Le aree montane tra identità e sviluppo - QdS

Le aree montane tra identità e sviluppo

Le aree montane tra identità e sviluppo

mercoledì 15 Gennaio 2025

Parliamo della montagna come di un fatto unitario, ma unitario non è

Segue dal QdS del 18 dicembre 2024

Parliamo della montagna come di un fatto unitario, ma unitario non è. Abbiamo zone nelle Alpi che soffrono per eccesso di turismo, di superurbanizzazione, di supersfruttamento della rendita immobiliare a favore di pochi e di esterni al territorio. Ma abbiamo tante ampie zone (per lo più di collina e montagna, per lo più nel Sud e nell’Appenino), che soffrono i mali tipici della marginazione e dello spopolamento, comuni che sono spesso borghi bellissimi ma che non hanno assistenza sanitaria, non hanno scuola superiore, hanno collegamenti e trasporti difficili. Tecnicamente si chiamano “aree interne” e dal 2013 i governi italiani si sono dati una “Strategia nazionale per le aree interne (Snai)”.

Il bilancio del primo piano (2014-2020) è stato molto deludente e si parla giustamente di un “flop”. Ma in molti di questi territori sono nate iniziative dal basso, per lo più dai Comuni, interessanti e positive. Una tra le più interessanti è nata in Friuli, dove un gruppo di comuni che soffrono di spopolamento si è riunito in un progetto chiamato “Vieni a vivere e lavorare in montagna”, assicurando facilità di inserimento e una rete di servizi adeguata: “Una montagna che non si svende né vende, ma investe, risorse umane in primis oltre che materiali, convinta che i motivi di chi resta e di chi viene siano da ricercare nella capacità che questi luoghi hanno di ritrovare sé stessi”. Le nuove tecnologie di comunicazione e connessione sono un forte strumento a favore di questo approccio. E non dimentichiamo che in queste zone vi sono alcune delle più belle e affascinanti montagne italiane come il Gran Sasso, la Maiella, le bellissime montagne calabresi, l’Etna. So che Unimont è attenta anche a queste zone ed a queste problematiche.

La diversità delle zone montane strategie di sviluppo diverse

La diversità delle zone montane richiede, dunque, strategie di sviluppo diverse. Eppure è giusto anche parlare unitariamente di montagna perché la cultura e i valori della montagna sono anche unitari e anche di questi bisogna sentirsi custodi, oltre allo sviluppo e alla diffusione della conoscenza scientifica, come ha ricordato Mario Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale della Banca Popolare di Sondrio, la banca delle Alpi Centrali, in un paesino della Valtellina (Spriana, 83 anime) che coltiva da anni un premio per i grandi dell’alpinismo che hanno saputo testimoniare nella loro attività solidarietà umana e rispetto della natura (il premio della “Pica de Crap” e del “Moschettone della Solidarietà”): “È bellissimo il fatto che, attorno al premiato, un grande come Kammerlander, si siano riuniti altri grandi dell’alpinismo – dice Pedranzini – che amano ritrovarsi per questa bella manifestazione. E questo succede perché hanno dei valori forti che li accomunano e che, eventi come questo, contribuiscono a diffondere soprattutto fra i giovani. Mi riferisco a ideali come quelli incarnati da Luigi Bombardieri, il quale parlava della montagna come luogo ideale per formare il carattere, spingere sulla solidarietà umana e sul rispetto per la natura. Tre ingredienti molto semplici sui quali forgiare, però, le nuove generazioni. Ecco perché Banca Popolare di Sondrio sostiene questa manifestazione”.

continua…

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