Il nuovo libro di Licia Aresco Sciuto, pubblicato da Giuseppe Maimone, vuole essere uno scrigno che racchiude, nelle sue novelle il senso della vita umana, delle sue finalità, della sua ricchezza.
Pubblicato da Giuseppe Maimone, nello scorso mese di
luglio, malgrado una prima positiva accoglienza da parte di una selettiva
critica, non ha potuto avere l’imprimatur di una sua formale presentazione,
come per le precedenti pubblicazioni, per le note normative ministeriali legate
alla pandemia, che ne vietano la realizzazione.
Giano Bifronte, questo il titolo del nuovo lavoro di Licia
Aresco Sciuto, vuole essere uno scrigno che racchiude, nelle sue novelle il
senso della vita umana, delle sue finalità, della sua ricchezza.
È possibile, scrive Sergio Sciacca nella sua prefazione,
evincerlo già dalla copertina, che non “è semplicemente esornativa: è,
come certe simbologie pittoriche del Rinascimento, una avvertenza tacita,
destinata a sorprendere chi da un libro di racconti si attende solo una serie
di avventure certamente realistiche, e non soprattutto esemplari: dove il
realmente vissuto si intrecci continuamente con la libertà dell’immaginazione,
perché un racconto che non abbia solo finalità commercialmente ricreative, deve
trasmettere immaginazioni, speranze, sorprese, convinzioni. E questo libro di Licia Aresco, è un
mosaico scintillante di gioia di vivere, di autentiche speranze, di affetti
sinceri. Il ritratto di una vita che ha attraversato stagioni diverse: la
civiltà contadina che ancora sopravviveva in Sicilia dove le autostrade erano
una realtà lontana, quasi mitica; e dove i sentimenti si conservavano schietti
non turbati ancora dalla tempesta delle immagini mediatiche, volutamente false,
quanto apparentemente seducenti.
Questo
libro non è una ricerca del tempo perduto. È stato scritto oggi. Non È un libro
di inutili malinconie. Ma ne indica tutte le delusioni. È un libro che vuole
coinvolgere il lettore nel cammino creativo, dunque declina al presente quel
che normalmente viene proposto nei tempi storici”.
Licia Aresco Sciuto (nata a Trieste, ma stabilitasi a Catania) è stata insignita con il premio letterario
Nino Martoglio per “In amore succede…”, con il premio letterario Angelo
Musco per “Le mie piazze metafisiche”. Ha ricevuto inoltre la Menzione
speciale al premio internazionale Ercole Patti per “Titoli Rubati”.
I libri di Licia Aresco
Sciuto sono stati presentati in varie città italiane e al Consolato Generale Italiano,
a Nizza, con un testo tradotto in francese, e hanno riscosso, ovunque,
lusinghieri apprezzamenti e positive critiche.
Questi i libri della sua produzione: In amore, succede – Le mie piazze
metafisiche – Massena – Titoli rubati – Bellissima- Giano Bifronte.