Mafia, sequestrati beni per un milione di euro a Catania - QdS

Mafia, sequestrati beni per un milione di euro a Catania

redazione web

Mafia, sequestrati beni per un milione di euro a Catania

venerdì 05 Giugno 2020

A due esponenti di Cosa nostra, Turi Amato e suo genero Francesco Scuderi, entrambi appartenenti al clan Santapaola-Ercolano e attualmente detenuti. Sotto sequestro anche la Nicu car, una agenzia di autonoleggio catanese

La Polizia di Stato ha eseguito a Catania due sequestri beni nei confronti di altrettanti esponenti di spicco di Cosa nostra, attualmente detenuti perché condannati con sentenza definitiva per associazione mafiosa.

I provvedimenti, emessi dal Tribunale di Catania, sezione Misure di prevenzione, su proposta congiunta della Questura e della locale Procura Distrettuale, riguardano Salvatore Amato, di 65 anni, e suo genero, Francesco Scuderi, di 33.

Il primo, noto come Turi Amato, è uno storico appartenente al clan Santapaola-Ercolano, nel quale ha sempre rivestito ruoli apicali, anche in forza della parentela con la famiglia del boss Benedetto Santapaola, avendone sposato la cugina Grazia.

Dedito prevalentemente al traffico di stupefacenti e alle estorsioni è stato a lungo il responsabile del gruppo ottantapalmi del rione San Cristoforo.

Il secondo, detto “‘U niculittu”, è genero di Amato, è stato sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno e ha diverse condanne definitive anche per traffico di sostanze stupefacenti.

Il sequestro, eseguito su indagini del gruppo di lavoro integrato della Divisione Polizia Anticrimine e della Squadra Mobile, riguarda nove beni immobili, due motoveicoli e cinque autovetture, una società di autonoleggio, la Nicu Car srl, e diversi rapporti finanziari, per un valore stimato di circa un milione di euro.

La Questura di Catania ha eseguito nell’ultimo anno due confische per un valore di 16,5 milioni di euro, quattro sequestri per due milioni di euro, quattro misure di prevenzione patrimoniali con richieste di sequestro di beni per un valore di circa quattro milioni di euro, una richiesta di accertamenti patrimoniali finalizzati all’applicazione della misura di prevenzione del codice antimafia.

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