La Porta delle Farfalle di Librino, il valore del fare nel deserto di Catania

La Porta delle Farfalle di Librino, il valore del fare nel deserto di Catania

La Porta delle Farfalle di Librino, il valore del fare nel deserto di Catania

Salvo Catalano  |
venerdì 14 Aprile 2023

Oggi si è tenuta l'inaugurazione della maestosa opera realizzata all'interno del quartiere etneo da Antonio Presti

Gli occhi lucidi sul palco montato al centro di una rotonda, su cui siedono le istituzioni superstiti di una città senza guida e, tranne poche eccezioni, pure senza speranza. Una delle più luminose eccezioni ha il volto emozionato e orgoglioso di Antonio Presti, l’artista e mecenate che oggi chiude a Librino un cerchio aperto 15 anni fa. Stamattina la grande inaugurazione della Porta delle Farfalle ha portato centinaia di bambini, ragazzi, insegnanti, residenti del quartiere ad affollare la lunga arteria stradale su cui corre il cavalcavia trasformato in opera d’arte.

“Questa porta ci insegna a prenderci cura – sottolinea l’arcivescovo Luigi Renna – la cura rende anche le cose più umili belle e dignitose, trasforma un anonimo cavalcavia in opera d’arte. La stessa cura che trasforma una casa umile in una casa bella. Ecco, ricordatevi sempre di curare allo stesso modo la vostra città”. Renna, appunto, una delle istituzioni presenti su quel palchetto insieme al questore Vito Calvino, alla prefetta Maria Carmela Librizzi e al commissario di Catania Piero Mattei. La politica non c’è. Per fortuna, verrebbe da dire. Coerente con la quasi totale assenza in cui Antonio Presti ha lavorato a Librino.

L’opera e il suo significato

L‘opera, epica e monumentale, un guinness dei primati probabilmente mondiale, sicuramente nazionale, è figlia di tre anni di lavoro : 50 sculture in bassorilievo di terracotta, 20 licei artistici e 15 artisti coinvolti, 20mila abitanti del quartiere a lavoro su 50mila pezzi di argilla. A scorrere i quasi due chilometri di sculture, ci si imbatte nei miti e nelle leggende della Sicilia e non solo : Colapesce, Adranos protetto dai suoi mille cani, i personaggi del Flauto magico di Mozart, Ulisse, Tiresia. C’è un tempio che rischia di crollare, simbolo di una civiltà che abbandona i libri, e un tempio ricostruito sulla base degli antichi valori della civiltà greca: kalòs e agathòs, bellezza e bontà. Ci sono i simboli di Catania: Sant’Agata, Vincenzo Bellini e l’elefante. Ma c’è anche la grande scultura che rappresenta Turi, il cane buono del quartiere che staziona al bar Eden, lentamente si sposta tra uno spartitraffico e un’aiuola, ma quando vede Antonio Presti arrivare gli corre incontro scodinzolante.
Perché Presti qui lo conoscono tutti, persino i cani. E pure i cani sono rappresentati nella sua opera. Come lo sono gli abitanti del quartiere che si fermano a cercare la propria mattonella e a riconoscersi nel sogno che gli hanno impresso sopra quando era solo un mattone di argilla. “Oggi su questo palco salgono gli abitanti di Librino, un popolo che fa e non chiede – dice il promotore del progetto – Noi qui in questi 15 anni non siamo mai stati contro nessuno, qui si è affermato il bene. Il contro e l’anti qui non pagano, qui vince il bene”. È uno dei messaggi più forti che risuona sotto i palazzoni di Librino, non lontano dalle piazze di spaccio controllate dalle famiglie di Cosa nostra. Messaggio controverso solo per chi arriva qui oggi per l’inaugurazione e tornerà a occuparsi di Librino al prossimo blitz delle forze dell’ordine. Antimafia sociale è la parola che non si nomina mai perché si è fatta vita concreta. L’esempio che non servono cortei, manifestazioni, comunicati, pagine social per indicare un orizzonte di speranza, una vita fatta di sogni, bellezza e conoscenza, lontana dalla miseria economica, sociale e culturale di cui è ancora tragicamente impastato Librino.

A Librino turisti da tutta Italia

Tutto questo è oggi l’inaugurazione della Porta delle Farfalle, che brilla riflessa negli occhi di chi l’ha pensata e realizzata. Negli occhi di Paolo Romania, paziente e instancabile braccio destro operativo di Presti, dal cellulare perennemente occupato; in quelli di Gianfranco Molino, presidente della fondazione Fiumara d’arte, primogenita di Presti; in quelli di Filippo, Agata, Simona, Silvia, Daniela, Vittoria, Alberto, e altri ancora che per mesi hanno modellato, perfezionato, cotto, conservato le migliaia di piastrelle disegnate dai bambini e dalle mamme. Davanti alla Porta delle Farfalle corre parallela un aiuola dove quel po’ di verde rimasto lotta per sopravvivere contro polvere, smog e rifiuti. Stamattina presto la Multiservizi, la partecipata del Comune di Catania, è accorsa per la pulizia e la scerbatura. Adesso spetta alla prossima amministrazione comunale creare attorno a quest’opera che già porta a Librino turisti da tutta Italia, un contesto degno. Servono cose semplici: qualche panchina, l’illuminazione, un percorso pedonale, un prato. Semplici come la bellezza, come il valore delle cose fatte.

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