Da 400 a 1000 euro e la sospensione della stipendio. Sono queste le sanzioni ai lavoratori che dovrebbero scattare in caso del mancato rispetto nelle norme sul green pass
Da 400 a 1000 euro e la sospensione della stipendio. Sono queste le sanzioni ai lavoratori che dovrebbero scattare in caso del mancato rispetto nelle norme sul green pass. Sicuro saranno severi con i “pubblici”, ma si pensa di estendere il tutto anche a quelli privati
GREEN PASS PER TUTTI
Il decreto legge sul Green pass sarà oggi all’esame del Senato, dove non si esclude un voto di fiducia, mentre il governo Draghi è sempre più orientato all’estensione dell’obbligo anche ai lavoratori del settore privato che potrebbe essere decisa già in settimana per entrare in vigore in ottobre.
A sdoganare il pass per tutti è stato anche il ministro leghista dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti – un altro segnale, dopo quello dei governatori, che la linea salviniana che strizza l’occhio a populisti e no vax è in declino – il quale ha sottolineato l’esigenza delle aziende di evitare in ogni modo nuove chiusure.
L’obbligo vaccinale resta l’ultima possibilità, ma potrebbe farsi concretizzarsi se non si arriverà al 90% di vaccinati entro un mese.
Sicilia in giallo nonostante l’incremento dei vaccini
Intanto, nonostante l’incremento dei vaccini, la Sicilia trascorrerà, unica tra le regioni d’Italia, altre due settimane in “giallo”, com’è stato sancito da un’ordinanza del ministero della Salute.
Si sono ridimensionati infatti i drammatici numeri di fine agosto, quando venivano registrati oltre mille contagi al giorno.
Adesso tutti gli indicatori – dal numero dei positivi ai ricoveri – sono in calo, e dunque la speranza di cambiare colore si fa più concreta. Anche perché, seppur lentamente, aumenta il numero dei vaccinati.
Con il 60,1% della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale, l’Isola infatti lascia l’ultimo posto nella classifica alla Provincia autonoma di Bolzano, che si attesta al 58,7%, e si avvicina alla Calabria con il 61,9% dei cittadini che ha ultimato la vaccinazione.
La Sicilia ha comunque circa sette punti in meno rispetto alla media italiana che in questo momento si attesta al 67,4%.
I dati evidenziano che in Sicilia il 6,9% della popolazione è in attesa della seconda dose, mentre il 32,9% non ha ricevuto neanche la prima, stesso dato della Calabria.
In tutt’Italia terze dosi ai più fragili
Intanto dal venti settembre al via le terze dosi per i più fragili in tutt’Italia, cominciando dai soggetti immunocompromessi.
La decisione è stata presa ieri nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato il ministro della Salute Roberto Speranza e il Commissario per l’Emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo.
Inizialmente, sarà dunque coinvolta un platea di circa tre milioni di pazienti trapiantati, oncologici e con patologie autoimmuni. Subito dopo, ha indicato Speranza nei giorni scorsi, si procederà con gli altri soggetti fragili, gli ospiti delle Rsa e gli ultraottantenni.
Ed è già in corso tra il ministero della Salute e i tecnici delle regioni un confronto per “la puntuale definizione della popolazione target” a seguito del quale verranno aggiornati i sistemi informatici per l’avvio delle somministrazioni in tutto il paese. Per consentire l’inoculazione della terza dose, sottolinea ancora la struttura di Figliuolo, verranno messe a disposizione ulteriori dosi di vaccino a mRna Pfizer e Moderna.
Pareri discordanti tra scienziati
Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico di Tor Vergata, ha sottolineato la necessità di estendere il richiamo in un secondo momento anche a tutti i sanitari.
“La terza dose è necessaria – ha detto – perché il livello degli anticorpi al virus indotto dalla vaccinazione progressivamente si riduce. Questo succede in tutte le vaccinazioni ma il tempo di questo decadimento degli anticorpi è diverso”.
Per la vaccinazione anti-Covid, sottolinea, “stiamo vedendo che dopo 9-12 mesi, ma secondo alcuni studi anche dopo 6 mesi, il titolo anticorpale tende a diminuire”.
“La terza dose – ha affermato invece Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano – va fatta ove si definisca necessaria e in determinate situazioni; sono invece meno propenso per una terza dose a tutti, perchè sono necessarie basi scientifiche più approfondite”.
Infatti, ha sottolineato, “la mia netta impressione è che ci siano persone che rimangono protette per mesi e altre che rispondono poco o nulla al vaccino. Quindi, chi non risponde potrebbe non rispondere neanche alla terza dose”.