Giulio Tantillo: “Rivedere i contratti di servizio delle partecipate” - QdS

Giulio Tantillo: “Rivedere i contratti di servizio delle partecipate”

Giovanna Naccari

Giulio Tantillo: “Rivedere i contratti di servizio delle partecipate”

giovedì 30 Novembre 2023

Il presidente del Consiglio comunale, Giulio Tantillo, ha fatto il punto sul lavoro svolto in Aula nel corso del 2023 e sugli obiettivi per il prossimo anno. In primo piano l’efficienza dei servizi pubblici

PALERMO – Mettere in sicurezza i conti del Comune, ridare fiato alle partecipate e sbloccare le assunzioni per garantire servizi migliori ai cittadini. Questi alcuni dei temi trattati con il presidente del Consiglio comunale Giulio Tantillo, che ha raccontato al QdS il lavoro svolto nell’ultimo anno dall’Assemblea cittadina e puntato i riflettori sui principali obiettivi per il 2024.

Presidente, su cosa si è concentrato il Consiglio comunale in questa prima fase della sua attività?
“Il Consiglio è stato chiamato a un difficilissimo compito, quello di votare gli atti per il risanamento dei conti di questa città. È stato un anno durissimo: abbiamo lavorato con una media di due, tre convocazioni la settimana con centinaia di delibere e con l’obiettivo di fare uscire la città di Palermo dai problemi finanziari legati ai conti del Comune. Ricordiamo che per anni sono stati fermi i Consuntivi, i Bilanci consolidati, ed è stato subito necessario affrontare questo problema. L’aver approvato, infatti, in tempi rapidi i documenti contabili arretrati ci ha consentito di arrivare al Piano di riequilibrio. Adesso, con l’accordo sottoscritto con lo Stato, possiamo guardare agli impegni economici futuri e, soprattutto, possiamo procedere con le nuove assunzioni. Tra i maggiori obiettivi raggiunti, inoltre, abbiamo sbloccato la vicenda dei cimiteri, conosciuta in tutta Italia per le bare in attesa di collocazione”.

Dai rifiuti al trasporto locale, i cittadini lamentano la carenza di servizi. Come risolvere il problema?
“È necessario far ripartire le aziende partecipate del Comune che rappresentano, oggi, un vero problema. Amministrazione e Consiglio comunale devono trovare un sistema per rilanciare le aziende con l’obiettivo di fornire ai cittadini servizi qualitativi a spese contenute e nel rispetto del contratto di servizio. Per la Rap per esempio, il Consiglio comunale è intervenuto con grande senso di responsabilità con una variazione di bilancio per 21 milioni di euro. Allo stesso tempo, questa settimana, siamo impegnati in altre variazioni di bilancio soprattutto per sbloccare molte attività nel settore sociale che, altrimenti, si fermerebbero. E proprio domani porteremo in Consiglio la delibera sul Bilancio consolidato che servirà ad aumentare le ore di lavoro dei precari e a sbloccare le assunzioni. Subito dopo ci occuperemo dei nuovi contratti di servizio delle partecipate”.

Dopo il lavoro svolto per la messa in sicurezza dei conti, quali sono secondo lei le priorità per il prossimo anno?
“La priorità del 2024 sono i contratti di servizio delle aziende partecipate. Alle società devono essere garantite le risorse e bisogna metterle in condizione di lavorare, aprendo anche alle assunzioni. Da tanti anni abbiamo aziende sotto organico. Basti pensare che, mediamente, in una società come la Rap vanno via ogni anno un centinaio di persone e che l’età media di chi resta è altissima, mentre da circa venti anni non si assume personale. Di conseguenza, girando per la città, non è difficile accorgersi che mancano i dipendenti per pulire le strade. Problemi di questo tipo ci sono anche in Amat, l’azienda di trasporto, così come è carente anche l’organico dei vigili urbani. Nel Corpo della Polizia municipale mancano circa mille persone, un’enormità se pensiamo alle esigenze di gestione del traffico, del controllo del territorio, della movida in una grande città come Palermo. Un’altra priorità è il verde: non si riescono più a potare gli alberi anche perché in organico ci sono solo sei persone. Dobbiamo lavorare per dare una visione di città che non è quella che si vede oggi tutti i giorni, ma una città pulita, curata, ricordandoci che Palermo vive anche di turismo”.

Sul fronte politico la ricerca di un nuovo equilibrio nella maggioranza, che ha portato al recente ingresso in Giunta dei nuovi assessori Anello e Alongi, ha avuto ripercussioni in Consiglio?
“L’onda della politica ha sfiorato il Consiglio, ma ho cercato di fare in modo che ciò non ne frenasse l’attività. È evidente che la politica ha i suoi tempi ed è giusto che debba fare le proprie verifiche nei suoi spazi. Penso che non ci siano amministratori per tutti i tempi, ma che il lavoro di ciascuno debba essere verificato alla fine di un periodo, perché l’obiettivo è sempre quello di dare un contributo maggiore alla città”.

Come sono i rapporti tra Consiglio comunale e l’Amministrazione?
“Stiamo vivendo un periodo particolare, perché in questo momento il Consiglio comunale è senza sede per via dei lavori a Palazzo delle Aquile. Intanto io dovrò lasciare il Palazzo entro il 2023: sono rimasto soltanto io ma in una situazione precaria. Non posso ricevere pubblico, non posso convocare la Conferenza dei capigruppo. Per ora il Consiglio comunale si riunisce a Palazzo Comitini, sede della Città Metropolitana di Palermo, ma dovrà lasciare Sala Martorana prima di giugno. Poi ci sono i partiti di minoranza che si trovano alla Caserma Falletta, i gruppi di maggioranza che dovrebbero andare a Palazzo delle Ferrovie. E poi c’è l’Ufficio di staff che cura i documenti del Consiglio e a cui dovremmo trovare una sede idonea, visto che per le sue funzioni dovrebbe stare vicino alla Presidenza e alla Segreteria generale che, intanto, si trova a Palazzo Palagonia. Per finire, il vice segretario è a Palazzo Rostagno. Questa situazione ovviamente crea disagio e perdita di tempo per i continui spostamenti che si devono compiere da una sede all’altra per tutte le attività. Gli uffici, invece, per una buona amministrazione, hanno necessità di confronto immediato e di risposte in tempi brevi”.

State cercando una soluzione?
“Ci stiamo lavorando, anche se non ci sono tante possibilità di scelta. Forse questa vicenda doveva e poteva essere affrontata in maniera diversa, più tempestiva. Speriamo si risolva al più presto. Ne ho già parlato con il sindaco che ci ha dato la massima disponibilità”.

Il Comune di Palermo ha iniziato finalmente a usare i fondi regionali per la democrazia partecipata. Quali risultati avete ottenuto?
“Il Consiglio comunale si è impegnato per l’utilizzo dei fondi regionali della Legge 5 del 2014 per la democrazia partecipata e va dato il merito sia alla maggioranza, sia alla minoranza del lavoro svolto in modo sinergico. Prima questi fondi si perdevano perché tale strumento non era stato attivato. Il percorso di voto per i progetti proposti dai cittadini su quattro importanti temi per la nostra comunità si è concluso con la partecipazione online di oltre undicimila palermitani in poche ore, segno del grande interesse a questa iniziativa. Lo stanziamento complessivo delle somme è di 300 mila euro che saranno suddivisi fra le quattro categorie di progetti, complessivamente 85, e assegnati entro il 31 dicembre in base alla graduatoria finale. Siamo in una fase inziale del percorso di democrazia partecipata e penso che miglioreremo. Ho istituito una commissione da me presieduta che lavora ed è animata dal portare avanti quelli che sono gli obiettivi della democrazia partecipata confrontandosi con associazioni e cittadini. Faremo qualcosa per il 2024, siamo orgogliosi intanto di avere aperto una strada finora mai praticata”.

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