Un uomo residente nella provincia di Varese è indagato a Milano e rischia di finire sotto processo. Avrebbe ottenuto 500 mila euro di profitto dagli abbonamenti illegali
Il commercio di abbonamenti “pirata” per diffondere su internet contenuti offerti da note piattaforme televisive a pagamento. Per questo un uomo residente nella provincia di Varese è indagato a Milano e rischia di finire sotto processo per i reati “contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni”, “Violazione della proprietà intellettuale” e “Frode informatica”.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Guardia di Finanza, che nei giorni scorsi hanno chiuso le indagini, l’uomo aveva un giro di 1.800 clienti che per usufruire dell’abbonamento IPTV pirata, hanno effettuato pagamenti al reseller varesotto mediante bonifici bancari o ricariche con carte prepagate, gli hanno fruttato proventi illeciti per 500 mila euro e che sono stati denunciati per ricettazione.
Raggirati tutti i brand più famosi per la tv a pagamento
La frode si è concretizzata nella
contraffazione, a fini di lucro, dei marchi delle società Mediaset Premium,
Sky, Dazn, Disney Channel coperti da copyright utilizzati per pubblicizzare la
vendita di abbonamenti illegali su siti internet riconducibili all’indagato,
nella diffusione di interi palinsesti televisivi di canali ad accesso
condizionato oltre che nella trasmissione in streaming tramite un dispositivo
connesso alla rete internet, come smart tv, tablet, pc, smartphone, dei
programmi delle stesse società, la cui visibilità non è fruibile
indistintamente da tutti gli utenti della rete, in quanto criptati, ma
riservata esclusivamente ai clienti sottoscrittori di regolari abbonamenti.
Ecco come funzionava il giro di abbonamenti illegali
Attraverso i contatti presenti sui siti internet (numeri di telefono, indirizzi mail, canali di messaggistica istantanea dedicati) l’indagato gestiva le richieste di informazioni e la stipula dei contratti di abbonamento con i singoli “clienti” i quali, in seguito alla comunicazione del Mac Address, ricevevano il numero dell’ordine con gli estremi per l’esecuzione dei pagamenti.
Le Fiamme Gialle hanno così contestato illeciti amministrativi nei confronti dei numerosi “sottoscrittori” di abbonamento con l’applicazione di sanzioni per un ammontare complessivo pari a circa 300 mila euro e, dall’altro, alla tassazione dei proventi illeciti in capo all`indagato, quantificati in circa 500 mila euro, frutto delle operazioni di vendita illegale effettuate dal 2017 al 2020.
Per l’uompo è anche scattata una denuncia per omessa dichiarazione delle imposte sui redditi.