Un messaggio forte è stato lanciato oggi dai siciliani che da Palermo hanno ribadito il proprio impegno contro la mafia pedalando per la città
In centinaia sono partiti con le proprie biciclette stamattina, da piazza Castelnuovo a Palermo, per “Pedali contro la mafia”. Uomini, donne e bambini arrivati da tutta la Sicilia hanno pedalato lungo le vie cittadine per raggiungere il Giardino della Memoria, a Capaci, e ribadire con forza l’impegno di tutti nella lotta a Cosa nostra.
Il messaggio della società civile
“Avevamo già pensato da tempo di fare questa pedalata contro la mafia e con l’occasione dell’arresto di Matteo Messina Denaro abbiamo pensato di festeggiare così – riferisce a Qds Roberto Rufolo, presidente della Asd Mondello Bikers – Ci siamo trovati insieme con il vicepresidente Domenico Calò, con il presidente dell’Asd Le Pantere della polizia, Luigi Attilio Guastella e con quello del gruppo Bears, formato da carabinieri, Pietro Ficco e abbiamo organizzato quella che inizialmente doveva essere una semplice pedalata tra amici, ma siamo stati sommersi dalle adesioni che sono arrivate da tutta la Sicilia e, quindi, è venuta fuori una manifestazione importante, penso che il messaggio sia dunque molto chiaro”. Sono 80 le associazioni che hanno partecipato alla manifestazione, ma anche famiglie, ragazzi, cittadini che hanno deciso di essere presenti e manifestare il loro pensiero.
La tappa di via D’Amelio
Durante il tragitto fino a Capaci, una tappa importante è stata quella di via D’Amelio, in cui i ciclisti hanno sostato per ricordare per ricordare la tragica giornata del 19 luglio del 1992 quando un’auto bomba uccise il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina. “Questa manifestazione è una cosa eccezionale perché ci sono donne, uomini e ragazzi – racconta Vincenzo Agostino, padre di Nino Agostino, agente della Polizia di Stato ucciso insieme alla moglie, Ida Castelluccio – A noi familiari delle vittime di mafia, ci fa molto piacere e ci rallegra vedere tutte queste persone unite contro cosa nostra, contro chi è corrotto anche nelle istituzioni, perché finalmente le persone non si nascondono più, non si girano più la faccia dall’altra parte. Una volta di mafia non se ne parlava, addirittura c’era pure chi ne negava l’esistenza come il cardinale Pappalardo. Speriamo, invece, che adesso la chiesa si ravveda e ci dia una mano a scoprire la verità, perché il 50% dei familiari delle vittime di mafia non conosciamo ancora la verità”.
La stele di Capaci
I biker più esperti, hanno proseguito fino al luogo della strage di Capaci in cui il 23 maggio 1992 hanno perso la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti gli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. “La nostra presenza qui è oggi doverosa per le persone che hanno combattuto la mafia e non sono più qui – ha precisato infine Pietro Ficco, presidente del gruppo Bears – Così come è importante ringraziare le forze dell’ordine e la magistratura per questa nostra vittoria, infatti, oggi festeggiamo l’arresto di Matteo Messina Denaro. Il nostro impegno è quello di portare avanti questo riscatto che la Sicilia tanto chiede”.