"La stoccata vincente": la trama del film e l'intervista a Paolo Pizzo

La lotta contro il tumore, il successo nello sport e il film: chi è Paolo Pizzo

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La lotta contro il tumore, il successo nello sport e il film: chi è Paolo Pizzo

Sandy Sciuto  |
giovedì 21 Settembre 2023

Campione nello sport e nella vita, l'intervista a Paolo Pizzo, protagonista della storia del film "La stoccata vincente", in onda in prima serata il 24 settembre.

Non capita tutti i giorni di conoscere la storia di un campione nella vita e nello sport che sembra una sceneggiatura originale pensata per un’opera di finzione e invece è la realtà. In prima serata domenica 24 settembre andrà in onda “La stoccata vincente”, film che omaggia e celebra Paolo Pizzo, schermidore catanese che è esempio dell’arte del cadere per poi sapersi rialzare più forti di prima.

La “Stoccata vincente”, la storia di Paolo Pizzo: trama

Nel suo palmares, Paolo Pizzo vanta due Campionati Mondiali vinti nella spada nel 2011 nella sua Catania e nel 2017 a Lipsia, un argento alle Olimpiadi di Rio 2016 e tre argenti nei Campionati europei. Non si contano tutte le medaglie conquistate nei Campionati italiani.

Prima del successo sportivo, però, Paolo Pizzo ha conosciuto il dolore e la sofferenza. All’età di tredici anni gli è stato diagnosticato un tumore al cervello che lo ha messo a dura prova e gli ha insegnato a lottare per inseguire il sogno della scherma.

Nel 2016 la sua storia è diventata un libro dal titolo “La stoccata vincente”, scritto con Maurizio Nicita ed edito da Sperling&Kupfer, di cui nel 2022 RaiFiction ha comprato i diritti per realizzarne un film. Nonostante la frenesia dei giorni che precedono la messa in onda del film, Paolo Pizzo si è concesso alle domande di QdS.it.

L’intervista

“La stoccata vincente” è il film su di Lei che andrà in onda domenica 24 settembre su Rai Uno. Cosa significa per lei vedere un film su di sé?

“Vedere un film su di me è stata un’esperienza inimmaginabile. Sogni le Olimpiadi, sogni di vincere un Mondiale, magari di rivincerlo e ci riesci. Dopo c’è stato il libro, un’esperienza molto molto utile perché ha tirato fuori dei momenti difficili nascosti dentro me relativi al periodo della malattia e dell’operazione. Parlo di sofferenza pura. Il film, invece, è stata la sublimazione di tutto ciò. In un sogno non puoi interagire più di tanto con gli accadimenti, invece, vedere la realizzazione della tua vita lì sul set potendo proprio interagire, cambiando o dando suggerimenti su alcune scene, è stato un sogno ad occhi aperti in cui potevi dare il tuo contributo. Me lo sono goduto tutto. È stata un’esperienza magnifica”.

È stato sul set durante le riprese del film. Com’è stato rivivere ricordi e momenti di vita vissuta e vederli trasposti cinematograficamente?

“Vivere il set dal punto di vista tecnico è stato molto interessante perché non avevo idea della difficoltà che provano gli attori. Ad esempio, per le riprese sull’Etna c’era un freddo incredibile e un vento poderoso. Eravamo tutti tremanti, eppure nella realizzazione della scena non si vede tutto questo.
È stato molto bello per me, ma anche difficile dare dei suggerimenti tecnici senza distaccarmi troppo ed essere travolto dalle emozioni. Per esempio, durante la scena del Mondiale vinto, dovevo dare dei suggerimenti tecnici e invece non vedevo l’ora di godermi tutta la scena delle tribune piene coi tifosi urlanti che inneggiavano il mio nome. È stato un po’ complicato per me. Dovesse esserci mai qualche piccola sbavatura schermistica sarà in quei momenti in cui mi sono voluto godere la scena, distaccandomi dal ruolo di consulente. Meraviglioso”!

Il film “La stoccata vincente” si basa sul libro omonimo scritto con Maurizio Nicita e pubblicato nel 2016. Quali erano le intenzioni da cui eravate partiti per scriverlo?

“L’idea originale del libro è venuta al mio agente Enrico Gelfi che mi ha messo in contatto con Maurizio Nicita, giornalista de ‘La Gazzetta dello Sport’. Catanese come me, ma io non lo conoscevo. Maurizio è diventato un grande amico. Il libro è nato principalmente per dare degli input positivi ai ragazzi dal mondo dello sport con indicazioni su come superare gli ostacoli della vita, come affrontarli e dare tutto di sé stessi. È un libro che ho sempre inteso come motivazionale, al di là della storia pazzesca”.

In “La stoccata vincente” è l’attore siciliano Alessio Vassallo a vestire i suoi panni. Ci racconta com’è andata tra di voi e che tipo di rapporto avete oggi?

“La bellezza di avere un attore che, oltre a somigliarmi fisiognomicamente, ha il mio stesso carattere. Nei mesi di avvicinamento alle riprese, lui ci ha tenuto tantissimo a calcare le pedane, ad allenarsi con me, a vedere cosa ho provato e provo quotidianamente e non ha mollato mai. Sembrava che avesse come obiettivo un Campionato del mondo piuttosto che un film. È un lottatore e un guerriero come me. È stato estremamente professionale sia nella fase prima delle riprese sia sul set. Siamo stati molto abili a calarci nella fase professionale e dopo a darci alla convivialità. Sono molto fiero di questo rapporto. Siamo diventati amici e non ci perderemo”.

In cosa Vassallo ha saputo cogliere l’essenza di Paolo Pizzo?

“La brutalità della mia reazione istintiva è stata magnificamente rappresentata da Alessio Vassallo. Sono ‘quasi una bestia’ caratterialmente, nel senso che mi fido tantissimo di me stesso e del mio istinto primario. Ho cercato di migliorare negli anni, ma sono quell’atleta lì. Alessio ha colto immediatamente questa parte reattiva, pronta subito quasi allo scontro fisico e verbale nello sport. Lui è diventato quel mix di esplosività e di poca razionalità che sono sempre stato io. Mi ha rappresentato esattamente come sono.

Il messaggio

Attraverso la sua storia, il film lancia moltissimi messaggi. Qual è il senso che vorrebbe cogliessero quanti vedranno il film?

Riassumo tutti i valori in una storia che considero d’amore. Amore per la vita a cui sono rimasto attaccato con tutte le mie forze. Amore per lo sport e per tutti i valori ad esso collegati: dal lottare fino all’ultimo minuto della partita al rispetto per te stesso, l’avversario e l’allenatore. Amore per la nostra bella terra, ognuno per la propria regione, e in generale per la nostra bellissima Nazione, amata più dal resto del mondo che da noi italiani stessi.

Il film risalta anche la Sicilia, sua terra natìa. Non c’è spazio per la criminalità organizzata, ma solo per la storia di un ragazzo che aveva la passione per la scherma. Quanto è servito nascere in Sicilia e vivere in provincia per la sua carriera?

“’Melior de cinere surgo’ è la scritta sulla Porta Ferdinandea, uno degli ingressi dell’antica Catania. Questa scritta sta a significare che la mia città è abituata a risorgere dopo mille distruzioni. Mi ci sono ritrovato molto. Dopo mille cadute, sono abituato alle sconfitte, a dargli il giusto valore e a ricostruire un percorso.
Oltre al dipinto della nostra terra come terra di malaffare, di mafia e di battaglia centimetro per centimetro con la malavita che sembra sempre dominare, ci sono invece tantissime storie di bellezza e di valori. Storie pulite come la mia: un siciliano come tantissimi che con tutte le proprie forze è andato a conquistare il mondo senza imbrogliare o cercare via veloci per il successo, ma con enorme dedizione e una grandissima disciplina.

Oggi lei è membro della Giunta Nazionale del CONI in rappresentanza di tutti gli atleti italiani insieme ad Antonella Del Core. Da atleta quali sono i progetti che sostiene?

“Cerco di creare quotidianamente un tessuto che possa riconoscere le abilità degli atleti per valorizzarle dal punto di vista lavorativo. Ad oggi, un atleta che finisce la carriera il più delle volte deve reinventarsi una nuova carriera partendo da zero e dimenticando tutto quello che ha imparato sul campo. Sto cercando di velocizzare il processo per cui un atleta, indipendentemente dal fatto che sia di altissimo livello o meno, ha un background di esperienze particolari utilizzabili e rivendibile nel dinamico mondo del lavoro di oggi. Favorisco questo tipo di processo tramite interazioni tra il CONI e il mondo aziendale e le altre istituzioni pubbliche creando convenzioni, protocolli d’intesa e progetti”.

Ultima domanda. Qual è la stoccata vincente nella vita?

“Credo che si possa star bene anche da soli. Se hai quel tipo di personalità o hai avuto tante delusioni nella vita, sicuramente meglio soli che male accompagnati. Non c’è dubbio. Detto questo, la mia stoccata vincente è andare a letto la sera e addormentarmi con la persona giusta accanto che mi tiene sempre coi piedi per terra, nonostante i successi che ho avuto, c’è sempre per me nei momenti difficili e ha la dolcezza e la determinazione giusta per farmi ragionare anche quando sono sottopressione. In breve: quando chiudo gli occhi, so di avere accanto la persona giusta. È questa la stoccata più bella e più vincente che potevo tirare. Vedo il completamento di questo rapporto stupendo che ho con mia moglie nella felicità delle mie due bimbe (Elena e Nicole di 5 e 3 anni) che sono la gioia dei miei occhi. Due sportive al cento per cento che sicuramente mi faranno divertire su qualche campo da gioco”.

Foto di Adolfo Franzò, da ufficio stampa

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