Goletta Verde sulle coste siracusane “Negato il diritto a un mare pulito” - QdS

Goletta Verde sulle coste siracusane “Negato il diritto a un mare pulito”

Goletta Verde sulle coste siracusane “Negato il diritto a un mare pulito”

mercoledì 14 Agosto 2019

Due i punti del litorale aretuseo monitorati: la foce del canale Grimaldi e la spiaggia del Granatello. La mancanza di sistemi di depurazione nel golfo Xifonio lo rendono non balneabile

SIRACUSA – Goletta Verde, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, ha effettuato anche quest’anno il controllo delle coste siciliane.

I parametri presi in esame sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

I punti del litorale della provincia aretusea presi in esame sono stati due: la foce del canale Grimaldi, presso il Porto grande di Siracusa, e la spiaggia del Granatello ad Augusta. Il primo sito, in seguito alle analisi effettuate sui campioni prelevati, è risultato “fortemente inquinato”, mentre il secondo ha fatto registrare parametri entro i limiti previsti dalla legge.

Enzo Parisi, di Legambiente Augusta, ha commentato: “Le analisi sulla spiaggia del Granatello hanno riscontrato che questa volta il campione rientra entro i valori limite previsti dalla normativa. Purtroppo, nonostante ciò, quel tratto di mare rimane non idoneo a causa del generale divieto di balneazione esistente nel golfo Xifonio e principalmente dovuto alla mancanza di sistemi di depurazione”. “Lo scorso anno – aggiunge Parisi – nel denunciare questa storica e deprecabile situazione – addebitabile alla colpevole negligenza di chi in materia ha responsabilità di governo a livello nazionale, regionale e locale e che ha omesso di adottare i dovuti provvedimenti determinando così la vergognosa mancanza di sistemi di collettamento e di depurazione delle acque reflue – segnalavamo la sostanziale inerzia dei commissari di governo, il perdurante guasto ambientale e l’ingente costo economico connesso con la violazione delle norme comunitarie”.

“Benché non manchino i fondi per le opere, – prosegue Parisi – vi è stata solo una ricognizione del 2018 sullo stato degli impianti che – con valutazioni che non condividiamo – ha convinto il Commissario Rolle a confermare la scelta di realizzare un impianto autonomo di depurazione a Punta Cugno. Nel consiglio Comunale del 29 gennaio 2019 il Commissario Rolle aveva dichiarato che entro il mese di febbraio sarebbe stata avviata la gara di progettazione e aveva annunciato un crono-programma secondo il quale, dopo la gara, i lavori sarebbero partiti entro luglio del 2020 per concludersi nel luglio del 2022”.

“A distanza di 6 mesi dalle dichiarazioni – afferma Parisi – e dall’apertura di credito che il Consiglio Comunale aveva dato, non è però accaduto nulla di quanto promesso ed assicurato dal Commissario e dal suo staff. Ad oggi la gara di progettazione non risulta bandita e sembra improbabile che entro il 2022 Augusta possa disporre del suo sistema di collettamento e di depurazione”.

“È ormai tempo che la struttura commissariale esca dal letargo e si ricordi della nostra città – conclude Parisi -. Nel frattempo, mentre ci viene negato il diritto ad un mare pulito e balneabile, dopo sentenza della Corte di Giustizia Europea del 31 maggio 2018 di condanna dell’Italia, paghiamo ogni sei mesi una sanzione di 30.112.500 euro e continueremo a farlo fino a quando il nostro Paese non avrà attuato le misure per depurare le acque reflue attualmente scaricate nei fiumi ed in mare come, purtroppo, avviene ad Augusta”.

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