cui Mauro era presidente, eludendo l’ordinamento dei contratti pubblici. In più secondo avrebbe ricevuto denaro per l’assunzione di alcune persone. A coordinare l’indagine è stata la Procura presso il Tribunale di Gela. I soldi dell’Ipab sarebbero stati utilizzati, secondo la Procura, da don Tandurella per scopi personali.
Oggi il procedimento giudiziario continua. Il sacerdote è stato scarcerato dopo un anno e continua la sua azione pastorale a Piazza Armerina; la struttura di accoglienza è tornata a essere gestita dall’Ente locale con la supervisione del commissario regionale e si proietta verso una nuova vita e servizi moderni dedicati agli anziani.