Il pianto del Papa - QdS

Il pianto del Papa

Pino Grimaldi

Il pianto del Papa

sabato 10 Dicembre 2022

Un Cardinale presente ha detto “se il Papa piange e non riesce a trattenere i singhiozzi, il mondo va proprio male!”.
E’ accaduto ieri l’altro a Papa Francesco, più malandato che mai, in Piazza di Spagna a Roma mentre leggeva l’invocazione alla Immacolata Concezione la cui statua è posta (1858) in cima ad una colonna nella adiacente piazza Gabriele Mignanelli per volontà di Pio IX dopo che lo stesso aveva proclamato il dogma della “Immacolata”, nel 1854.

Da allora i Pontefici sono andati ufficiosamente ai piedi della colonna alta circa 12 metri, nel giorno dell’8 Dicembre per raccomandare la Città alla Vergine Maria e dal 1958 ufficialmente: ed è sempre stata festa, a volte tripudio per sentimenti molto vissuti e dai romani, ma di riflesso anche dai turisti che in questo tempo dell’anno popolano Roma che ospita – per i trattati Lateranensi del 1929 – la Capitale della Sovranità Cattolica-Cristiana: ieri l’altro più di 25.000!

Degli ultimi otto Pontefici che si sono susseguiti – da Pio XI a Francesco – ho sempre appreso dai giornali e poi dalle tv, vedendoli, o presenziandovi del loro omaggio in Piazza di Spagna e mai, al di là della devozione e della loro gioia di glorificare la Madonna Immacolata, si è avuta una partecipazione tale de determinare in un Papa che è aduso alla commozione liturgica a piangere e singhiozzare quasi si sentisse incapace di suscitare l’attenzione della Vergine mentre, come ieri, pregava per il popolo Ucraino eroico nella sua resistenza all’invasore e martoriato nel corpo e nell’anima di cittadini del loro Stato.
Mi ha ricordato Papa Montini quando durante la messa in suffragio di Aldo Moro, in chiesa nella omelia, commosso fino alle lacrime con voce rotta da un pianto che riusciva a mala pena a frenare chiese a Dio perché non avesse ascoltato le preghiere per quello che Egli definì “uomo buono e giusto”. Ed un altro pontefice Giovanni Paolo II che in Sicilia nella Valle dei Templi accusò, gridando, di codardia, i mafiosi che diffondevano terrore e morte anziché amore per i loro simili. Ma a pendant il lungo silenzio, per evitare guai maggiori, di Pio XII e ancora l’altro di Benedetto XVI che si direbbe camuffò le sue impensabili dimissioni con motivi di età, appena toccando nel suo discorso in latino la “sporcizia” della Chiesa che lo stava distruggendo.

Francesco nel suo quasi decennale pontificato ci ha abituati al suo essere diretto – qualcuno dice a volte troppo – ma vederlo ed udirlo singhiozzare è stato qualcosa di quasi inimmaginabile : suonava come: “non sum dignus” e piango perché non otterrò mai la Tua attenzione; o trovarsi in totale sintonia orante con il popolo per il quale chiedeva pietà e condividerne il pianto di dolore. In ambo i casi: distrutto.
Ci si augura che dalla Russia non giunga ancora una volta il commento che “non è stato cristiano”! Sarebbe troppo.

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