Nuovi alloggi, demolizioni, riqualificazioni e bonifiche sono solo una parte di una questione ben più complessa. Grande lavoro per la Struttura commissariale del prefetto Di Stani
MESSINA – A maggio un emendamento al Decreto Covid del ministro per il Sud Mara Carfagna per mettere fine alle baraccopoli messinesi e alla degradante condizione abitativa di oltre 2.275 nuclei familiari. Dopo sei mesi ci sono già i primi atti concreti e non poteva essere altrimenti con il rigido cronoprograma che la stessa norma impone per usufruire dei cento milioni di euro stanziati (75 nel 2021, 20 per il 2022 e 5 nel 2023).
Si prevedono acquisti di alloggi da assegnare, demolizioni delle baracche, riqualificazione e bonifica delle aree degradate, costruzione di nuove abitazioni. Per queste operazioni il prefetto Cosima Di Stani, nominato commissario straordinario del Governo per il risanamento della baraccopoli messinese, ha individuato due diversi soggetti attuatori: ArisMe e Invitalia Spa, specificando in due ordinanze di cosa si dovranno occupare e con quali poteri e limiti decisionali.
ArisMe, l’Agenzia comunale per il risanamento, secondo l’ordinanza del 16 settembre, dovrà individuare i nuovi alloggi per gli abitanti delle baracche, occuparsi della perizia, dell’acquisto e del trasferimento dei baraccati. Gli avvisi pubblici di ArisMe possono riguardare l’acquisto di case già esistenti sul libero mercato o di Pubbliche amministrazioni, oppure in corso di costruzione da completare entro sei mesi dalla sottoscrizione del preliminare di vendita. L’agenzia può anche acquistare alloggi da costruire con titolo autorizzativo rilasciato dal Comune entro sei mesi dal preliminare. Al bando pubblicato ad ottobre sono seguite meno di un centinaio di offerte di case, ma l’obiettivo di ArisMe è di utilizzare i 46 milioni di euro a disposizione per acquistarne almeno cinquecento.
Il ministro Carfagna un mese fa è stata nella Città dello Stretto per fare il punto con il prefetto sull’avvio delle operazioni di riqualificazione, presenziando a una riunione tecnica. L’attenzione è quindi puntata sui provvedimenti varati dalla Struttura commissariale: il primo atto approvato con ordinanza è stata la perimetrazione delle aree baraccate, così come proposta dal Comune di Messina, aggiornata in seguito alla revisione straordinaria del 2019 delle nuove aree di risanamento. Sono elencate una sessantina di zone dove si dovranno avviare o completare interventi, oppure edificare nuove case secondo il Piano approvato dal Commissario a metà settembre.
L’altra stazione appaltante di cui si servirà l’Ufficio commissariale è Invitalia Spa, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. La società a totale capitale dello Stato sarà utilizzata “per l’attività di demolizione, rimozione, smaltimento, conferimento in discarica dei materiali di risulta, risanamento, bonifica e riqualificazione urbana ed ambientale delle aree dove sorgono le baracche, nonché ogni altra attività consequenziale o connessa, compresa la realizzazione di nuovi alloggi e la manutenzione di immobili destinati al ricollocamento abitativo delle persone residenti nelle aree perimetrale”.
Pochi giorni fa sono state approvate tre determine che danno il via libera a Invitalia per interventi inseriti nel Piano per circa 50 milioni di euro, il 50% dell’intero finanziamento; di questi, 31 milioni 688 mila euro sono destinati alla realizzazione di 172 abitazioni: 80 in via Rosso da Messina, 32 a Fondo Saccà e 60 a Fondo Basile-De Pasquale. Ci sono poi oltre 13 milioni di euro che secondo il Piano di interventi si dovranno utilizzare per la demolizione, bonifica amianto e trasporto. Per la Riqualificazione ambientale delle aree sbaraccate dove non è prevista la riedificazione si prevedono infine 5 milioni 263 mila 595 euro. Invitalia Spa dovrà procedere adesso con l’indizione di apposite procedure di gara usufruendo di quelle deroghe concesse al commissario Di Stani per superare i tempi granitici dell’ordinario iter burocratico; le scadenze vanno dal 22 novembre al 20 dicembre.
Ma il Risanamento non è solo dare una casa e demolire le baracche, viene ribadito: significa riprogettare il tessuto sociale dando alle famiglie strumenti di inserimento e autonomia economica. Un fronte questo su cui si sta lavorando a Palazzo Zanca.