Mamme e neonati, le ostetriche: “Colmare carenze organico” - QdS

Mamme e neonati, le ostetriche: “Colmare carenze organico”

Mamme e neonati, le ostetriche: “Colmare carenze organico”

sabato 28 Gennaio 2023

La tragedia del Pertini riaccende i riflettori su una grave emergenza

ROMA- “La condivisione del letto fra una madre vigile e un neonato sano, messo in una posizione di sicurezza, è un fatto naturale, pratico, indiscutibile. La carenza cronica a livello nazionale del personale ostetrico, pesantemente sofferta, non deve indurre a proposte di modelli organizzativi abbandonati da anni in quanto ritenuti inappropriati ed insicuri sia dalle ricerche scientifiche che dalle donne stesse”. Lo afferma a gran voce il comitato centrale della Federazione nazionale degli ordini della professione di ostetrica (Fnopo), intervenendo nel dibattito scaturito a seguito della tragedia verificatasi all’ospedale Pertini di Roma dove, nei giorni scorsi, un neonato ha perso la vita nel letto con la madre che, dopo averlo allattato, si era addormentata. Una vicenda tragica e dolorosa, su cui si è detto tanto, spesso nel modo sbagliato. Da certe ricostruzioni mediatiche, spesso irrispettose, fino al alcune affermazioni dell’opinione pubblica, che “mettevano all’indice” ora la madre (anch’essa, inevitabilmente, vittima di questa vicenda), ora il personale ospedaliero.

Proprio per questo l’intervento della federazione ostetrica assume particolare valore e rilevanza. Una voce razionale e qualificata, che si leva su un coro stonato. “La moderna organizzazione dei Punti nascita attualmente prevede l’assistenza congiunta di madre e neonato, il cosiddetto rooming-in appunto, che deve essere proposto – puntualizza la nota – anche garantendo un numero adeguato di professioniste ostetriche al fine di esprimere al meglio la qualità delle prestazioni assistenziali da erogare e il necessario sostegno pratico ed emotivo alla nuova famiglia”.

Fondamentale, secondo le professioniste sanitarie, non tornare indietro e non abbandonare il rooming-in. Tale modello, “introdotto in Italia a partire dagli anni ’80, implementando le raccomandazioni di Oms e Unicef, risulta vantaggioso per la creazione della nuova diade (considerando anche la presenza dell’altro genitore) e per la promozione dell’allattamento al seno e dell’accudimento precoce, quando le nuove famiglie sono state adeguata”. Le soluzioni, secondo la Fnopo, stanno insomma altrove. L’imperativo categorico, da questo punto di vista, è quello di “garantire dei servizi alla maternità sempre più accessibili ed accettabili e al passo con i tempi che mutano”. “La variabile fondamentale – si legge ancora nella nota – è il numero di ostetriche disponibili nel Ssn per garantire la continuità assistenziale, la personalizzazione dell’assistenza e l’individuazione tempestiva di fattori di rischio bio-psico-sociali, causa di esiti di eventi indesiderati evitabili”.

Un tema, quello della carenza di personale, che riguarda purtroppo ampie fette della nostra sanità e che il Quotidiano di Sicilia ha analizzato più volte, avvalendosi del pareri di professionisti ed esperti del settore, di quanti insomma hanno la contezza di ciò che succede giornalmente “sul campo”. Una vera e propria emergenza, seppur spesso taciuta e sottovalutata, in virtù della quale tragedie come quella del “Pertini” rischiano di ripetersi con sempre maggiore frequenza.

Proprio per questa ragione, nell’esprimere “commossa vicinanza ai genitori e familiari colpiti dall’evento luttuoso e a tutte le professioniste ostetriche e professionisti ostetrici e a tutti sanitari”, i vertici della Fnopo lanciano un monito che non può restare inascoltato ribadiscono come: “queste questioni non siano più rinviabili e debbano essere prioritarie nell’agenda politica dei prossimi mesi affinché le donne e le famiglie possano ricevere un’assistenza ostetrica e cure appropriate, accessibili ed essere sostenuti nel loro ruolo genitoriale”.

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