Adesso anche i Comuni dovranno fare la propria parte, approvando i documenti di competenza. Troppo spesso i tempi degli uffici pubblici non corrispondono alle esigenze dei territori
MESSINA – La sua estrema vulnerabilità rende necessario pianificare azioni mirate e coordinate, per affrontare possibili emergenze. La provincia ha il suo Piano speditivo di Protezione civile, redatto dai tecnici della Città Metropolitana e del Dipartimento regionale di Protezione civile, con il coordinamento della Prefettura di Messina. Una revisione e sostanziale aggiornamento del precedente documento, approvato nel 1998.
Adesso tutti i Comuni devono però fare la propria parte, dotandosi di loro Piani, integrati a quello provinciale. La Prefettura assumerà un ruolo centrale, quello di attivazione e di coordinamento dell’intervento della componente costituita dalle risorse umane e materiali dello Stato in caso di eventi per i quali sia necessario l’intervento nelle operazioni di soccorso e salvaguardia dell’incolumità e della sicurezza delle popolazioni colpite.
“Il nostro territorio – ha sottolineato il prefetto Maria Carmela Librizzi – presenta una serie di criticità, da quello sismico a quello vulcanico e di dissesto idrogeologico. Il Piano speditivo provinciale crea una cornice che poi deve essere integrata dai Piani comunali di Protezione civile. Ma è anche un manuale di pronto intervento contenente le notizie necessarie ad affrontare qualsiasi emergenza”.
Il prefetto ha fatto anche riferimento alle iniziative già da tempo avviate dai suoi uffici per la prevenzione e la riduzione dei rischi a livello provinciale, come la consegna ai Comuni costieri delle cartografie tecniche, acquisite dall’Ispra, contenenti l’indicazione delle zone più esposte a maremoti e le relative aree di allertamento.
La pianificazione, come ricordato da Bruno Manfrè, dirigente della Protezione civile regionale, si è ispirata a criteri di semplicità e flessibilità, adottando le linee guida del metodo Augustus, che rappresenta una sintesi coordinata degli indirizzi di pianificazione, in funzione dei rischi specifici. L’adozione del metodo Augustus ha consentito di superare il precedente approccio basato sul sistema Mercurio, realizzato sul semplice censimento, utilizzando il criterio di disponibilità e condivisione delle risorse, secondo il principio di sussidiarietà, tramite l’introduzione delle funzioni di supporto. L’elaborato costituisce lo strumento di base per le successive attività di pianificazione di Protezione civile, specifiche sui singoli rischi cui è esposto il territorio.
Le funzioni della Città Metropolitana di Messina vanno dall’assistenza alla popolazione alla logistica, dai servizi essenziali alle funzioni tecniche, di valutazione e di continuità amministrativa. Per il sindaco Cateno De Luca, è importante individuare preventivamente le procedure operative necessarie per il coordinamento dei soccorsi e il superamento di un’emergenza in atto, ai fini di rapidi interventi che salvaguardino i cittadini, soprattutto in un territorio a rischio sismico e idrogeologico come quello della provincia di Messina. “Il mio ruolo – ha detto il sindaco metropolitano – implica la delicata funzione di informare la popolazione su situazioni di pericolo o comunque connesse con esigenze di Protezione civile, di coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e l’adozione dei relativi provvedimenti, oltre al compito più generale di direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio”.
“Il Piano speditivo provinciale di Protezione civile – ha aggiunto – rappresenta un passo importante in un sistema organizzativo che, troppo spesso, non fornisce risposte temporalmente adeguate alle urgenze. Non è pensabile che davanti alle emergenze ci si debba fermare a causa di lunghe trafile che la burocrazia impone”. In questo senso, De Luca ha citato il caso della frana che ha interessato la strada di collegamento con Castanea, villaggio della zona Nord di Messina, dove in tre mesi sono stati destinati i fondi e realizzato la parte progettuale e poi tutto è rimasto bloccato per otto mesi in attesa della Valutazione di impatto ambientale.