Il sindaco fa chiarezza sul Piano di riequilibrio - QdS

Il sindaco fa chiarezza sul Piano di riequilibrio

Il sindaco fa chiarezza sul Piano di riequilibrio

martedì 23 Maggio 2023

Ieri una conferenza stampa del primo cittadino per spiegare come l’Amministrazione intenda superare i rilievi fatti dalla Corte dei Conti: “Cercheremo di fare capire il cambio d’impostazione”

MESSINA – Si è mostrato tranquillo e sicuro il sindaco Federico Basile, che ieri ha voluto incontrare i giornalisti per fare il punto sulle tante cose scritte e dette in questi giorni sul Piano di riequilibrio. La relazione di oltre cento pagine inviata dalla Corte dei Conti, con tutta una serie di criticità rilevate, non sembra impensierire il primo cittadino che ha dichiarato come dal 2019 in poi il lavoro sia andato avanti proprio per scongiurare il dissesto.

“È chiaro – ha spiegato il primo cittadino – che la Corte dei Conti ha la fotografia di un Ente diverso da quello che è adesso. Cercheremo di fare capire il cambio d’impostazione dato di questi anni nella gestione contabile”.

Basile non ha voluto fare un esame dei capitoli controversi, ma ha citato qualche caso emblematico: “Il documento dei magistrati ha un suo valore, ma le tante criticità, per chi le ha vissute, costituiscono elementi che denotano un cambiamento di atteggiamento e che verranno chiariti”. Per esempio, gli avvisi di accertamento inviati sono passati “da 4.400 fra il 2011 e il 2013 a 88.907 fra il 2014 e il 2018”.

Su uno dei punti più delicati sollevati dalla Corte dei conti, e cioè che “a fronte di 12.500 creditori coinvolti nella sottoscrizione di accordi sono state trasmesse 1.197 poste debitorie, Basile ha spiegato che ci sono delibere che contengono più posizioni: “Abbiamo agito in maniera massiva, 169 di queste delibere riguardano 11.127 sentenze”.

Insomma, errori di interpretazione che secondo il primo cittadino sarà facile chiarire. E Basile si è detto sicuro anche dell’impostazione tecnica generale data al Riequilibrio, sottoposto a un’ultima rimodulazione circa un anno fa. “Non è messa in dubbio – ha spiegato – né l’impostazione tecnica né la massa debitoria”.

L’elencazione delle criticità però è lunga, quindi il documento da qualche parte mostra fragilità. “Un punto debole del Piano – ha spiegato Basile al QdS – è che sconta dieci anni di storie che sono cambiate. Per me il Piano parte dal 2019, quindi è facile capire come fino al 2021 si sia data una grande sterzata. La Corte fa un’analisi dal 2012 ed è chiaro che tante criticità che c’erano prima e che oggi non ci sono vanno motivate e rapportate: questo è il nostro lavoro sappiamo come farlo. Abbiamo visto che alcuni punti che sembrano eclatanti in realtà non lo sono, una comunicazione migliore sono certo potrà servire a chiarire alla Magistratura contabile gli aspetti di un Comune che ha cambiato completamente impostazione. Molte cose sono state fatte, come il risparmio di 21 milioni in tre anni sui servizi sociali e tanto altro, non c’è da fare nessun allarmismo”.

Ma il sindaco in queste settimane, oltre al lavoro sui chiarimenti da esporre alla Corte dei Conti, ha un’altra criticità da affrontare: la perdita di maggioranza in Consiglio. Prima della conferenza stampa con il sindaco, a Palazzo Zanca si è tenuto un altro incontro con i 15 consiglieri di opposizione di centrodestra che con i due del Pd sembrano volere andare verso il voto per l’Ufficio di presidenza in modo compatto, voto strategicamente ritardato prima dalle dimissioni di De Luca e dopo da quelle di Alessandro De Leo.

Per Basile, però, non c’è in atto alcuna crisi politica: “Se i consiglieri eletti con le liste a supporto di Basile sindaco fuggono dopo dieci mesi di buona Amministrazione per interessi o motivi che nulla hanno a che fare con la politica, vuol dire che non c’è crisi politica. Ognuno ha le proprie posizioni. Credo che l’interesse collettivo della città debba prevalere e mi auguro che si comprenda questo spirito. Non è un problema solo di numeri ma di qualità di lavoro che cercheremo di ricomporre a breve”.

I consiglieri di opposizione però hanno denunciato una crisi d’Aula che bloccherebbe atti importanti, evidenziando che entro il 31 maggio dovranno essere approvati Previsionale e Tari. Hanno chiesto che la prossima convocazione del Consiglio, ipotizzata per sabato 27, possa includere non soltanto la surroga di De Leo con Giuseppe Schepis, ma anche il voto per l’Ufficio di presidenza. “Dalle dimissioni – ha evidenziato Dario Carbone di FdI – è trascorso un mese e ancora non c’è un presidente. Si continua con questa attività ostruzionistica. Se non verrà convocato un Consiglio per la votazione daremo battaglia e coinvolgeremo anche gli Enti locali”.

I 15 consiglieri sostengono di avere l’intesa su un nome, forse Maurizio Croce, e attendono che prendano posizione chiara anche i due del Pd in questo momento ago della bilancia. “Se facessero l’accordo con De Luca – ha concluso Carbone – quello sarebbe un accordo politico, con noi sarebbe un accordo tecnico”.

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