Ia ed efficienza energetica, così i musei diventano più belli e sostenibili - QdS

Ia ed efficienza energetica, così i musei diventano più belli e sostenibili

Ia ed efficienza energetica, così i musei diventano più belli e sostenibili

venerdì 26 Febbraio 2021

Eni gas e luce ha messo a punto un sistema di autoregolazione dell’impianto di riscaldamento e ventilazione. L’obiettivo è garantire la massima fruibilità delle opere d’arte abbattendo i consumi

La zona gialla ha portato in Sicilia, tra le altre cose, anche la riapertura al pubblico dei Musei, permettendo così a cittadini e turisti di tornare a fruire dell’immenso patrimonio culturale custodito nell’Isola. Come a tante attività, anche all’industria della cultura viene richiesto – oggi più che mai, dopo la grave pandemia che ha sconvolto il mondo – un radicale cambio di passo, a partire da una maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente.

Per ridurre le emissioni climalteranti, è in corso nel Paese un grande processo di riqualificazione energetica, che, spinta dagli incentivi e dai contributi statali ed europei, punta anzitutto sulla riduzione dei consumi.
È in altri termini quel cammino verso la transizione ecologica che hanno già imboccato diverse Pubbliche amministrazioni, attraverso anzitutto interventi di “Relamping”, ossia sostiutendo lampade tradizionali con quelle a Led (Light emitting diode).

In questo contesto, anche nei siti museali è in corso una fase di rinnovamento che va in due direzioni: migliorare la fruibilità artistica dell’opera (anche all’esterno, con quella che viene definita una illuminazione “architetturale”) e rendere gli spazi espositivi meno impattanti sull’ecosistema.

Il modo più diffuso di procedere, come detto, è quello di sostituire anzitutto i corpi illuminanti esistenti con prodotti più efficienti, dotati di sorgenti a Led: soltanto questo, oltre a ridurre il costo energetico in maniera significativa a seconda delle sorgenti dei corpi illuminanti esistenti (fino al 90% in caso di lampade alogene, 40/50% per tutte le altre), garantisce anche un abbattimento quasi totale delle spese di manutenzione, grazie alla maggiore “life time” dei corpi illuminanti, tempi di accensione praticamente nulli e l’integrazione di soluzioni di Building Automation del nuovo impianto.

Tra le varie proposte nel mercato dell’energia, Eni gas e luce, partendo da uno studio “illuminotecnico”, punta a progettare a 360° la riqualificazione del sito museale, anche attraverso l’Epc (Energy performance contract), ossia il contratto di rendimento energetico tra il beneficiario e il fornitore della misura di miglioramento dell’efficienza energetica.

Punto di forza di questo progetto è l’approccio automatizzato che può ridurre drasticamente i consumi dell’impianto più energivoro che ci sia dentro un museo, ovvero quello che provvede a riscaldare, raffrescare, condizionare e ventilare gli ambienti. Sfruttando l’intelligenza artificiale (Ai), infatti, i tecnici di Eni gas e luce sono in grado di regolare in tempo reale il funzionamento dell’impianto Hvac (Heating, Ventilation and Air Conditioning, ovvero “riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria”).

Attraverso modalità innovative e predittive di automazione, gestione e controllo remoto, la soluzione ottimizza il funzionamento degli impianti riducendone i consumi e permettendo al museo di ottenere importanti risparmi sulla spesa energetica; garantisce inoltre il rispetto dei parametri di comfort dei visitatori definiti zona per zona e monitora costantemente le performance energetiche degli impianti.

Al centro di questo sistema ci sono i sensori intelligenti che controllano le condizioni di comfort dei singoli ambienti e comandano gli impianti termofrigoriferi sulla base delle indicazioni ricevute dal software che, attraverso una piattaforma cloud, confronta i dati dei sensori stessi in tempo reale con le condizioni atmosferiche esterne.

Il sistema quindi, applicando algoritmi Ia, monitora e ottimizza in tempo reale il funzionamento degli impianti garantendo le condizioni di comfort richieste e migliorando le performance energetiche (- 15÷30 % della spesa Hvac).

Con l’Energy Performance Contract (Epc), senza investimenti iniziali né costi di gestione, il Museo ottiene un risparmio che genera valore nel tempo e che soprattutto rende il nostro Pianeta un po’ più pulito.

Un nuovo sistema di illuminazione nel Castello della colombaia di Trapani

TRAPANI – La sostenibilità può favorire consapevolezza al miglior utilizzo di nuove risorse invitando alla riflessione nei riguardi di un atteggiamento più aperto con lo scopo di applicare i cambiamenti necessari stando al passo con le innovazioni tecnologiche e le nuove necessità globali.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione e nello specifico l’obiettivo 17, che mira a “rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile”.

In Sicilia cosa si sta facendo? La Regione siciliana sta agendo sulle più prestigiose strutture mettendo a punto un piano per la promozione dell’eco-efficienza e la riduzione dei consumi di energia in molte strutture del proprio patrimonio.

Fondamentale è l’abbattimento del consumo energetico, che significa creare il microclima ideale sia per il visitatore che per la conservazione ottimale delle opere tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili. Sarà svolta la manutenzione, per esempio, dei nuovi sistemi di illuminazione, degli impianti di climatizzazione e di quelli fotovoltaici.

Seconda tappa sarà la ripartizione del risparmio, con la conseguente diminuzione dell’inquinamento dovuta alla minore quantità di CO2 immessa. Le tecnologie precedentemente nominate saranno necessarie per raggiungere questo obiettivo.

Esempio più chiaro è proprio il castello della colombaia di Trapani. Detta anche Torre Peliade o Castello di mare, è una fortezza medievale, di origini molto antiche, posta su un’isoletta all’estremità occidentale del porto di Trapani. Il progetto prevede proprio l’inserimento di due impianti differenti posti su due lati opposti. Uno è l’impianto fotovoltaico, impianto elettrico costituito dall’assemblaggio di più moduli fotovoltaici che sfruttano l’energia solare. Il secondo invece è l’impianto microeolico, una sottocategoria dell’eolico che sfrutta l’energia nel vento e che ha una potenza inferiore a 20 kW, da distinguere dal minieolico che ha una potenza nominale fra 20 kW e 200 kW.

Il castello della colombaia è uno dei migliori esempi di architettura militare in Sicilia. Tramite l’inserimento dei due impianti, microeolico e fotovoltaico, sarà possibile realizzare strutture innovative per facilitare la mostra al pubblico e rispettare l’ambiente, esempio più pratico: potrà essere portato a termine la costruzione del faro. Entrambe sono fonti di energia alternative a quelle prodotte dalla combustione dei combustibili fossili, è rinnovabile e a sostegno dell’economia verde che non produce emissioni di gas serra durante il funzionamento e richiede una superficie di terra non eccessivamente vasta.

ANNA GRASSO, V LG,
LICEO LINGUISTICO G. LOMBARDO RADICE, CATANIA

Sinergia e fruibilità del bene culturale, Castello Ursino risplende di nuova luce

Il sito dove sorge l’edificio attuale del Castello Ursino testimonia uno dei nuclei più antichi di Catania, risalente alla prima fase abitativa della polis greca di Katane. Sebbene in passato sia stata qui ipotizzata la presenza di una torre di età normanna – la Torre di Don Lorenzo – di essa non solo non resta traccia alcuna, ma gli studiosi tendono a ritenere l’ipotesi di una preesistenza normanna sul sito del Castello priva di fondamenta scientifiche e tendono a ricercarla in altro sito del centro storico cittadino.

Sulle origini dell’edificio, sebbene non vi siano prove dirette che lo associno a Federico II, gli studiosi tendono ad identificarlo con il “castrum” menzionato nella lettera indirizzata al suo architetto, Riccardo da Lentini, il cui cantiere doveva ancora avviarsi nel 1239. Riqualificare energeticamente questo sito con le più recenti innovazioni tecnologiche, puntando sul rispetto dell’ambiente senza alterare il valore storico del monumento, è stato l’obiettivo dell’intervento dell’Amministrazione comunale.

Dopo anni di buio è stato attivato, lo scorso mese di dicembre, il nuovo impianto di illuminazione delle mura del Castello Ursino, grazie al quale è stato possibile evidenziare i particolari architettonici e incrementare il livello di sicurezza, sfruttando altresì una tecnologia che permette un significativo risparmio energetico.

Talvolta il desiderio di ottenere un certo risultato architettonico-artistico spinge a scegliere una soluzione ingegneristica efficiente ma irrazionale, con notevoli sprechi energetici e di gestione. È compito dell’Ingegnere energetico concentrarsi sulla “richiesta energetica” globale del Sito o del Monumento sulla base delle attività che vi si svolgeranno, mettendo sempre in primo piano la valorizzazione del Bene secondo le sue caratteristiche storiche e artistiche. In questa direzione è andato il progetto del Castello Ursino, che ora può definirsi un esempio di attenzione alle problematiche ambientali ed energetiche.

Gli interventi sono stati eseguiti dalla City Green Light, leader nazionale nel settore della pubblica illuminazione. All’accensione delle luci hanno preso parte l’amministrazione e i funzionari del Comune. L’intervento di illuminazione in siti archeologici come quello del Castello Ursino ha permesso alla città di Catania di acquisire un valore simbolico molto pregnante: rendere fruibile e ben illuminato un bene culturale affinché ognuno possa accrescere il proprio sapere e godere delle bellezze, talvolta dimenticate, che la città ci offre.

Oggi che il progresso tecnologico ha fatto passi da gigante, si può solo ben sperare per il futuro energetico di cui l’illuminazione è parte integrante per il rilancio e lo sviluppo anche turistico della città.

IRENE SCAFILE, V LG
LICEO LINGUISTICO G. LOMBARDO RADICE, CATANIA

La bellezza del Duomo di Catania esaltata dalla nuova illuminazione

Coniugare beni culturali con le tecnologiche energetiche più rinnovate, permette di valorizzare i monumenti e l’ambiente circostante, rispettandoli, mettendo in evidenza i particolari architettonici, anche grazie all’illuminazione. Migliorare i monumenti con le nuove tecnologie comporta un significativo risparmio energetico.

L’utilizzo di fonti di energia rinnovabile nei siti e negli edifici del patrimonio culturale garantisce la conservazione dei loro valori culturali e naturali poiché il consumo di energia primaria e gli impatti ambientali sono ridotti al minimo e si verifica inoltre un miglioramento della qualità.
Questa “sfida” prevede la revisione del sistema energetico attualmente utilizzato con l’obiettivo di promuovere soluzioni a basso consumo di carbone e di risorse primarie per ridurre i consumi, migliorare la prestazione degli impianti e diminuire le emissioni di elementi inquinanti. Ciò comporterà interventi di ristrutturazione poiché dovranno essere collocati impianti fotovoltaici, sistemi intelligenti di telecontrollo, impianti di regolazione e ottimizzazione dei flussi energetici e dei consumi e dei controlli delle emissioni inquinanti. Misure che permetteranno di ridurre progressivamente le emissioni tossiche e i gas serra, portando a un decremento del consumo energetico del 48%.

Possiamo prendere come esempio o lavori effettuati nella Cattedrale di Catania. Sono stati installati impianti moderni riguardanti l’illuminazione, che vanno a sostituire quelli già esistenti, che erano ormai diventati inadeguati. Questi nuovi strumenti innovativi, vale a dire proiettori a luce calda a led, hanno permesso, oltre a un miglioramento dell’illuminazione del monumento, di esaltarne la bellezza, e a mettere in evidenza la parte inferiore del prospetto del Duomo e il gruppo scultoreo della parte alta della storica facciata, illuminandoli, sempre nel pieno rispetto dello stile del monumento sacro.

Tutto ciò ha permesseo di esaltare, anche nelle ore notturne, l’emblema del tardo barocco catanese. In termini di inquinamento, questo intervento significherà ridurre drasticamente l’immissione nell’aria di oltre 14.000 tonnellate di Co2, che nel tempo garantirà un ambiente migliore in cui vivere. Un’azione che renderà la nostra terra più moderna e inoltre permetterà un risparmio dei consumi.

La basilica, consacrata a Sant’Agata, che oltre alle reliquie della martire, ospita le spoglie di numerose figure illustri, tra cui i reali aragonesi e il sommo “cigno” catanese, Vincenzo Bellini, è spesso meta di turusti, devoti ma anche cittadini.

Nonostante questa pandemia, rimarrà comunque un simbolo per tutti e per la città. Potrebbe rappresentare un’opportunità per promuovere il turismo sostenibile, che ha come obiettivo quello di promuovere la conoscenza e la valorizzazione delle culture e delle tradizioni locali, nel rispetto dell’ambiente, dei territori e delle popolazioni.

ALESSANDRA PILASTRO, V LG
LICEO LINGUISTICO G. LOMBARDO RADICE, CATANIA

Monastero dei Benedettini più “green”, sfida possibile

CATANIA – Il Monastero dei Benedettini, che nasce nel ‘500 e si sviluppa fino ai giorni nostri, è un esempio di integrazione architettonica tra le epoche ed oggi è patrimonio mondiale dell’Unesco. Visitandolo si possono leggere, come in un libro aperto, i cambiamenti subiti a causa della colata lavica prima e dopo il terremoto, ma anche degli usi civili a cui viene destinato subito dopo l’Unità d’Italia. Quella che ormai è diventata la sede della facoltà di lettere dell’Università degli studi di Catania, fa parte dei beni culturali, ovvero tutte quelle opere d’arte che costituiscono la memoria collettiva del nostro paese e sono parte della nostra identità.

Il settore dei Beni Culturali richiede un’innovazione tecnologica in grado di sviluppare prodotti ecocompatibili per rispondere all’esigenza di rispettare e conservare il patrimonio culturale a disposizione. Non a caso, nel 2015, i Paesi delle Nazioni Unite, hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, per garantire un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano.

Quest’agenda consta di 17 obiettivi, il settimo riguarda l’energia pulita e accessibile, garantisce l’accesso a servizi energetici, aumenta considerevolmente la quota di energie rinnovabili, con lo scopo di raddoppiare entro il 2030 il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica, accrescere la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso alla ricerca e alle tecnologie legate all’energia pulita e implementare le infrastrutture e migliorare le tecnologie per fornire servizi energetici moderni e sostenibili, specialmente nei paesi meno sviluppati.

Quindi perchè non salvare il nostro pianeta, migliorando le tecnologie e incrementando energie rinnovabili nel Monastero? Tutto ciò è possibile, per esempio, sostituendo all’energia non rinnovabile, la bioenergia, derivante da piante e animali che permette di produrre calore ed elettricità. Dalla combustione delle biomasse si produce il calore necessario per riscaldare l’ambiente attraverso apposite turbine. Considerando che il “monasterium” è circondato dal verde, ha infatti, un giardino con diverse specie naturali, tra cui un maestoso e secolare cipresso piantato all’inizio del XX secolo, sarebbe adeguato correlarlo con le innovazioni tecnologiche energetiche e farlo nel pieno rispetto dell’ambiente e del monumento circostante. A questo progetto si potrebbe aggiungere l’iniziativa di incrementare pannelli fotovoltaici che garantiscono energia solare e soprattutto una salvaguardia migliore del Monastero.

Un dibattito quello sugli interventi di efficienza energetica che potrebbe essere riaperto proprio in vista della campagna “M’illumino di Meno”, ideata dalla trasmissione radiofonica di Rai Radio2, che quest’anno avrà il culmine il 26 marzo e, come sempre, promuoverà una serie di iniziative in tutta Italia con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza ai temi ambientali e, soprattutto, al risparmio energetico. Come dice Greta Thunberg: “Non si è mai troppo piccoli per fare la differenza”.

GIULIANA SUMA, V LG
LICEO LINGUISTICO G. LOMBARDO RADICE, CATANIA

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