Detto da loro e non smentito da alcuno dei due: Joe Biden e Wladimir Putin, i capi delle due potenze più forti ed armate (90% degli armamenti nucleari nelle loro mani) del mondo.
Contraddirli non sarebbe educato. Ed enfatizzarlo sarebbe inficiare la loro stretta di man i(sic) che ha, si immagina, archiviato ingiurie e non poche e disistima enorme facendo si che alla fine dell’incontro a due – il resto era con le delegazioni – ciascuno si sia detto compiaciuto per il conversare sul destino del mondo ed abbia riconosciuto all’altro meriti che non erano neanche in mente Dei.
Non citata la Cina, convitato di pietra, che poi è l’oggetto e delle preoccupazioni e della diffidenza di entrambi. Con una differenza: per Putin è un paese “comunista” omologo anche se per i confini in comune sempre sospettato di espansione. Per Biden è il male assoluto non foss’altro perché è stata amica di Trump, il diavolo in persona secondo i democratici statunitensi. Risultato del vertice: incontro in pianura e dunque non vertice, ma show per mostrare ,interlocutoriamente, che sul riarmo atomico si può trattare.
Meglio di niente.
Il G7, che ha preceduto, è stato strumentalizzato da Biden che ha detto nei colloqui con Putin che “non parlava solo per se stesso” lasciando l’interlocutore disinteressato data la ottima (servizi segreti) conoscenza che l’amministrazione russa ha dell’Europa alla quale appartiene anche se non riconosciuta ne da loro ne dall’EU. Biden non è riuscito a persuadere gli Europei – era logico – e l’unica cosa che abbia ottenuto da tutti è che hanno commentato essere Biden diverso da Trump, scoprendo l’acqua calda, ma non sbilanciandosi più di tanto perché sanno che metà degli USA è in mano repubblicana e che ogni materia del contendere deve passare da un Congresso a risicata maggioranza democratica e con i repubblicani che vogliono, fortissimamente vogliono, nel 2024 riprendere la Casa Bianca poco importa con chi, ma di certo con qualcuno di area Donaldiana.
Contenta la sinistra per la quale Biden è una sorta di novello profeta capace di risolvere tutto mentre in Usa naviga in brutte acque. Non reattiva la destra che avrebbe potuto sfruttare l’anitra zoppicante ma che non lo ha fatto per non dispiacere troppo Draghi che,unico serio ed accreditato, parla poco e non vuole ostacoli sul suo cammino.
E che appare “scocciato per le troppe ipotesi che si fanno in Italia sul fatto che abbia o non continuare a guidare il Governo consentendo una “estensione” di Mattarella per due anni e poi via al Quirinale o utilizzare la Marta Cartabia, che sa leggere e scrivere, come primo ministro e lui intronato al Colle nel Febbraio prossimo.
Al G7 “supermario” è stato tale per detta unanime: abile jolly come mai,dico mai,era accaduto ad un Premier italiano in epoca repubblicana.
Pur con 2 milioni di famiglie in povertà e 5 milioni e mezzo di italiani, ahimè, alla fame! Ma tra i due killer è stato gentleman emulando l’unica persona seria del convivio:la Regina Elisabetta.
Ed ha tenuto ferma la barra.
Ne siamo orgogliosi.