L’impegno di Naro sul tema delle dipendenze - QdS

L’impegno di Naro sul tema delle dipendenze

redazione

L’impegno di Naro sul tema delle dipendenze

sabato 25 Novembre 2023

Nei giorni scorsi un partecipato incontro organizzato da Comune, associazioni e realtà religiose del territorio. Un appuntamento per ricordare come sia fondamentale non abbassare mai la guardia

NARO (AG) – L’Amministrazione comunale, l’associazione Mondo X e le realtà religiose del territorio hanno affrontato nei giorni scorsi il tema della prevenzione e recupero per le dipendenze: nel corso dell’incontro “Tra tanta indifferenza… Una mano d’aiuto” don Giuseppe Scozzari, il dottor Giovanni Savarino e la dottoressa Loredana Manna, con la toccante testimonianza di Andrea Ruoppolo, hanno visto una straordinaria partecipazione.

“È stato – ha spiegato il sindaco Maria Grazia Brandara – un momento di vita, di famiglie, di testimonianze, di comunità che insieme hanno deciso di trasformare questo momento in impegno colto dal dottor Gino Monaco, responsabile e animatore del Centro diurno comunale di Naro. Nelle prossime settimane un nuovo incontro perché Naro deve proteggere la sua gioventù tentata, quella coinvolta e i suoi adulti definiti ‘persi’ e ‘ciechi’. La droga, l’alcol, la ludopatia sono presenti a Naro in maniera preoccupante e diffusissima ed è sempre più bassa l’età degli avvicinati per provare. Queste dipendenze rappresentano un allarme sociale. E a quanti preferiscono nascondere, tacere, tanto ‘non è vero che a Naro circola e che il problema riguarda gli altri’ risponderemo con la partecipazione, che è la sola cura all’indifferenza”.

L’Amministrazione comunale ha voluto sottolineare, con la sua partecipazione a questo incontro, come il tema delle dipendenze viva la prigione dell’indifferenza sociale e dell’isolamento da parte di tutti, spesso anche delle stesse famiglie.

“Oggi la società – ha concluso il sindaco Brandara – affida all’informazione e alla prevenzione un ruolo primario e ambedue hanno bisogno di professionisti, di diffusione culturale, di sopravvissuti che, in carne e ossa, nel raccontare il loro vissuto, dimostrino che nessuno è immune, che tutti possiamo fare, aiutando intanto le famiglie spingendole ad agire piuttosto che cercare i responsabili, prendersi carico, prendersi cura”.

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