Primarie Pd 2023, come e dove si vota: in Sicilia pronti 246 seggi - QdS

Primarie Pd 2023, come e dove si vota: in Sicilia 246 seggi per la scelta del nuovo segretario

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Primarie Pd 2023, come e dove si vota: in Sicilia 246 seggi per la scelta del nuovo segretario

Luca La Mantia  |
sabato 25 Febbraio 2023

Dalle 8 alle 20 di domenica il ballottaggio tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein. Nell'Isola saranno eletti anche 35 delegati per l'assemblea nazionale del partito

Il Pd si prepara a cambiare guida. In 12 ore, attraverso lo strumento delle primarie, si deciderà se a raccogliere l’eredità di Enrico Letta sarà Stefano Bonaccini o Elly Schlein.

Si voterà dalle 8 alle 20 di domenica nei 5.500 seggi aperti in tutta Italia. I gazebo saranno allestiti soprattutto nelle sedi del Pd. Ma ce ne sono anche nei teatri, nelle scuole, nelle palestre, in immobili comunali. Su invito di Acli e Arci, in molti dei seggi, accanto alla bandiera del Pd sventolerà quella della Pace, come segnale di vicinanza al popolo ucraino.

La votazione è aperta anche a chi non ha la tessera del partito, ma basterà firmare una dichiarazione di sostegno al Pd e versare un contributo di 2 euro. Oltre che in presenza, il voto potrà essere espresso on line, ma potrà farlo solo chi si sia registrato sull’apposita piattaforma entro il 18 febbraio, ovvero quasi 2.800 persone. Se iscritti per tempo sulla piattaforma, potranno votare in presenza, ai seggi, anche gli stranieri residenti in Italia, i minori che abbiano più di 16 anni e i fuori sede.

Primarie Pd, dove si vota in Sicilia

In Sicilia sono 246 i seggi dove si potrà votare. L’elenco completo delle postazioni, provincia per provincia può essere consultato al sito https://trovaseggio.primariepd2023.it/. Nei grandi comuni i seggi sono divisi per sezioni elettorali, nei piccoli centri invece nella maggior parte dei casi sono stati accorpati.

La Sicilia come sempre ha un peso considerevole nell’andamento generale del voto, tanto che Elly Schlein ha deciso di chiudere oggi a Palermo la sua campagna per le primarie del Pd e alle 17 incontrerà gli elettori a Villa Filippina. Nell’Isola la candidata è indietro di 8 punti rispetto all’altro sfidante, dunque tenterà di recuperare in extremis. Anche Bonaccini ha scelto il Sud per la vigilia del voto, ovvero Reggio Calabria, per il comizio finale in piazza Camagna alle 10.45, prima della conclusione serale nella città di Bologna.

Alle candidature di Schlein e Bonaccini sono legate liste per la prossima assemblea nazionale del Pd: la Sicilia sarà rappresentata da 35 delegati su seicento. Ma ne faranno parte anche cento parlamentari e i segretari delle federazioni.

Primarie Pd, le previsioni sull’affluenza

Nel 2019, quando fu eletto Nicola Zingaretti, oltre un milione e mezzo di persone si presentò ai gazebo. Ma questa volta è previsto un netto calo dell’affluenza se si considera che nei circoli hanno votato 151.530 iscritti contro i 189 mila di 4 anni fa. I congressi di circolo, che si sono svolti dal 3 al 19 febbraio, hanno stabilito chi fra i quattro candidati – Bonaccini, Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli – dovesse andare al ballottaggio di domenica. Bonaccini ha ottenuto il 52,87%, Schlein il 34,88%, Cuperlo il 7,96%, De Micheli il 4,29%.

Schlein: “Se vincerò, basta padroni delle tessere”

In una intervista alla Stampa Elly Schlein ha sottolineato: “Se vincerò, non sarà più tollerato che in questo partito qualcuno si senta padrone delle tessere e delle persone. Porremo fine alla logica della cooptazione, nel quale le donne vanno bene solo nel ruolo di ‘vice’. Porremo fine al partito dei capi-bastone e dei cacicchi”. E ancora: “La gente ha capito che il cambiamento profondo che vogliamo non si ottiene da soli o cambiando soltanto il vertice o la segretaria, ma con una mobilitazione collettiva che sia capace di scardinare le vecchie logiche, facendo largo a un nuovo gruppo dirigente”.

Bonaccini: “Se vincerò chiuderò unità delle opposizioni su scuola e sanità”

“Se vinco, chiederò a 5S e Terzo Polo di fare una battaglia insieme sulla scuola pubblica, visto che il governo sta tagliando la rete territoriale”, ha detto Stefano Bonaccini in una intervista alla Stampa. Il candidato alla segreteria del Pd pensa a un partito “femminista sul serio, con metà dei candidati donne alle prossime elezioni, non minoritario e chiuso in una ridotta, ma che torni a vincere”. Rispetto alle ‘accuse’ di renzismo: “Girando l’Italia non ho trovato un iscritto, un militante, un elettore che mi abbia chiesto di questo”. E annuncia di voler incontrare Conte e Calenda: “Ho avanzato due temi su cui concentrare l’opposizione comune: il salario minimo legale e la difesa della sanità pubblica”.

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