La terra degli scomparsi in italia conta più di 67 mila persone. A queste vanno aggiunti i corpi senza identità. L'associazione Penelope chiede protocolli comuni per affrontare il fenomeno.
Vite sospese. È la condizione degli scomparsi, persone di cui – da un momento all’altro – si perdono le tracce e non si hanno notizie per settimane, mesi, anni. Donne, uomini, bambini spariti, senza apparente motivo, mentre erano intenti a trascorrere la loro quotidianità tra passeggiate, semplici commissioni e momenti di gioco. Attimi che portano via con sé storie spazzandole, il più delle volte, via per sempre. Un vero e proprio dramma sociale che ha portato, nel 2007, all’istituzione dell’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse perché dimenticare non è, e non può essere, possibile.
I DATI, IN SICILIA QUASI 20 MILA SCOMPARSI
I numeri sono allarmanti. Dal 1° gennaio 1974 fino al 31 dicembre 2020 le Forze dell’Ordine hanno registrato 258.552 denunce di scomparsa.195.710 i ritrovamenti, 62.842 i soggetti ancora scomparsi.
Nel 2020 si è registrata una diminuzione dei casi di scomparsa rispetto all’anno precedente pari all’11%: sono state 13.527 le denunce, 7.473 i ritrovamenti. A livello regionale, in Sicilia dal 1974 al 2020 sono stati denunciati 37.866 casi di scomparsa, di questi 18.555 riguardano soggetti ritrovati, 19.311 sono invece da ritrovare.
NICODEMO GENTILE RACCONTA PENELOPE ITALIA ONLUS, L’ASSOCIAZIONE CHE DÀ VOCE AGLI SCOMPARSI
Dare voce agli scomparsi affinché la loro vita, la loro storia e il loro destino non finiscano nell’oblio, dimenticati come se non fossero così esistiti, è la ragione che muove Penelope Italia Onlus, associazione nata nel 2002 da un’idea di Gildo Claps, fratello di Elisa, ragazza della Basilicata scomparsa e i cui resti sono stati ritrovati dopo 17 anni nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza. “Questa idea è stata raccolta da altri familiari di persone scomparse che – ci racconta l’avvocato Nicodemo Gentile -, per ragioni diverse, vivevano il dramma della scomparsa.
Nel tempo si è creata questa associazione di cui oggi sono presidente nazionale. Penelope è presente in quasi tutta Italia sotto forma di associazioni regionali ed è ormai costituita da una confederazione di associazioni di cui l’organismo nazionale è organo di coordinamento di queste associazioni territoriali”. Conosce bene la sofferenza provocata da un tale dramma, Penelope, e proprio per questo “non si limita a parlare di scomparsi, ma se ne occupa in maniera fattiva, concreta, sul campo. Ogni giorno è un dolore nuovo il non capire per mano di chi e per quale ragione il familiare non fa sapere più nulla di sé”.
SUPPORTARE LE FAMIGLIE NELLE RICERCHE DEI LORO CARI SCOMPARSI
L’associazione si pone dunque come primo obiettivo quello di supportare sin da subito quanti si trovano a dover affrontare il dolore dell’inaspettata assenza, sospesi anche loro come le vite di chi, inspiegabilmente, scompare senza lasciar traccia: “Il nostro sostegno è innanzitutto umano, di natura psicologica – grazie a professionisti volontari -. La scomparsa, come un incidente stradale, un terremoto o una catastrofe naturale – spiega il presidente nazionale della onlus -, è un trauma improvviso, pertanto il primo step deve essere fatto da chi è capace di utilizzare i metodi giusti, e supportare queste persone dal punto di vista emotivo ed emozionale.
Penelope offre anche una tutela legale, attraverso un gruppo di avvocati che condividono lo scopo dell’associazione e accompagnano questi soggetti nell’iter burocratico, dalla denuncia di scomparsa a tutta una serie di necessità che subentrano man mano che la scomparsa diviene sempre più definitiva; un tutore per le persone scomparse; la dichiarazione di assenza e quella di morte presunta. Facciamo da cuscinetto tra le famiglie e le istituzioni affinché la fiaccola della speranza non si spenga”.
L’IMPORTANZA DELLA TEMPESTIVITÀ NELLE RICERCHE
L’avvocato Gentile spiega quanto, in questi casi, sia importante la tempestività nel denunciare la scomparsa e nel mettere in moto la macchina delle ricerche: “La Legge 203-2012, l’unica che si occupa di scomparsi, dice che chiunque – anche persone non appartenenti al nucleo familiare e dei prossimi congiunti – può denunciare la scomparsa di qualcuno. Nel momento in cui viene formalmente ratificata una scomparsa l’autorità ha il dovere di acquisire questa denuncia da parte del cittadino e devono immediatamente partire le comunicazioni alle istituzioni competenti, ossia al Prefetto e al commissario straordinario, e la macchina delle ricerche. Quella prassi, assolutamente nociva per il mondo degli scomparsi, secondo la quale bisogna attendere 48 ore non ha alcun fondamento, anche perché in questi casi proprio le prime 48 ore sono fondamentali per risolvere positivamente un caso di scomparsa.
Il nostro obiettivo nell’ambito delle ricerche è quello di realizzare, nel tempo, un protocollo comune perché non è possibile che alcuni scomparsi vengano cercati ripetutamente e con l’ausilio dei nuovi mezzi tecnologici, come avvenuto per il duplice omicidio di Bolzano, e altri no, è il caso dei due badanti di Siracusa in Sicilia, solamente grazie alla caparbietà e al fiuto di un bravo collega avvocato, Daniele Scrofani, si è riusciti a superare la richiesta di due opposizioni e a ritrovare i corpi dei due ragazzi, sepolti nella villa in cui lavoravano”.
Il ritrovamento degli scomparsi spesso “avviene dopo molti anni, in maniera del tutto fortuita. Noi lo definiamo ‘ritrovamento occasionale nel bosco’: è il caso di Federica Farinella – figlia di Francesco, membro storico della nostra associazione – ritrovata dopo moltissimi anni non lontanissimo dalla proprietà in campagna da cui si era allontanata; come successo anche per la piccola Iuschra nel bresciano, per Eleonora Gizzi, vicino Chieti, per Elena Ceste, Yara Gambirasio, Sergio Russo e tanti altri. La comunità deve farsi carico di queste scomparse perché se queste persone non vengono cercate, scompaiono per sempre e in modo definitivo”.
GLI SCOMPARSI AL CONTRARIO, CORPI SENZA IDENTITÀ
Sono tanti (oltre 900) i corpi ritrovati dei quali non si conosce l’identità, privati anche della loro storia. Penelope Italia Onlus pensa anche a loro: “In questi casi la banca dati del DNA potrebbe servire a chiudere il cerchio e noi vogliamo dare effettività a tale banca dati che riguarda anche il mondo degli scomparsi. Dopo aver aspettato tantissimi anni – dal Trattato di Prum nel 2005, ratificato in Italia nel 2009, e i decreti attuativi della legge risalgono al 2016 – non è ancora attivo un istituto centrale ove poter fare i controlli sui cadaveri non identificati. Tali controlli vengono oggi effettuati nelle Questure o dalla singola autorità, non con la banca dati centrale del DNA”.
L’ASSOCIAZIONE PENELOPE IN SICILIA
L’associazione Penelope opera anche in Sicilia, “una tra le regioni più grandi d’Italia, con un gran numero di province. Anche sull’isola – riferisce Gentile – ci sono tanti scomparsi, molti dei quali non sono ancora stati ritrovati. Spesso si tratta di soggetti destinatari di azioni violente operate da altri individui. Abbiamo seguito diverse vicende. In Sicilia, come in altre regioni, mancano dei protocolli operativi comuni e, anche qui, bisogna creare delle strutture specializzate, moderne e attrezzate”. Tanto è stato fatto, tanto ancora bisogna fare per gli scomparsi, perché nessuna vita può e deve essere cancellata così.
Alessandra La Farina