Il lavoro che c’è, i lavoratori che mancano. È questo il paradosso di un mercato del lavoro alla spasmodica ricerca di un equilibrio tra domanda e offerta. Dati Unioncamere-Anpal: più luci che ombre
Il lavoro che c’è, i lavoratori che mancano. è questo il paradosso di un mercato del lavoro alla spasmodica ricerca di un equilibrio tra domanda e offerta.
Unioncamere e Anpal tracciano l’ennesimo spaccato di un tessuto imprenditoriale in affanno e non è solo colpa della crisi. Le aziende italiane sono alla disperata ricerca di personale, solo a febbraio 386mila le assunzioni previste. Ma la dinamica positiva della domanda si scontra con un’offerta che latita. Ed ecco spiegato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro che riguarda il 46,2% dei profili ricercati, un valore superiore di circa 6 punti percentuali rispetto a un anno fa, secondo quanto rivela il Bollettino di febbraio del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
Perché le aziende non trovano personale? La motivazione principale, lamentate dalle stesse imprese, sta nella mancanza di candidati: i casi in cui tale circostanza si verifica sono in crescita rispetto allo scorso anno (+5,4%). Altra motivazione è rappresentata da candidati che non presentano le competenze necessarie.
Lo scenario delineato da Unioncamere e Anpal trova conferma anche ei dati della Congiuntura Flash di febbraio diffusi da Confindustria: accanto a un’occupazione in aumento (+37mila a dicembre), si registra in Italia una scarsità di manodopera per una quota crescente di imprese (7,3% da 1,8% a fine 2019, nella manifattura), segnale di carenze quantitative e disallineamenti di competenze (ma meno che nella Ue). La mancanza di lavoratori qualificati è un tema sempre più discusso e che coinvolge soprattutto il comparto manifatturiero e della produzione industriale. Molte imprese di questo settore, infatti, sperimentano elevate difficoltà nel reperire il personale specializzato di cui necessitano a causa di una carenza di candidati o di una preparazione non adeguata.
Ingenn, la società di Head hunting unicamente focalizzata nella ricerca e selezione di profili tecnici e ingegneri, fornisce una panoramica su alcune delle tematiche che caratterizzano il settore manifatturiero e industriale: “In media – racconta Umberto Petri, Director di Ingenn – le imprese impiegano tra i 5 e i 6 mesi per riuscire a trovare il candidato ideale in possesso dei requisiti richiesti. Attraverso un ascolto attento delle esigenze dei nostri partner, le competenze tecniche di cui siamo forniti e l’utilizzo di un database sviluppato ad hoc riusciamo a ridurre concretamente tali tempistiche”.
Più di un’offerta su tre scollegata da titoli di studio
Solo il 15% (57.630 su 385.720 ) dei nuovi ingressi nel mercato del lavoro previsti a febbraio riguarderà le professioni non qualificate: un dato che parla chiaro perché ci dice che la mancanza di competenze rappresenta un ostacolo oggettivo e restringe in modo significativo il campo delle opportunità in un mercato in continua evoluzione e sempre più orientato verso il digitale.
Eppure, dal report di Unioncamere e Anpal emerge un dato significativo: le aziende fanno fatica ad assumere persino il personale non qualificato. La difficoltà di reperimento si attesta al 32,5%: un lavoratore (senza competenze) su tre non si trova.
Un ragionamento a parte merita il collegamento tra titolo di studio e sbocco lavorativo. Il Bollettino mette in evidenza come il 35% delle assunzioni previste questo mese non sia collegato a titoli di studio. Il 30%, invece, è collegato al diploma, il 18% a qualifica e diploma professionale e solo il 16% alla laurea. Un dato che sembra contraddire il principio secondo cui sono le competenze ad aprire le porte del mercato del lavoro ma che in realtà conferma che le aziende hanno “fame” di risorse umane a 360 gradi e che le competenze non sono squisitamente collegate alla laurea.
A proposito di laurea, tra gli indirizzi più richiesti dalle aziende c’è quello economico e di ingegneria. I diplomi più “gettonati” riguardano invece l’indirizzo: amministrazione, finanza e marketing.
Quello meccanico e della ristorazione, infine, sono i due indirizzi più richiesti dalle aziende per quanto riguarda le qualifiche e i diplomi professionali.
Assunzioni: 20.530 in Sicilia, 4 volte di più in Lombardia
A febbraio la previsione in Sicilia è di 20.530 di nuovi ingressi nel mondo del lavoro ed una percentuale del 40,3% di difficoltà di reperimento delle figure che servono alle imprese. Una percentuale importante ma che si attesta leggermente al di sotto della media nazionale (46,2%).
Se guardiamo al periodo febbraio-aprile 2023, le previsioni di assunzioni nella nostra Isola salgono a 63.720.
Inoltre, rispetto ad un anno fa (febbraio 2022), sono 2.850 le unità di personale in più che le aziende siciliane dichiarano di voler assumere (+9.320 se mettiamo a confronto il periodo febbraio-aprile 2023 con lo stesso periodo del 2022).
Dando uno sguardo ai dati delle altre Regioni, spicca subito il record della Lombardia con 83.470 nuovi ingressi previsti nel mese. Mentre Valle d’Aosta e Trentino presentano le percentuali più elevate di difficoltà di reperimento delle figure richieste (rispettivamente 56,2% e 55,4%).
A livello territoriale, 120mila entrate sono previste dalle imprese del Nord ovest, a cui seguono le imprese del Sud e isole (97mila), le imprese del Nord est (92mila, area che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento pari al 52%) e le imprese del Centro (76mila).