Lotta all’evasione tributaria, Comuni non collaborano - QdS

Lotta all’evasione tributaria, Comuni non collaborano

Michele Giuliano

Lotta all’evasione tributaria, Comuni non collaborano

giovedì 16 Novembre 2023

Studio della Cgia: nel 2022 tra Irpef, Ires e Iva gli enti locali siciliani in grado di recuperare appena 8 mila euro. Trapani e Caltanissetta hanno il trend peggiore con zero euro. Seguono Siracusa, Agrigento e Ragusa

SICILIA – Anche i Comuni possono collaborare nella lotta all’evasione tributaria, ma in Sicilia tale possibilità non sembra essere di alcun interesse per gli uffici locali.

Cosa prevede la legge

La legge prevede che lo Stato centrale eroghi alle amministrazioni comunali il 50% dell’imposta recuperata dall’Agenzia delle entrate, a seguito delle “segnalazioni qualificate” ricevute proprio dai Comuni. Nel 2022, secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno ed elaborati dall’ufficio studi della Cgia, in Sicilia nel 2022 sono stati erogati ai Comuni appena 4.140 euro. Una cifra irrisoria, risultato di un trend che ha visto i contributi ridursi nel corso degli anni.

Già nel 2020 i contributi erogati ai Comuni erano stati il doppio, 8.320 euro, mentre nel 2016 erano stati 44.351 euro. A livello provinciale, le cifre erogate sono talmente esigue da essere risibili: Messina, il territorio che ha ricevuto la cifra più importante, si è fermata ad appena 1.892 euro; a seguire, Palermo, con 1.458 euro. Quindi, Ragusa con 318 euro, Agrigento con 301, Siracusa, con 171. Il resto delle province non ha ricevuto nulla. Ci sono territori che negli anni hanno mantenuto un trend assolutamente negativo: Trapani e Caltanissetta, ad esempio, non hanno ricevuto nulla in nessuno dei tre anni considerati, che sia il 20216, il 2020 o il 2022. Enna, invece, che nel 2016 aveva raccolto oltre 10 mila euro, è passata successivamente a zero.

Con questi numeri, Messina si trova appena al 34esimo posto nella lista dei capoluoghi di provincia per importo di contributi ricevuti per la partecipazione all’attività di accertamento fiscale e contributivo. Poco sotto, Palermo, al 36esimo posto. Si scende alla posizione 45 per trovare Ragusa, alla 47 per Agrigento, alla 51 per Siracusa. Tra la 97 e la 100, su un totale di 111, si trovano Caltanissetta, Catania, Enna e Trapani.

In Sicilia recuperati appena 6 milioni di euro

I terribili risultati isolani vanno ad inserirsi in un quadro di totale desolazione nazionale: nella penisola, grazie alla lotta dei Comuni all’evasione o elusione fiscale, nel 2022 sono stati recuperati appena 6 milioni di euro, praticamente lo 0,007% dei 90 miliardi di euro che ogni anno i trasgressori del fisco trattengono indebitamente. Dei tre milioni di euro di contributo erogati nel 2022, più di due sono andati ai capoluoghi di provincia. Ad aver contribuito a recuperare almeno un euro sono stati solo 265 Comuni, pari al 3,3% del totale nazionale, mentre gli altri 7.636 sono rimasti a bocca asciutta.

Questa misura, introdotta nel 2012, ha dato negli ultimi anni risultati modesti. Dal 2014, anno in cui questa misura di contrasto ha consentito di sottrarre agli evasori l’importo record pari a 21,7 milioni di euro, si è scesi a 11,4 milioni nel 2018 e successivamente ai 6,5 milioni del 2020, così come nel 2022. Le motivazioni sono tante: secondo la Cgia, manca nei Comuni personale formato a svolgere questa attività investigativa, perché le segnalazioni fatte dalle amministrazioni comunali al fisco devono essere puntuali, circostanziate e contenere i dati identificativi del soggetto a cui sono contestati gli ipotetici comportamenti evasivi ed elusivi.

Se, invece, le competenze sono disponibili, in massima parte vengono utilizzate per “recuperare” l’evasione dei tributi locali in capo ai Comuni; come l’Imu, la Tari, la Tosap, l’imposta sulla pubblicità e quella di soggiorno.

“Non va nemmeno trascurata l’ipotesi seguente – scrivono dalla Cgia – per molti sindaci scatenare una “campagna” contro gli evasori e gli abusivi potrebbe essere addirittura controproducente. In molte aree del Paese, infatti, il consenso politico a livello locale si “acquisisce” e si “consolida” anche “trascurando” questi reati; “consentendo”, ad esempio, a chi non ha una casa di costruirsene una abusivamente o a chi non ha un’occupazione stabile di “sopravvivere”, esercitando un’attività lavorativa irregolare”.

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