La valorizzazione dell’area di Zona Falcata è nell’elenco dei siti che il Mite ha individuato per interventi di bonifica. Il presidente di Adsp, Mario Mega: "Dopo il progetto, ci vogliono le risorse"
MESSINA – Una delle zone più belle e di pregio da riqualificare e reintegrare alla città. Di Zona Falcata, di cosa dovrà diventare, si discute ormai da anni, il tema è ormai nell’agenda politica ma qualsiasi progetto è realizzabile solo dopo che si sono effettuate le bonifiche.
Si perché la Falce, oltre ad includere un grande patrimonio storico culturale come la Real Cittadella, è anche una ex area industriale, avvelenata ed abbandonata. Secondo alcune anticipazioni sui rilievi effettuati, i livelli di inquinamento sarebbero più preoccupanti e diffusi di quanto si potesse immaginare. Delle attività propedeutiche alla bonifica si sta occupando l’Autorità di sistema portuale dello Stretto mentre nei giorni scorsi sono arrivati due annunci importanti sul futuro di questo suggestivo affaccio a mare.
Il presidente della Regione Musumeci ha confermato l’avvio delle procedure di affidamento della progettazione per il recupero della Real Cittadella, che sarà finanziata con 1,2 milioni di euro e coordinata dalla Soprintendenza. La disponibilità complessiva sarebbe di 20 milioni di euro e comprende sia il recupero della fortezza, che il restauro di altri monumenti ricadenti nella Falce.
C’è poi l’inclusione della Zona Falcata nell’elenco dei siti che il Mite ha individuato per interventi di bonifica. In Italia ce ne sono 270 di questi 8 sono tra Messina e provincia. Verranno investisti circa 600 milioni di euro di cui 500 dal Pnrr. Ma a che punto sono gli interventi propedeutici alla bonifica? La scorsa primavera l’Adsp dello Stretto aveva siglato un accordo con Sogesid Spa, un incarico tecnico che si concluderà, dopo una serie di step, con la progettazione delle bonifiche. è stato rispettato il crono programma? Il QdS lo ha chiesto a Mario Mega, presidente Adsp.
“C’è un appalto di servizio – spiega Mega – vinto da una società che ha svolto le attività di caratterizzazione e le analisi. Quelle attività sono leggermente in ritardo ma ci siamo. Le indagini sul campo sono state tutte completate adesso stanno redigendo il rapporto finale dovrebbe essere consegnato entro la prossima settimana”.
“Con questa indagine – continua – sono stati individuati tutti gli inquinanti e dove sono, adesso questo studio passa all’Università di Messina che deve elaborare un modello di diffusione quindi l’analisi dei rischi conseguenti, un’attività che dovrebbe durare tra i due e i tre mesi. Poi si riprenderà con Sogesid per la progettazione che ha delle tecniche stabilite dalla legge molto particolari. L’avremo il prossimo anno e poi bisognerà trovare le risorse per bonificare. Sapevamo che ci sarebbe stato uno sfasamento di qualche mese ma sono attività complicate su aree su cui sono state trovate cose diverse rispetto a quello che ci si aspettava. Viene confermata non solo la presenza di inquinamenti importanti ma anche probabilmente in aree ben più diffuse di quelle che si pensava all’inizio con un coinvolgimento di quasi tutta l’area della Zona Falcata di nostra competenza”.
“Ho sottoscritto un accordo – aggiunge Mega – con il presidente Musumeci in cui si manifestava questo interesse ad avviare il recupero di alcuni beni, lì ci sono anche monumenti che sono in aree della Marina. In ogni caso si deve aspettare che noi portiamo a compimento le caratterizzazioni ed il progetto delle bonifiche, questa è un’attività condivisa poi la Regione sta portando avanti le progettazioni per farsi trovare pronta nel momento in cui sarà possibile intervenire, anche lì non sono tempi brevi.”
E sul finanziamento individuato dal Mite per i siti “orfani” Mega spiega: “Vedremo come si sviluppa la procedura, quali saranno i soggetti attuatori, quali saranno le risorse che saranno assegnate. È importante che si cominci a parlare di finanziamenti perchè noi arriveremo al progetto delle bonifiche dopo ci vogliono le risorse per farle. L’Università anni fa sui primi studi preliminari aveva fatto una quantificazione di circa 80 milioni di euro adesso sono passati degli anni vediamo, sono risorse importanti magari ci potranno essere diverse fonti di finanziamento”.