Secondo i dati dell’Ufficio di statistica della Camera di commercio, le imprese del territorio provinciale vivono un buono stato di salute. Di parere opposto alcune parti politiche e sindacali: “è crisi profonda”
MESSINA – In mezzo alla crisi generale c’è una città dal “vivace” tessuto economico.
Il sindaco Federico Basile ne è sicuro, ne parla esaminando i dati economici sullo stato di salute delle imprese ricadenti nel Comune, elaborati dall’Ufficio di statistica della Camera di Commercio di Messina, e analizzando anche l’andamento nel 2023 e gli elementi caratterizzanti la loro dinamicità. I dati in realtà erano già noti, ma il messaggio lanciato adesso dal primo cittadino è quello di un monitoraggio continuo per elaborare strategie, tenendo presente bisogni ed esigenze. Basile tenta di fare cambiare la narrazione di alcune parti sindacali e politiche, che evidenziano una crisi profonda soprattutto in settori chiave dell’economia messinese, o comunque di darne delle nuove chiavi di lettura.
Per la Cgil situazione tutt’altro che rosea
Nei giorni scorsi la Cgil ha fatto un focus, utilizzando dati Istat, Inps e Movimprese, descrivendo una situazione tutt’altro che rosea su occupazione, welfare e tessuto produttivo. “Sul commercio è stato fatto al Comune un tavolo di crisi – dichiara al QdS Pietro Patti segretario della Cgil – ma i sindacati non sono stati invitati. L’Amministrazione non ci ha mai convocati per un confronto sulle tante emergenze sociali e occupazionali e sugli interventi da attuare. E’ poco rilevante un incremento di imprese, se poi questo non genera occupazione”.
Occorre individuare settori produttivi strategici
“Nel messinese nel 2023 – aggiunge Patti – risultano più occupati, ma solo il 13,9% è stato assunto con contratto a tempo indeterminato. Aumenta la precarietà e il lavoro povero. A Messina il 52,7% dei contribuenti non va oltre i 15mila euro l’anno di reddito. Occorre individuare settori produttivi strategici, capaci di produrre ricchezza, e chiaramente non lo sono ad oggi il commercio, con redditi così bassi, e neppure il turismo, se non si costruisce un sistema che va oltre i concerti e il crocierismo”. Il confronto con i sindacati su questi temi dovrebbe essere adesso avviato.
“La linea dell’Amministrazione comunale – dichiara il sindaco – è sempre stata quella del confronto per migliorare la situazione esistente, e non attraverso tavoli di crisi economica, che possono avere un significato reale e costruttivo soltanto a livello nazionale e/o europeo. Siamo sempre aperti al dialogo con tutti, dalle forze imprenditoriali e produttive di Messina alle sigle sindacali, per stabilire cosa e dove migliorare. Il nostro tessuto economico cittadino e provinciale mostra, pur in una difficoltà globale, segnali positivi con 716 iscrizioni e 682 cessazioni non d’ufficio. Abbiamo chiesto il report alla Camera di Commercio e loro hanno fatto anche di più, completando un’operazione che ci permette di capire questi numeri, come monitorare lo stato di salute dell’imprenditoria cittadina e fare un passo avanti. In provincia hanno chiuso 500 aziende, non è un campanello d’allarme, siamo una delle province che ha avuto meno difficoltà di altre nel periodo post Covid. Ogni tre mesi ci confronteremo su questi dati”.
La strategia sarà sviluppata anche con la Camera di Commercio
“Il sindaco era allarmato e anche un po’ infastidito dalle speculazioni – dice Ivo Blandina, presidente dell’Ente camerale – .Sulla base dei dati si stabilisce cosa funziona e cosa no, quali siano i mercati in crescita e quali quelli ormai maturi. Il fenomeno innescato dal commercio elettronico ha impoverito il commercio di prossimità. Abbiamo visto sparire le edicole perché la gente si informa online”.
“I dati del 2023 – prosegue Blandina – dimostrano che l’economia sta cambiando, ci sono elementi che indicano come il mercato si stia spostando dove ci sono condizioni favorevoli. Arretriamo su alcuni settori ma avanziamo in altri, è un ricambio naturale. Le aziende che rendono per più anni sono quelle maggiormente flessibili rispetto a scenari, tecnologie e ambiente. Abbiamo commissionato questo monitoraggio a InfoCamere per capire dove e su cosa ci conveniva elaborare reti e strategie. Ma è il Comune a dover mettere nelle condizioni le imprese di nascere e crescere”.
Si può stabilire insomma se si vuole puntare sul turismo o sull’agroalimentare o altro, gli strumenti di analisi li fornisce InfoCamere, ma la strategia deve costruirla l’Amministrazione comunale.
L’ingegnere Giuseppe Tramontana di InfoCamere ha evidenziato che lo strumento realizzato “consente agli attori interessati, come nel caso della pubblica amministrazione, di analizzare il territorio in tempo reale su temi precisi con varie sezioni interattive. Tra i dati incoraggianti bisogna rilevare che il 71% delle imprese nate nella provincia di Messina nel 2018 ha resistito, mentre la media nazionale è del 64,9%”. InfoCamere e Camera di commercio stanno lavorando con il Comune anche per implementare i servizi digitali per le aziende e per la loro sicurezza informatica.