Immobili demaniali, una risorsa da valorizzare. Ma per i siciliani rimangono soltanto le briciole - QdS

Immobili demaniali, una risorsa da valorizzare. Ma per i siciliani rimangono soltanto le briciole

Immobili demaniali, una risorsa da valorizzare. Ma per i siciliani rimangono soltanto le briciole

mercoledì 28 Agosto 2024

Nonostante il patrimonio siciliano rappresenti circa il 4% del totale nazionale, tra 2023 e 2026 sarà speso nell’Isola solo il 2,8% del totale previsto

ROMA – Soltanto 163 milioni di euro per il ripristino o la ristrutturazione degli immobili demaniali siciliani, su un totale di quasi 5,8 miliardi di euro spesi nel 2023 e da spendere entro il 2026 sull’intero territorio nazionale. Un dato impietoso, reso noto dall’Agenzia del Demanio, nel suo rapporto annuale che illustra le attività e i risultati conseguiti nel 2023 e quanto si prevede si fare nel triennio successivo.

In Sicilia 3.298 immobili di proprietà del Demanio

Se in Sicilia sono presenti ben 3.298 immobili di proprietà del Demanio, si prevede la riqualificazione totale di 154 mila metri quadrati, per una spesa di meno di 50 mila euro per immobile, e 1.058 euro per metro quadrato. Gli importi sono molto più bassi della media nazionale. Nella Penisola, infatti, si calcola un investimento per singolo immobile di circa 128 mila euro, e si arriva a 1.773 euro per metro quadrato.

Il confronto è ancora più interessante se si guardano le singole regioni. In Campania si raggiungono i 2.763 euro per metro quadrato, con una spesa totale media di oltre 312 mila euro per immobile. Ancora più alti i valori relativi alla riqualificazione degli immobili in Lombardia e in Piemonte-Valle d’Aosta. Nella prima, si arriva a 3.629 euro di spesa per metro quadrato, mentre nel secondo raggruppamento, si arriva a 3.790 euro. Nell’elenco occupa un posto a parte Roma capitale, che da sola raccoglie oltre il 15% del patrimonio totale nazionale, con un totale di 2.800 immobili nel suo solo territorio. Proprio a Roma, si registra la cifra più bassa in termini di investimenti per metro quadrato, con appena 290 euro.

Ritornando all’Isola, nonostante il patrimonio siciliano rappresenti circa il 4% del totale nazionale, tra 2023 e 2026 sarà speso nell’Isola solo il 2,8% del totale previsto. Il patrimonio siciliano è composto da 3.298 immobili, del valore di oltre 2 miliardi e mezzo di euro. La composizione è variegata: 169 edifici storici, 1.199 Caserme, 488 uffici, 266 alloggi, 2 istituzioni, 1 immobile destinato al terzo settore, in social housing, 35 parcheggi e 581 tra riserve naturali e boschi. I 163 milioni previsti serviranno a riqualificare 154 mila metri quadrati, più 212 mila metri quadrati di territorio rigenerato. La bonifica dall’amianto riguarda 96 mila metri quadrati, per un totale di 8 tonnellate del pericoloso materiale rimosso.

Tra i progetti più importanti, la riqualificazione del complesso storico dell’ex caserma capitano Franco, situata nell’area Nord-Ovest di Caltanissetta. Al suo interno verranno realizzati nuovi uffici pubblici per la polizia di Stato, la Dia e la guardia di finanza, e al contempo ampi spazi verdi aggiuntivi, su un’area di 70 mila metri quadrati, dove oggi sorge la Caserma in abbandono dagli anni Ottanta. Le scelte progettuali sono improntate alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance: la cura del paesaggio circostante, comfort termico, qualità degli ambienti, gestione e recupero sostenibile delle acque e produzione di energia da fonti rinnovabili sono gli elementi chiave dell’intervento. Conclusi gli interventi di demolizione, seguirà il concorso di progettazione mirato a ottenere soluzioni creative che siano in linea con un nuovo modello di città sostenibile.

Molti gli interventi previsti a Palermo

Molti gli interventi previsti a Palermo, in immobili da destinare ad uffici, tre caserme, e diversi locali da destinare ad attività socioculturali e di housing universitario. Di rilievo, la rigenerazione sostenibile della Caserma Tukory nell’ex palazzina Vespri, destinato al polo didattico universitario, su un totale di oltre 30 mila metri quadrati.

A Trapani

A Trapani si lavorerà principalmente per il recupero di uffici; di particolare interesse l’ex aeroporto Milo, 70 mila metri quadrati per la costruzione di un complesso finalizzato a polo amministrativo della pubblica amministrazione.

A Catania e Messina

A Catania, interventi per la riqualificazione innovativa della Cittadella della Giustizia, per un totale di oltre 26 mila metri quadrati. Molti i cantieri previsti a Messina, di cui numerosi destinati alle attività turistico culturali. Di rilievo il polo sportivo all’interno dell’ex deposito Nafta Cappuccini e il polo museale a Forte Cavalli.

Tornando al quadro nazionale, il rapporto dell’Agenzia del Demanio registra che a gennaio 2024, rispetto a giugno del 2021, il numero degli interventi è aumentato del 47% e il valore degli investimenti del 153%. Al centro della strategia innovativa per riqualificare i beni dello Stato è il Piano città dell’immobile pubblico. Si tratta di un modello di pianificazione integrata degli interventi che, in linea con i piani di sviluppo locali, apre all’ascolto e al dialogo con le istituzioni del territorio, la città, i cittadini, gli stakeholder; individua i fabbisogni per offrire strutture tecnologicamente innovative e funzionali, servizi e risposte concrete alle nuove esigenze, costruisce un sistema di relazioni tra l’immobile pubblico e la città, che rafforza il senso di appartenenza al territorio. L’immobile, aperto alla fruizione dei cittadini, diviene strumento di relazioni, offerta di diverse funzioni integrate.

Attraverso i Piani città, vengono attuate strategie per accelerare la transizione energetica, promuovere l’abbattimento delle emissioni di Co2, garantire la gestione circolare delle risorse, sostenere la rigenerazione delle aree urbane più fragili, fornire nuove opportunità alla dimensione sociale e a quella dell’abitare. Per una conoscenza profonda del patrimonio dello Stato, l’agenzia del Demanio ha avviato progetti come la “Piattaforma integrata del Demanio” e la “Carta d’Identità digitale dell’immobile”. Si tratta di strumenti che, insieme all’adozione di tecnologie come il Building information modeling (Bim) e allo sviluppo di Digital twin, mirano alla qualità della progettazione e a una gestione sempre più efficiente e sostenibile degli immobili, che concorrono al benessere delle città.

Rifunzionalizzazione e riutilizzo le parole d’ordine dell’Agenzia

Il punto fatto dal direttore Alessandra Del Verme: “Consegnare alle future generazioni un valore accresciuto del patrimonio immobiliare”

Alessandra Dal Verme, direttore dell’Agenzia

ROMA – Un immenso patrimonio che presenta grandi complessità, ma anche potenzialità per una gestione più efficiente. Primo obiettivo dell’Agenzia del demanio: ridurre le spese. Lo afferma Alessandra Dal Verme, direttore dell’Agenzia, che ha presentato di recente in Parlamento e al Governo il secondo rapporto annuale dell’Agenzia del Demanio.

“Per concorrere agli obiettivi di finanza pubblica – ha detto – nel 2023 abbiamo raggiunto una riduzione di fitti passivi per logistica della Pubblica amministrazione di circa 70 milioni annui, che si aggiungono ai 30 milioni di euro conseguiti nell’anno precedente. In prospettiva, a regime dal 2027, tale riduzione raggiungerà risparmi dell’ordine di 150 milioni di euro, in aumento rispetto alle previsioni del primo Piano strategico industriale”.

È stato quindi avviato un intenso percorso di rifunzionalizzazione e riuso di immobili poco o male utilizzati, per circa 2,5 miliardi di euro di interventi, di cui circa un miliardo avviato lo scorso anno. Il Piano degli investimenti nel triennio 2024-2026 prevede l’avvio di nuovi interventi per 1,08 miliardi, di cui 490 milioni già nel 2024, che si sommano agli interventi in corso per un valore complessivo di circa 3,5 miliardi. Si aggiungono a questi gli interventi in fase di realizzazione con i fondi delle altre amministrazioni, che sono pianificati per circa 1,2 miliardi di euro. In attuazione della norma prevista in legge di bilancio, legge n. 213 del 30 dicembre 2023, sono stati finalmente risolti i problemi legati agli immobili ceduti a fondi immobiliari nel 2004 con contratti di locazione ormai scaduti dal 2022. Saranno rinnovati contratti fino al 2028 per poco più di 100 immobili, sui circa 160 per i quali fu esercitata la disdetta da parte delle proprietà, a un canone definito dalla norma, inferiore a quello precedente, con chiusura di numerosi contenziosi. Tale allargamento dell’orizzonte temporale consentirà di trovare, per il maggior numero possibile di immobili locati, soluzioni alternative attraverso il riuso di immobili dello Stato, in una situazione di stabilità gestionale.

“La nostra missione – ha aggiunto Del Verme – è quella di gestire il patrimonio immobiliare dello Stato e di supportare le Pubbliche amministrazioni centrali nella logistica, offrendo nuovi e più efficienti spazi, di valorizzare il nostro patrimonio storico-artistico, preservandone la bellezza e riportandolo alla vita per i cittadini con nuove funzioni”.

I lavori fatti sono pensati dando sempre più centralità all’utenza: le amministrazioni centrali, i territori, le istituzioni, i cittadini. Gli immobili pubblici fruibili e funzionali, spazi accessibili, diventano strumento di cultura, assistenza, partecipazione, offerta di servizio dello Stato verso il cittadino.

“Abbiamo, quindi, orientato la pianificazione dei nostri interventi – ha sottolineato ancora il direttore dell’Agenzia – alla qualità degli uffici pubblici, al benessere delle città, alla tutela dell’ambiente, a dare nuove funzioni agli immobili, a fornire servizi tecnologicamente avanzati. Tutto questo per consegnare alle generazioni future un valore accresciuto del patrimonio immobiliare”.

Sulla base dell’indirizzo politico del Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia del Demanio ha lavorato agli obiettivi di finanza pubblica, con l’abbattimento della spesa per locazioni passive e per il funzionamento e modernizzazione della Pubblica amministrazione, a partire dalla logistica e gli obblighi internazionali del Paese sulla sostenibilità e sul contrasto al cambiamento climatico, imponendo parametri Esg, misurabili ed elevati, alle progettazioni senza dimenticare la sicurezza dal rischio sismico.

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