La fotografia scattata dall’Unrae: “Numeri in risalita nel 2021 ma siamo ancora molto lontani dall’era pre Covid”
PALERMO – Un lento, lento recupero per il mercato automobilistico siciliano.
L’Unrae, Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, l’associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di autovetture, veicoli commerciali e industriali, rimorchi, semirimorchi e allestimenti, bus, con le relative reti di assistenza tecnica e di ricambi originali, ha raccolto i dati relativi alle immatricolazioni per regione e provincia, dal 2012 al 2021.
Il 2021 segna, su tutto il territorio isolano, 58.621 immatricolazioni, in netta risalita rispetto al 2020, quando si fermavano a 53.037, ma i numeri sono ancora parecchio più bassi rispetto al 2019, quando i nuovi mezzi immessi in circolazione sono stai 68.802. È sicuramente un segnale importante di ripresa, ma ancora troppo debole perché si possa parlare di un nuovo trend positivo, e di una vera ripartenza del settore.
Se la regione segna un aumento delle immatricolazioni del 10,5% tra il 2021 e il 2020, a livello provinciale, i maggiori recuperi sono segnati in provincia di Enna, in cui si segna un aumento del 16,9%, per poi passare a Catania, dove si sale del 14,8%, e quindi Trapani, al +13,1%. I risultati peggiori, sebbene comunque positivi, in provincia di Ragusa, in cui la crescita è di appena il 2%, seguita da Messina, al 7,1%, e poi Palermo, al 9,5%.
I tempi di ripresa sembrano essere piuttosto lunghi. Appena la scorsa estate era stato il Ceo di Michelin, Florent Menegaux, che ha espresso le sue previsioni su quello che sarà l’andamento delle vendite del settore automobilistico, portando il “traguardo” al 2024.
Le conseguenze della pandemia, infatti, si fanno ancora sentire, e le vendite di autoveicoli sono ancora penalizzate dalla carenza dei semiconduttori, che purtroppo non ritorneranno disponibili a breve, condizione che ha portato molti a rivolgersi al mercato dell’usato, che ha permesso di reperire i mezzi con una maggiore velocità.
Il settore, infatti, soffre fortemente della recessione economica, e l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime hanno messo a dura le catene di approvvigionamento. I dati del ministero delle Infrastrutture e della mobilità confermano quanto previsto dal manager: nonostante la ripresa dell’economia, le vendite di vetture sono state frenate anche dalla scarsa disponibilità di prodotto, causata dalle difficoltà produttive subite da buona parte dei grandi costruttori.
Nel 2021 le immatricolazioni si sono attestate in tutto il territorio italiano a 1.457.952 unità; per quanto in crescita del 5,51%, rispetto al 2020, i dati risultano inferiori di quasi un quarto rispetto al 2019. Sul fronte delle alimentazioni, l’Unrae mostra da diversi mesi una battuta d’arresto per le auto alla spina (ibride plug-in ed elettriche).
Nel complesso, il comparto delle ricaricabili perde il 13% rispetto all’anno precedente; in particolare, le elettriche pure segnano un calo del 14,5%, mentre le ibride plug-in decrescono dell’11,3%.
Tra le auto con motori tradizionali, le diesel perdono il 42,1% e scendono dal 26 al 20,6% del mercato. Le auto a benzina passano dal 33% al 26%.