Le procedure per accreditare il Centro sono state avviate ma nelle more si lavora per garantire l’assistenza ai disabili gravi e gravissimi. Padre Fiorentino: “Siamo in difficoltà”
MESSINA – Una soluzione non c’è ancora ma si lavora per organizzare quei mesi di transizione che separano da un possibile accordo definitivo tra Opera Don Orione, Asp e Comune di Messina. Da mesi si dibatte su come deve essere regolamentata l’assistenza ai disabili gravi e gravissimi che dal 2001 viene erogata nel Centro di Viale San Martino e definita, fino allo scorso marzo, dal protocollo d’intesa del 2018.
Malgrado le difficoltà resta fiducioso Padre Natale Fiorentino, direttore dell’Istituto Don Orione. Dopo una proroga di quell’accordo fino al 30 aprile ci sono state alcune interlocuzioni, dove ha avuto un importante ruolo il Prefetto Cosima Di Stani, dove si è stabilito che per coprire le spese dell’assistenza fino al 31 gennaio 2022 si dovranno limitare le erogazioni di Comune ed Asp e prevedere un contributo delle famiglie dei 40 disabili con le quali bisognerà stipulare un contratto di residenzialità. La retta giornaliera, fissata a 110 euro al giorno, sarà pagata per 77 euro dal Comune e per 33 euro dall’Asp che però non darà finanziamenti ma il personale medico ed infermieristico e gli ausili. Per quei disabili che provengono da famiglie con disagio economico sociale, sono circa 10, il Comune si farà carico dell’intera retta, per gli altri si dovrà fare una proporzione in base all’Isee presentato. Una mediazione ancora con molti punti da definire, a cui si è arrivati dopo l’indisponibilità al rinnovo del protocollo che prevedeva l’erogazione di un milione e 400mila euro da parte del Comune e 350 mila euro dell’Asp.
“Ci ha lasciato molto sorpresi la comunicazione arrivata all’improvviso che dal primo aprile il servizio all’interno del centro socio-riabilitativo Don Orione, sarebbe stato rimodulato con l’utilizzo di personale della Messina Social city e dell’Asp, – dice Padre Fiorentino, – soprattutto perché durante i lavori della VII commissione consiliare del 25 febbraio sembrava che tutto dovesse risolversi con un rinnovo dell’accordo. Lo stesso sindaco De Luca oltre all’assessore Calafiore avevano dato rassicurazioni, e anche il direttore Asp Alagna aveva mostrato una certa apertura dopo la lettera del predecessore La Paglia che voleva invece bloccare ogni tipo di erogazione”.
Ma forse fin dai mesi scorsi, il Comune cercava di tirarsi fuori dall’accordo con il Don Orione visto che già a dicembre, durante la redazione del Bilancio, non compariva nessun capitolo di spesa dedicato al Centro. Il motivo del cambio di atteggiamento, nel giro di pochi giorni, non è chiaro ma la decisione assunta ha un fondamento nella mancanza di accreditamento del Centro presso la Regione Siciliana “quale struttura autorizzata per i servizi residenziali”, un requisito imposto da una norma del 2017, per accedere a finanziamenti. Il Don Orione è un’istituzione privata che non può ricevere soldi pubblici. “I contributi ricevuti li giravo mensilmente alla Cooperativa Faro 85 che gestisce l’assistenza, per pagare stipendi e fornitori. Gli operatori qui da 20 anni, sono per i disabili una seconda famiglia ed è inaccettabile pensare di sostituirli da un giorno all’altro, per non parlare del dramma del licenziamento che molti padri di famiglia dovrebbero affrontare”.
Le procedure per accreditare il Centro sono state avviate, si tratta adesso di gestire questo periodo di transizione. “Nel Centro di Viale San Martino c’è un piano con una Rsa per anziani e un secondo reparto dove ci sono i disabili gravi, equiparato finora a residenza sanitaria e per il quale – ci dice Padre Fiorentino, – abbiamo chiesto l’ accreditamento come Presidio di riabilitazione funzionale”.
Gli uffici regionali hanno risposto però che per il biennio 2021/ 2022 hanno già pianificato, quindi i tempi si allungano. Nel frattempo si dovranno trovare le risorse per non interrompere il servizio.
“In questo momento non dispongo di nulla, la cooperativa ha le sue difficoltà e c’è lo stipendio di maggio da pagare. Le famiglie non ci hanno ancora fatto avere l’Isee, non sappiamo le percentuali e su quali risorse comunali possiamo contare. Abbiamo difficoltà a portare avanti questa procedura, abbiamo chiesto il supporto del Comune ma sembra complicato.”