La raffineria di Priolo a rischio chiusura, in vista del 5 dicembre quando scatterà l’embargo al petrolio russo
Lavoratori scenderanno in piazza venerdì 18 novembre, contro il rischio di chiusura della raffineria Lukoil di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa. Manca ormai poco per trovare una soluzione. Si perché, senza un intervento delle banche o del governo, l’azienda rischia di fermarsi, portandosi dietro tutto il polo petrolchimico aretuseo, e con esso e 10mila posti di lavoro.
Cosa è successo dall’inizio della guerra in Ucraina ad oggi
Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, le banche hanno messo “over compliance” la Isab che fa capo alla russa Lukoil, tagliando le linee di credito che consentivano all’azienda di comprare petrolio sul mercato. Da diversi mesi, le raffinerie possono lavorare limitatamente con il greggio che viene dalla Russia. Ma questo cambierà dal 5 dicembre, quando scatterà l’embargo e quindi non si potrà più acquistare petrolio russo.
A Siracusa lo sciopero generale
Per questo Cgil, Cisl e Uil Siracusa hanno proclamato per venerdì 18 novembre lo sciopero generale di tutte le categorie impegnate nell’area industriale (Chimici, Energia, Metalmeccanici, Trasporti, Edilizia, Servizi) contro il rischio di chiusura dell’intero polo. Lo stesso giorno, come abbiamo detto in precedenza, è anche fissato un tavolo al Mise con Isab Lukoil, le parti sociali e gli enti locali.
Il ministro per le imprese e Made in Italy Adolfo Urso ha rassicurato dicendo che c’è la “disponibilità della Sace a intervenire” per garantire continuità all’azienda.
“La forte adesione alla mobilitazione conferma che questo territorio non vuole più attendere e intende riappropriarsi del proprio presente per guardare con fiducia al futuro. I lavoratori, i sindaci, le associazioni datoriali, la società civile, insieme per una grande mobilitazione di proposta”.
La presentazione del corteo, la conferenza stampa di sindacati, associazioni di categoria e il sindaco di Siracusa
Così i segretari generali di Cgil e Cisl, Roberto Alosi e Vera Carasi, hanno presentato la manifestazione di venerdì prossimo. Al loro fianco, nella sala conferenze della Cgil, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e la coordinatrice della Consulta delle associazioni di categoria, Rosanna Magnano.
“Vedere qui i rappresentanti delle associazioni datoriali e i sindaci – hanno sottolineato i due segretari generali – vuol dire che lo spirito dell’iniziativa è stato compreso e condiviso pienamente. La forza di questa provincia è l’unione tra tutti i soggetti attivi nei vari settori produttivi, nelle istituzioni, nella società civile”.
Il corteo è partito da piazzale Marconi dove, alle ore 9, è previsto il concentramento dei partecipanti. Da lì, percorrendo corso Umberto, piazza Pancali, largo XXV luglio, corso Matteotti, poi è arrivato in piazza Archimede dove sono previsti una serie di interventi che, dopo aver dato voce ai lavoratori, ai rappresentanti delle categorie e degli studenti, saranno chiusi dai segretari nazionali presenti.
Le voci dei sindacati
“Saremo contemporaneamente a Roma per un presidio sotto il ministero attendendo l’esito del tavolo tecnico convocato dal ministro sul caso Lukoil – hanno aggiunto Alosi e Carasi – In gioco c’è il sistema economico dell’intera provincia e, per la storia che ha e per il potenziale che rappresenta, il nostro polo industriale può essere uno straordinario hub energetico.
Siamo certi che il 18 novembre rappresenterà una svolta e darà uno scatto importante per accendere i riflettori nazionali sul futuro di questa provincia. Non possiamo perdere il treno delle risorse previste nel Pnrr ed in fondi europei per dare forza e fiducia ad un sistema economico che ha bisogno di operare una svolta radicale”.
Adesione convinta alla mobilitazione da parte del sindaco Italia, che ha parlato anche a nome degli altri primi cittadini della provincia, e della coordinatrice della Consulta delle associazioni di categoria.
Il sindaco di Siracusa
“La mobilitazione di venerdì avrà una presenza massiccia e, se dovesse servire, potrà continuare anche in altre sedi – ha detto Francesco Italia ricordando che venerdì sarà al tavolo del Mise – Il nostro polo industriale ha ancora tante pagine da scrivere e rappresenta una garanzia per il paese. Mobilitarsi significa ricordare a tutti che vogliamo esserci perché siamo strategici anche per una ulteriore spinta verso l’autonomia energetica del nostro Paese”.
Le associazioni di categoria
“Tutte le associazioni di categoria che rappresento hanno aderito in maniera convinta alla mobilitazione – ha sottolineato la coordinatrice della Consulta, Rosanna Magnano – Ci sia muove tutti insieme per il futuro di questo territorio. Non abbiamo di fronte un problema che riguarda soltanto il settore industriale; quello che sta accadendo coinvolge l’intera provincia e tutti i comparti produttivi”.