All’interno del documento la messa a regime dell’Irpef e degli scaglioni di reddito già applicati nel corso di quest’anno. Sono previsti interventi a sostegno delle famiglie e la riorganizzazione dei bonus applicati nel campo dell’edilizia
ROMA – È stata firmato dal Presidente della Repubblica, in data 23 ottobre 2024, il Disegno di legge di bilancio per il 2025 (con il Piano di bilancio per gli anni 2026 e 2027). Si compone di 144 articoli e ha già iniziato l’iter di approvazione parlamentare. Secondo il Ministro Giorgetti lo stanziamento per il 2025 dovrebbe essere di 30 miliardi, importo destinato ad aumentare a 35 miliardi nel 2026 e a 40 miliardi nel 2027.
Manovra 2025, le principali novità fiscali
Dal punto di vista fiscale, le novità più importanti sono quelle che mettono a regime l’Irpef e i relativi scaglioni di reddito già applicati nel 2024, nonché la riduzione, in modo strutturale, del cuneo fiscale. Per quanto riguarda le aliquote e gli scaglioni di reddito previsti ai fini dell’applicazione dell’Irpef, vengono confermati i seguenti limiti (nel 2024 applicati in via sperimentale): Irpef con aliquota 23%, fino a 28.000 di reddito; Irpef con aliquota del 35%, oltre 28.000 euro e fino a 50.000; Irpef con aliquota del 43%, oltre 50.000 euro 43 per cento.
Per quanto riguarda, invece, il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti (e solo per loro), anche questo viene messo a regime, ma con un meccanismo diverso dal passato. È prevista, infatti, una fascia esentasse fino a 20.000 euro, calcolata applicando all’intero ammontare di reddito di lavoro dipendente (non per scaglioni) il 7,1% fino a 8.500 euro annui; il 5,3% fra 8.500 e 15mila euro; e il 4,8% fra 15 mila e 20 mila euro. Per la fascia da 20.000 a 32.000 Euro, invece, ci sarà una detrazione fiscale di 1.000 Euro. Per chi guadagna più di 32.000 Euro (comunque fino a 40.000), il calcolo sarà più complesso. La detrazione fiscale, infatti, sarà pari al risultato che viene fuori moltiplicando 1.000 per l’importo corrispondente al rapporto tra 40mila euro, diminuito del reddito complessivo, e 8mila euro. In pratica, in busta paga dovrebbe esserci una riduzione d’imposta di 1.000 euro tra 20mila e 32mila euro, e poi una riduzione progressiva (decalage) fino a 40mila euro.
Manovra 2025, intervento sull’istituto delle detrazioni fiscali
È previsto anche un intervento sull’istituto delle detrazioni fiscali. Nel 2025 le detrazioni resteranno immutate quando il reddito non supera 75.000 euro. In caso di redditi superiori al predetto limite, la bozza di legge, fermo restando il diritto alla consueta detrazione delle spese sanitarie (19% con franchigia di euro 129,11), prevede una stretta determinata dall’introduzione di una soglia massima “base” calibrata in relazione della composizione del nucleo familiare. Le soglie massime “base” di detrazione (che includono tutte le forme di detrazione attualmente previste, e comunque ciascuna soggetta al limite attualmente stabilito da ogni singola disposizione agevolativa) sono pari a 14.000 euro in caso di reddito superiore a 75.000 ma non a 100.000 euro, e di 8.000 euro in caso di reddito superiore 100.000 euro. Poi, al fine di calcolare il limite di spesa massimo detraibile, l’importo “base”, stante l’attuale formulazione della bozza di legge, dovrebbe essere moltiplicato per un apposito coefficiente in relazione al numero di figli fiscalmente a carico (0,50, se nel nucleo familiare non ci sono figli fiscalmente a carico; 0,70, se c’è un figlio a carico; 0,85, se ci sono due figli a carico; 1, se ci sono più di due figli a carico o almeno un figlio disabile ).
Manovra 2025, numerosi interventi di sostegno alle famiglie
La manovra del 2025 prevede anche numerosi interventi di sostegno alle famiglie. Con un Isee fino a 40.000 euro le famiglie potranno beneficiare di un bonus di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato. Il bonus mamme lavoratrici verrà esteso alle lavoratrici autonome con almeno due figli. Previsto anche un aumento del bonus asili nido. E ancora, il congedo parentale sarà esteso fino a tre mesi con una copertura all’80% della retribuzione fino al sesto anno di vita del bambino.
Manovra 2025, novità sui bonus nel campo dell’edilizia
Per quel che concerne l’applicazione dei bonus nel campo dell’edilizia, le novità sono pure diverse. Intanto non bisogna dimenticare che, qualunque sia la quota detraibile consentita con l’applicazione del bonus, occorre che la detrazione non sia superiore alle soglie di detrazione (14.000 e 8.000) che con la stessa legge di bilancio sono state previste e che sono state precedentemente cennate. Praticamente ci sono due tipi di soglia: quella relativo alla specifica tipologia di detrazione e quella complessiva che si va ora a introdurre. In materia di “superbonus”, il disegno di legge prevede la possibilità di spalmare in dieci anni il recupero della detrazione, relativa agli anni 2022 e 2023, per la quale non era stata effettuata la cessione del credito oppure ottenuto lo sconto in fattura. Si prevede pure che la detrazione del 65%, per le spese sostenute nel 2025, sarà consentita esclusivamente per gli interventi per i quali, alla data del 15 ottobre 2024 risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), se gli interventi sono diversi da quelli effettuati dai condomini; adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), se gli interventi sono effettuati dai condomini; presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici. Prorogati poi tutti gli altri bonus in edilizia (ristrutturazione, ecobonus, sisma bonus e sisma bonus acquisti), nella misura del 50% (solo prima casa) per il 2025, con una ripartizione in dieci anni e un tetto di spesa di 96.000 euro. La detrazione, comunque, subirà una diminuzione, passando, negli anni 2026 e 2027, al 36% per gli interventi effettuati sulle prime case, ed al 30% per gli interventi effettuati sulle case diverse dalla prima. Prorogato anche il “Bonus mobili” nella misura del 50% con un limite di spesa pari a 5.000 Euro ripartiti in 10 anni.
“Mitigare” l’impatto del Superbonus sui conti pubblici
Per completezza di esposizione giova ricordare, infine, che in occasione dell’audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Piano strutturale di bilancio, il ministro dell’Economia e delle Finanze ha annunciato che, al fine di “mitigare” l’impatto del Superbonus sui conti pubblici, si faranno degli interventi in materia catastale e, più in particolare, si provvederà, oltre a individuare e regolarizzare le unità immobiliari ancora non censite (i cosiddetti “immobili fantasma”), anche ad aggiornare le rendite catastali sugli edifici che hanno beneficiato del Superbonus. Un intervento, quello preannunciato, che interesserà (con un incremento del gettito Imu e registro), oltre che i proprietari degli immobili ancora non censiti in catasto, anche quelli proprietari di immobili che hanno subito un incremento di valore a seguito della ristrutturazione con la fruizione del superbonus 110%.