Dai sindacati lettura pessimistica dei dati relativi al primo semestre del 2023: diminuiscono sia i lavoratori occupati nel comparto che le imprese attive. Appello a politica e istituzioni
MESSINA – Nel primo semestre del 2023 diminuiscono i lavoratori occupati e le imprese attive. L’edilizia a Messina comincia a registrare una preoccupante inversione di tendenza dopo la ripresa che i dati di Cassa edile Inps e Inail avevano evidenziato negli ultimi anni. Tornano i fantasmi della crisi del settore che nel 2018 aveva fatto perdere solo in un anno 1.500 occupati e fatto chiudere quasi duecento imprese.
A rilevare quanto sta accadendo nella città metropolitana di Messina è la Uil con la Feneal Uil tirrenica, che hanno diffuso uno studio con un’analisi dettagliata, un report che il sindacato redige periodicamente e che nel corso degli anni ha evidenziato la pesante e lunga crisi del settore che, fino al 2020, per oltre un decennio, ha drammaticamente investito quello che è da sempre ritenuto il volano per l’economia messinese.
Si è passati dagli oltre ottomila occupati del primo semestre 2022 ai 7.700 del 2023, erano oltre novemila nel 2014. Leggera flessione anche sul numero delle imprese attive, da 1.883 a 1.862 (erano 2.400 nel 2014).
Ivan Tripodi, segretario generale Uil, e Pasquale De Vardo, segretario della Federazione degli edili, ritengono che malgrado i numeri siano contenuti, emerga già una tendenza che non bisogna sottovalutare, esortando interventi istituzionali per dare un’accelerata alle opere pubbliche, visto che il settore privato sembra bloccato.
“A partire dal 2021 – sottolinea Tripodi – è stata registrata una iniziale ripresa che ha ridato ossigeno al mondo del lavoro edile e alle imprese del comparto, mentre il 2022, sull’onda delle molteplici previsioni legislative approvate negli anni scorsi (bonus 110, eco-bonus, sisma bonus e bonus ristrutturazioni) è stato caratterizzato da un vero e proprio boom con le positive conseguenze per tutti gli indicatori economici. Purtroppo, come avevamo previsto e segnalato, la crescita del comparto era assolutamente effimera e volatile in quanto legata a quei provvedimenti governativi, non strutturali, che nei mesi scorsi sono stati cancellati dal Governo. Tutto ciò ha provocato, già nel primo semestre 2023, una preoccupante inversione di tendenza, a nostro avviso organica e non episodica, caratterizzata da un calo degli occupati dell’edilizia messinese che, alla fine dell’anno, rischia di trasformarsi in un tracollo”.
“Il trend statistico – aggiunge De Vardo – coniugato alla conoscenza del territorio sono chiari e incontrovertibili. Gli altri indicatori, apparentemente positivi (cantieri attivi, ore lavorate, retribuzioni) sono la banale conseguenza dell’onda lunga del 2022”.
La crescita di questi anni quindi è legata all’edilizia privata incentivata da agevolazioni. “Non vi è stata – evidenzia Tripodi – la necessaria attenzione, da parte delle istituzioni e delle Amministrazioni locali, nei confronti di un comparto trainante della nostra economia. L’imponente crescita avvenuta negli anni scorsi, grazie ai bonus, era esclusivamente legata alla massiccia attività che ha investito l’edilizia privata, mentre risulta totalmente latitante qualsivoglia attività di edilizia pubblica in quanto i pochissimi cantieri avviati sono fermi e, addirittura, in procinto di trasformare l’opera prevista nell’ennesima incompiuta, come, per esempio, sta avvenendo al porto di Tremestieri. Allo stato attuale, l’unico importante cantiere aperto che produce occupazione è quello di Rfi per la realizzazione del raddoppio ferroviario della linea Giampilieri–Fiumefreddo”.
Servono, per i sindacati, interventi strutturali se non si vuole assistere a un tonfo senza precedenti, una voragine sociale che causerà un ulteriore aumento del già enorme lavoro nero e del dumping contrattuale con una ulteriore escalation negativa sul tema della sicurezza sul lavoro. Vengono chieste risposte legislative, scelte politico-amministrative “per dare prospettive – dicono Tripodi e De Vardo – al mondo dell’edilizia, un settore che, anche nel nostro territorio, deve affrontare la mancanza di manodopera qualificata per cui appare fondamentale rilanciare l’attività di formazione delle maestranze da parte degli enti bilaterali del settore”.
“Gli allarmanti numeri del primo semestre del 2023 – concludono – non ammettono sottovalutazioni o silenzi. Desideriamo sapere cosa si intende fare per il futuro dell’edilizia nella provincia di Messina che, dati alla mano, riguarda le prospettive occupazionali e tocca migliaia di lavoratori del nostro territorio”.