Preoccupazioni per la proposta di riorganizzazione attualmente al vaglio della Regione, mentre si chiedono maggiori garanzie per i cittadini di tutto il comprensorio
GELA (CL) – Il futuro della sanità locale sembra essere sempre più nebuloso. Lo studio di rimodulazione ospedaliera a cui sta lavorando l’assessorato regionale della Salute solleva numerosi dubbi su Gela.
L’assessore regionale al ramo, Giovanna Volo, ha assicurato che per il momento si tratta soltanto di ipotesi di studio che necessitano ancora di un lavoro di approfondimento per essere trasformate in un vero e proprio progetto strutturato, ma a livello locale crescono le preoccupazioni.
Il sindaco di Gela, Lucio Greco, ha accolto la richiesta del Comitato Sos ospedale Vittorio Emanuele di indire un incontro per discutere sulla bozza di Ddl che contiene la previsione delle nuove Aziende ospedaliere, alla presenza della deputazione nazionale, regionale e locale.
Gela è una città di 75.000 abitanti, al centro di un vasto comprensorio e le sue strutture sanitarie accolgono anche utenti da fuori provincia. Per questo il Comitato ha chiesto di non depotenziare l’offerta locale ma, anzi, di valorizzarla a servizio della cittadinanza.
La situazione in cui versa l’ospedale di Gela non fa dormire sonni tranquilli neanche all’assessore comunale alla Sanità Antonio Piazzardi, che sta preparando un dossier da presentare alle istituzioni per difendere il diritto ineludibile alla salute. Un documento che dovrebbe contenere al proprio interno anche i disservizi che ultimamente sono stati denunciati all’interno della struttura ospedaliera cittadina.
“Come si fa – ha affermato Piazzardi – a garantire le esigenze della struttura e sostenere le emergenze? È impossibile. Riportando un altro esempio, qualunque intervento necessita dell’anestesista. Come si fa a garantire tutte le operazioni programmate in Chirurgia, Ortopedia, Cardiologia, con soltanto sette anestesisti a fronte di una pianta organica che ne prevede venti?”.
A Gela chiedono quindi una maggiore collaborazione da parte delle altre strutture presenti in provincia e in particolare al Sant’Elia di Caltanissetta. Ma finora queste richieste non sembrano aver prodotto i risultati sperati.
Allo stato attuale, restano quindi i tanti dubbi sul futuro del settore sanitario gelese e dell’area Sud della provincia in particolare. Dubbi che soltanto le prossime decisioni da parte della Regione potranno chiarire. Soltanto allora si saprà quale destino attenderà l’utenza del comprensorio gelese.