Pa autoreferenziale via l’anzianità - QdS

Pa autoreferenziale via l’anzianità

Carlo Alberto Tregua

Pa autoreferenziale via l’anzianità

sabato 27 Maggio 2023

Promozioni per merito

ll 23 maggio scorso vi è stata una quantità enorme di informazioni in tutti i media (radio, televisioni, giornali, siti e altri) per ricordare il trentunesimo anno dall’attentato a Giovanni Falcone, sua moglie, Francesca Morvillo, e i tre agenti di scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Abbiamo notato che la maggior parte delle domande dei giornalisti e delle informazioni a coloro che erano presenti quel giorno, seppure non nel luogo dell’attentato, vertevano sulle circostanze che hanno generato gli omicidi. Ho provato, nel collegamento che ho fatto con Rai News 24, a spostare il campo, cioè ad andare dal fatto alle cause, verso “l’altra” informazione. Perché solo collegando i due meccanismi si può capire meglio quanto avvenuto.
Cos’è che ha generato la decisione della cupola mafiosa di effettuare un gesto eclatante contro lo Stato? Probabilmente l’ira e non il ragionamento.

L’effetto è stato un’estesa indignazione popolare nei confronti del ceto politico e di quello burocratico, che ha costretto entrambi a prendere provvedimenti drastici che erano mancati prima, non appoggiando in pieno le indagini di Falcone e Borsellino.
Non sappiamo se si sia trattato di debolezza del ceto politico o di acquiescenza a una situazione che andava via via degenerando, ma resta il fatto che quest’ultimo ha dimostrato incapacità di fronteggiare gli eventi e quindi si è trovato sorpreso da questo atto incendiario.

La debolezza del ceto politico è all’ordine del giorno per tanti versanti, generata da un’incompetenza di chi deve gestire la Cosa pubblica, cioè il Governo e le Giunte regionali e comunali.
Spesso nel nostro lavoro incontriamo responsabili delle istituzioni dei tre livelli che ci danno l’impressione di non essere all’altezza della situazione e del loro compito, perché le risposte alle questioni che poniamo sono insufficienti, improvvisate e inadeguate.

Nel corso degli oltre tremila Forum che abbiamo svolto in quarantaquattro anni di lavoro, la nostra esperienza sul campo si è moltiplicata e oggi siamo in grado di comprendere se il nostro interlocutore/trice è capace o incompetente.

Nel Duemila, il Governo nazionale e quello regionale pensarono bene di deresponsabilizzare civilmente e penalmente il ceto politico con la scusa, dissero, di responsabilizzare, invece, la Pubblica amministrazione. Secondo questo schema, Governi e Giunte prendono le decisioni e la Pubblica amministrazione le attua.

Quanto precede non si è verificato perché se chi è a capo di un ministero o di un assessorato regionale o comunale non è competente della materia, non è in condizione di guidare quel consesso. D’altra parte, i burocrati sottostanti (dirigenti e dipendenti) comprendono perfettamente se chi li indirizza non è capace e quindi si regolano di conseguenza. Per cui, tutti i procedimenti sono lenti, non vi è il cronoprogramma in nessuno di essi, non si stabilisce quale sia il termine entro il quale emettere i provvedimenti, esterni o interni. Insomma, tutto è lasciato in balia del caso, tanto lo stipendio arriva ugualmente.

Da quanto precede, si evince che tutti i guai che succedono nel nostro Paese, a tutti i livelli, non possono essere addebitati ai burocrati per difetto dei guidatori, che non sono all’altezza della situazione. Ovviamente la Pubblica amministrazione approfitta di questa debolezza del ceto politico e nei propri contratti di lavoro prevede le promozioni per anzianità, le quali sono aberrazioni perché contrarie al merito. Il ceto politico dovrebbe abolire le promozioni per anzianità ed effettuare quelle per merito, a prescindere dall’età di dirigenti e dipendenti.

Il secondo punto da evidenziare è che dipendenti e dirigenti pubblici dovrebbero entrare nei ruoli per concorso, come prevede l’articolo 97 della Costituzione. Ma questo passaggio è stato omesso in questi ultimi decenni, per cui coloro che vengono selezionati dai concorsi sono minoritari rispetto agli altri.
Il terzo punto riguarda l’assenza del Piano organizzativo dei servizi (Pos) in tutte le branche pubbliche, secondo il quale vanno individuati gli obbiettivi, i mezzi per raggiungerli e il tempo nel quale essi debbono vedere la luce. Invece il buio è totale.

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