Operazione Sapore di mare, prodotti ittici non tracciati a Palermo

Operazione Sapore di mare, prodotti ittici non tracciati e sanzioni per 110mila euro a Palermo

Operazione Sapore di mare, prodotti ittici non tracciati e sanzioni per 110mila euro a Palermo

Redazione  |
venerdì 02 Agosto 2024

Sequestrati 7.300 chili di prodotti ittici e 1.800 ricci di mare. Ispezionate 34 imbarcazioni che effettuavano pesca sportiva.

Operazione “Sapore di Mare” della capitaneria di porto di Palermo sull’intera filiera della pesca, a tutela del consumatore dalle frodi alimentari. Il tutto per assicurare la qualità e la tracciabilità del prodotto ittico che troverà posto sulle tavole dei ristoranti e delle famiglie.

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Negli ultimi 20 giorni sono stati controllati 75 ristoranti ed elevate sanzioni per 110.000 euro. Sequestrati, inoltre, 7.300 chili di prodotti ittici e 1.800 ricci di mare, e ispezionate 34 imbarcazioni che effettuavano pesca sportiva.

Operazione Sapore di Mare: i controlli

In 8 ristoranti nelle borgate marinare dell’Arenella, Sferracavallo e Isola delle Femmine, non è stata trovata la documentazione sulla rintracciabilità del pesce. Ai ristoratori sono state contestate 9 violazioni amministrative per 11.500 euro, sequestrati 925 chili di esemplari di varie specie e 200 ricci di mare i quali, essendo ancora vivi, sono stati rigettati in mare.

L’operazione Sapore di Mare ha portato a verifiche in altri 7 ristoranti nella zona del porto di Palermo. Anche in questo caso il pesce spesso non era tracciato e sono state elevate 8 multe per un importo di 12 mila euro e sequestrati 700 chili di esemplari di varie specie.

In provincia di Palermo sono stati ispezionati i ristoranti di due resort. Anche qui non è stata trovata la documentazione sulla provenienza del pesce. Ai responsabili sono state contestate 3 violazioni amministrative con 4.500 euro, i 1.700 chili di pesce sequestrato. Multe da 4.500 euro anche San Vito Lo Capo, a 3 ristoranti sono stati sequestrati 100 chili di pesce. Tutto il prodotto ittico è stato giudicato dai medici veterinari dell’Asp non idoneo al consumo umano.

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