Naufragio all'alba al largo di Steccato di Cutro. Un barcone stracolmo di migranti si è spezzato in due a causa delle condizioni del mare
Naufragio all’alba al largo di Steccato di Cutro, a una ventina di chilometri da Crotone. Un barcone stracolmo di migranti si è infatti spezzato in due a causa delle condizioni del mare. A quanto apprende l’Adnkronos, sarebbe di 58 morti e 80 sopravvissuti il bilancio provvisorio della tragedia. Decine i dispersi, dei sopravvissuti sedici sono attualmente ricoverati, di cui uno in rianimazione. L’imbarcazione – su cui viaggiavano migranti in arrivo da Iran, Afghanistan e Pakistan – sarebbe finita contro gli scogli a causa del mare agitato. Secondo quanto riferisce all’Adnkronos il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, sull’imbarcazione viaggiavano circa 180 persone. “Affronteremo anche il problema di dove sistemare le salme – riferisce il sindaco -, Crotone era già in sofferenza, ma ci organizzeremo, anche nei vari paesi. Ci vuole solidarietà anche in questo”.
Tratte in salvo 50 persone
Al momento sono circa 50 le persone tratte in salvo mentre continuano le ricerche di altri sopravvissuti. L’imbarcazione – su cui viaggiavano migranti in arrivo da Iran, Afghanistan e Pakistan – sarebbe finita contro gli scogli a causa del mare agitato. Nell’area – dove il mare è forza 3-4 – sono attivi fra l’altro due motovedette e un elicottero della Guardia Costiera. Secondo le fonti i migranti “non hanno fatto in tempo a chiedere aiuto” e alcuni dei sopravvissuti avrebbero raggiunto la costa con i propri mezzi.
L’intervento della Croce Rossa Italiana
Anche la Croce Rossa Italiana, Comitato di Crotone, è intervenuta a Cutro questa mattina allertata dalla Prefettura con ambulanze e mezzi. Oltre 20 volontari, soccorritori e logisti stanno dando supporto per il recupero dei superstiti tra cui ci sono adulti, nuclei familiari e bambini, e per il recupero delle vittime. “È una notizia drammatica – ha commentato Rosario Valastro, Presidente della CRI – un brutto risveglio che dovrebbe destare la comunità tutta affinché simili tragedie non accadano. La CRI ha attivato inoltre il Servizio Psicosociale (SEP) e il Restoring Family Links (RFL)
Il sindaco di Cutro: “Il mare continua a restituire corpi”
“E’ qualcosa che non si vorrebbe mai vedere. Il mare continua a restituire corpi. Tra le vittime ci sono donne e bambini“, spiega all’Adnkronos Antonio Ceraso sindaco di Cutro, il comune del crotonese dove è avvenuto il naufragio. L’imbarcazione a causa del mare in tempesta si è spezzata e come racconta il sindaco “si vedono i resti del barcone su 200-300 metri di costa”. “In passato c’erano stati sbarchi ma mai una tragedia così. Ora sto andando in prefettura per fare il punto con le autorità”, spiega il sindaco.
Il ministro Piantedosi: “Tragedia immane”
“Il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate. È una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive. È fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi”. Lo dichiara il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. A quanto apprende l’Adnkronos, il ministro potrebbe recarsi oggi in Calabria.
Il premier Meloni: “Profondo dolore”
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime il “suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. E’ criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. E’ disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro”. E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. Il governo, continua la nota, ”è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole”.
Il governatore Occhiuto: “Calabria in lutto”
“Un barcone che trasportava migranti si è spezzato, a causa del mare in tempesta, davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone. Decine e decine di morti annegati, tra di loro anche bambini, tanti i dispersi. La Calabria è in lutto per questa immane tragedia. La Giunta regionale esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio. Ringrazio coloro che si stanno adoperando per tentare di trovare dei superstiti e per assistere i sopravvissuti, condotti nei vicini presidi ospedalieri e nel Cara di Isola di Capo Rizzuto. In queste ore sono in campo i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di finanza, la Guardia costiera, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa, la Capitaneria di porto, la Protezione Civile”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
Occhiuto: “Dov’è l’Europa?”
“In Calabria nel 2022 sono arrivati circa 18mila immigrati clandestini, la stragrande maggioranza dei quali a Roccella Jonica, un Comune in provincia di Reggio Calabria diventato ormai punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani. I calabresi – aggiunge Occhiuto – un popolo che ha conosciuto il dramma dell’emigrazione, hanno accolto questi migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l’Unione europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti”.