Il Dipartimento interessato ha pubblicato un’attività finalizzata a favorire la ricollocazione dei lavoratori in questione. Un processo di sfoltimento avviato già da un decennio e che continua a incontrare qualche difficoltà
PALERMO – “Una ricognizione meramente esplorativa e non vincolante per l’amministrazione”. Questo lo scopo dell’attività messa in campo dal Dipartimento regionale del Lavoro, dell’Impiego, dell’Orientamento, dei servizi e delle attività formative, a firma del dirigente generale Ettore Foti e del dirigente del servizio, Pippo Ricciardo. La comunicazione richiama per l’ennesima volta all’appello i soggetti appartenenti al bacino Emergenza Palermo-ex Pip, invitati a “comunicare – hanno scritto Foti e Ricciardo – il proprio eventuale interesse a fuoriuscire dal suddetto bacino di appartenenza entro il 30 marzo 2024”.
In base alle risposte che si andranno a ricevere, l’amministrazione deciderà cosa fare e come muoversi per l’anno in corso. Per il 2023 era stato messo a disposizione di questi lavoratori un totale di un milione di euro che si sono dimessi volontariamente. A coloro i quali hanno deciso di fuoriuscire dal bacino, è stata corrisposta un’indennità pari a un massimo di cinque anni dell’assegno di sostegno al reddito di cui già godono, da corrispondere interamente in un’unica soluzione. Tale beneficio è stato riconosciuto a prescindere dal numero di anni necessari a ottenere la pensione, ma è stata data priorità a chi si trova più vicino al raggiungimento di tale requisito. A parità di requisiti, è stata data priorità al più anziano di età anagrafica. Per i soggetti che raggiungono il requisito di pensionabilità entro il quinquennio, l’indennità da corrispondere è stata rapportata al numero di anni rimanenti, per cui sono stati presi in considerazione anche i mesi interi e le frazioni di mesi superiori a 15 giorni.
Gli ex Pip sono oltre duemila
Gli ex Pip sono oltre duemila, e ormai da anni la Regione cerca di “liberarsi” di questo personale, che doveva essere solo temporaneo e invece è rimasto ormai a tempo indeterminato. Si tratta di “soggetti svantaggiati” inseriti nell’elenco speciale ad esaurimento, con l’obiettivo di essere impiegati in attività di pubblica utilità. In pratica sono stati dipendenti precari presenti nell’Amministrazione regionale per oltre due decenni, senza garanzie contrattuali ma arrivati lì senza alcuna prova di competenza o preparazione.
Il processo di sfoltimento del bacino è stato avviato a partire dalla Legge regionale del 7 maggio 2015, la numero 9, e in particolare l’articolo 68 che regola le “misure per la fuoriuscita dei soggetti appartenenti al bacino Pip Emergenza Palermo”. Successivamente, è stata emessa la direttiva assessoriale del 29 maggio 2015, pubblicata sul sito istituzionale del dipartimento regionale del Lavoro, e la Legge regionale 31 dicembre 2016, numero 27 che, all’articolo 6, comma 2, dice che è possibile “la corresponsione di una indennità omnicomprensiva di importo corrispondente ad anni 5 dell’assegno di sostegno al reddito già in godimento, da corrispondere in rate annuali. Le misure di cui al presente comma sono riconosciute unicamente ai soggetti per i quali il numero di anni necessari al raggiungimento dei requisiti di pensionabilità non è inferiore a dieci”.
In parallelo, facendo affidamento sull’articolo 25 della Legge 16/2022, è stato avviato il processo di stabilizzazione di questi lavoratori. La Legge del 2022 ha permesso di risolvere la questione posta dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 194 del 2020, che aveva cassato il precedente tentativo di stabilizzazione all’interno della società Resais. La scelta del governo regionale ha permesso di aggirare un problema non da poco: con il passaggio dall’elenco delle partecipate si elimina il problema dell’assunzione in un ente pubblico senza concorso, eliminando in tal modo tante limitazioni per moltissime persone, soprattutto perché questo personale, nella maggior parte dei casi, appartiene per titolo di studio alle categorie più basse.